Ci siamo recati nella contrada ercolanese ed abbiamo trovato una bomba pronta ad esplodere, quintali di rifiuto indifferenziato e pericoloso aspettano solo che qualcuno accenda la miccia.
Ieri matina abbiamo raggiunto uno dei punti più caldi del Vesuviano in questione di rifiuti. Siamo andati in via Castelluccio, nell’omonima contrada tra Ercolano e San Sebastiano al Vesuvio. Inutile dirvi che nonostante i progetti e le bonifiche annunciate, il luogo resta uno dei più inquinati e pericolosi del Vesuviano, rifiuti in ogni dove, arginati da un terrapieno che altro non è che il rifiuto accantonato negli anni.
Puntualmente, in estate, e questo in barba a quelle inutili telecamere che dovrebbero vigilare la zona e le miriadi di segnalazioni fatte anche attraverso questo giornale, Novelle Castelluccio prende fuoco, spargendo il suo veleno ben oltre il suo spazio originario. Ieri mattina, a riprova di ciò, abbiamo trovato una sorta di fiaccola, pronta per l’uso o lanciata lì per evitare di essere colti sul fatto. Abbiamo toccato con mano l’arma che lentamente uccide noi e la nostra terra e scommettiamo che anche quest’anno, prima o poi, verrà qualcuno a bruciare quel luogo per nascondere le sue colpe. Del resto il rinvenimento dell’oggetto è indicativo che i tempi sono maturi e c’è chi non aspetta altro per accendere il fuoco, magari con la scusante dalla calura estiva e la pausa feriale della legalità .
Ci chiediamo perché non si intervenga, perché, vista l’azione reiterata, non si provveda a contenere questo grave reato che, sia ben chiaro, non ha soltanto connotazioni estetiche ma anche e soprattutto ripercussioni sulla salute pubblica. Cos’è la Novelle Castelluccio, una valvola di sfogo sociale? Un luogo dove i due comuni confinanti permettono a chi abita o lavora abusivamente di scaricare i rifiuti? Perché da anni si fa finta di niente?