Gli Eightbitrate, la musica da un capo all’altro d’Europa

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Si terrà il 26 ottobre la Rèunion del duo di musica elettronica tra i più apprezzati di Napoli. Al Living Club di Varcaturo alla consolle per festeggiare i primi dieci anni di connubio artistico.

Sono due talentuosi Dj napoletani che hanno dato vita al progetto EightBitRate. Prima dell’attesa esibizione che li rivede insieme per festeggiare i dieci anni dal primo incontro ci hanno raccontato la loro nascita e i loro nuovi progetti.

Come nasce il progetto degli EightBitRate?
EightBitRate è il nome che più di 10 anni fa demmo a un’idea precisa, cioè quella di creare dei party di musica undeground a Napoli, che fossero interamente ispirati all’estetica low-fi dei primi videogiochi anni 80, che avevano colonizzato l’immaginario della nostra generazione. Musicalmente, eravamo affascinati da quelle sonorità elettro che però poggiavano su ritmiche solide e profonde, proprio nel momento in cui si stava affermando la tendenza minimal, rispetto a cui prendemmo le distanze da subito… la scelta sembra averci premiato visto che ora di casse smorte, legnettini e suoni mentaloidi che erano il codice della minimal, rimane ben poco!

A ciò univamo le prime sperimentazioni video di Michele Pesce (WeLikeTheFish), oggi uno dei videomaker più “di tendenza” da queste parti dell’Europa. Con i suoi video tentavamo di visualizzare i cromatismi acidi e gli effetti stroboscopici della grafica a 8 bit, dei primi personal computer e videogiochi. Di qui il nostro nome.
Infine nei nostri party mettevamo a disposizione consolle di videogioco, utilizzabili nel corso della serata, scelta che dobbiamo al quarto cavaliere dell’apocalisse con cui abbiamo iniziato questo percorso, che è Peppe Russo, oggi maestro di cerimonie di Fake.

Quali son state le vostre prime influenze?
Le più svariate. Come Dj ci ispiravamo in vario modo al sound New Yorkese della house e tech-house di fine anni ’90. Anche l’uso del mixer, dei piatti e degli effetti affonda le radici in quel sound. Ma la verità è che cercavamo da subito d’inserire nei nostri set tutta la musica che ci aveva segnati, e qui l’elenco sarebbe davvero lungo: per rendere l’idea dell’ampiezza di queste influenze pensa che tutti e due abbiamo attraversati generi come il rock, la fusione e il death metal!
Oggi possiamo dire che le nostre influenze principali, in termini di club music, sono la deep house e tutto ciòche in vario modo si produce dalle parti di Detroit.

Un duo di dj, uno vive a Napoli e mentre l’altro a Londra, come funziona questo “rapporto a distanza”?
La tecnologia ci aiuta. L’interazione e lo scambio sono continui, i percorsi sono intrecciati, gli stili sono spesso complementari e dopo oltre dieci anni possiamo dire che stare insieme dietro la consolle ci dà la possibilità di sperimentare dal vivo soluzioni tecniche, di missaggio e d’interazione con il dancefloor di maggiore espressività di quanto non lo sia lavorare separatamente. Lo stesso vale per le produzioni. Ognuno di noi ha le sue preferenze; insieme siamo qualcosa di diverso e più avanzato.

Londra e Napoli. Due città con “umori”, storie e ritmi così diversi, in cosa si riflette nelle rispettive musiche?
Credo che il fondamento del nostro intendere la musica in luoghi diversi sia dettata dal ragionamento inverso. Ossia, che cos’è che accomuna questi due luoghi così diversi? Ma credo che questa sia l’essenza del clubbing, di chi vive da una parte o dall’altra della consolle questo spazio totalmente transnazionale e transculturale che è la musica elettronica. La contemporaneità è ciò che ci sincronizza.

Quali sono i progetti futuri?
Stiamo lavorando a delle nuove produzioni in cui sperimentiamo un nuovo approccio alle macchine. La tecnologia cambia, o a volte riscopre forme di composizione che sembravano desuete. A modo nostro stiamo ridefinendo l’approccio compositivo, quindi ne riparleremo alla prossima uscita.
(fonte foto:rete internet)