Clamoroso al Cibali

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    Longobarda – Borgorosso Football club 0-0

    Dopo tre vittorie consecutive in campionato con i titolarissimi e un’esaltante goleada in coppa schierando i vice titolarissimi, il Napoli affronta la squadra di Maran. Peppone, amante dell’ippica e delle bocce, non capisce una mazza di calcio, e allorquando sente il telecronista che dice “Maran sfida il Napoli”, si chiede: “Ma non ho capito, il Napoli è andato in serie D o è ‘o Marano che è salito in serie A”?

    Il telecronista lo guarda dal televisore con una faccia schifata e manco gli risponde. Per la prima volta nella storia della televisione, si verifica un fatto clamoroso, non è chi ha il telecomando in mano che cambia canale, ma è il canale che cambia telespettatore. “Clamoroso al Cibali”, direbbe la buonanima di Sandro Ciotti, se solo lo stadio siciliano fosse ancora quello storico, che tanti radiocronisti di tutto il calcio minuto per minuto amavano solo per il fatto di poter interrompere Enrico Ameri e – imitando Ciotti – urlare: “Clamoroso al Cibali”!

    Peppone si ritrova, senza rendersene conto, a vedere un’altra partita. Non è potuto andare all’ippodromo perché l’ultima volta si era giocato tutta la pensione, e la settimana scorsa ha ricevuto un DASPO e non può frequentare bocciodromi per sei anni, perché aveva lanciato una boccia all’arbitro per proteste. Ritorna a vedere una partita di calcio dai tempi di Vinicio, ma un modo deve trovare per passare la domenica, dopo aver visto la partenza del gran Premio di Formula uno, sport del quale ama vedere solo la partenza.

    Un testacoda che promette scintille è previsto oggi tra il Borgorosso Football club, squadra del focoso presidente Benito Fornaciari, e la Longobarda, allenata da Oronzo Canà, inventore della bizona. Il Borgorosso, al di là di ogni aspettativa, è in lotta per le primissime posizioni, mentre la Longobarda ha bisogno di punti per salvarsi. Nelle ultime settimane ci sono state un po’ di polemiche in casa del Borgorosso, con lo Stregone della panchina rimasto deluso dal mancato acquisto dei tropp player che aveva chiesto durante il calcio mercato, tra cui l’italo brasiliano Cotequinho.

    Il Borgorosso è inaspettatamente a punteggio pieno. La Longobarda, invece, nonostante le alchimie tattiche di Canà, il cui 5-5-5 è ormai imitato da diverse squadre tra le più blasonate al mondo, rischia seriamente la retrocessione a causa di una difesa, guidata da Crisantemo, che ha già subito centotrentasette goal. Al secondo minuto del primo tempo, viene espulso Margheritoni, nuovo acquisto della Longobarda, richiesto espressamente da Oronzo Canà, che cercava un giocatore eclettico, mezzo destro e mezzo sinistro. Il Borgorosso attacca, ma in maniera sterile. Canà, allievo prediletto di Nils Liedholm, intervistato al quinto minuto dal giornalista Ceretti, dichiara che in dieci si gioca meglio e che la sua squadra gioca meglio quando ci sono più spazi.

    Il primo tempo è contraddistinto da schermaglie tattiche con entrambi i portieri intenti a guardare le partite delle dirette avversarie in televisione. La bizona della Longobarda mette spesso in fuorigioco i calciatori del Borgorosso, e quando non ci riescono l’arbitro fischia lo stesso. Le punte del Borgorosso appaiono spuntate. Il presidente del Borgorosso, si accorge che i propri bomber hanno le polveri bagnate, e acquista nell’intervallo Cotequinho, mandandolo a prendere dal direttore sportivo, mentre giocava con il Cervia. Ogni cinque minuti esatti, il giornalista Ceretti, da poco passato a Telepadania sport, aggirando i controlli di sicurezza, si avvicina allo Stregone e gli chiede lumi sul suo futuro. Lo Stregone è scaramantico e appena vede Ceretti, il cavallo dei suoi pantaloni comincia a grattarsi da solo.

    Nell’intervallo, il commentatore tv Picchio De Sisti, fa rilevare che alla luce dei risultati degli altri campi, un pareggio potrebbe stare bene ad entrambe. La voce arriva subito in campo e nell’aria si sente un dolce profumo di biscotto. I tiri in porta si contano sulle dita di una mano di Muzio Scevola. All’intervallo, Speroni della Longobarda ha ancora la maglietta profumata, Crisantemo non ha ancora messo a segno un’autorete. Il più sudato è Aristoteles, che si riscalda a bordo campo dall’inizio della partita. Celestino del Borgorosso cerca di caricare i compagni urlando nello spogliatoio il motto coniato dal Presidente: “Chi si estrae dalla lotta è un gran figlio della…”. Ma la rima è completata solo da un paio di compagni, sbadigliando.

    Canà apprende il risultato sfavorevole di alcune dirette concorrenti e capisce che il biscotto proposto da De Sisti sarebbe amaro per la sua squadra e rientra i campo, urlando: “Picchio De Sisti”! Inizia il secondo tempo. Speroni per la prima volta supera la propria metà campo, Celestino gli va incontro, ma nel mentre pensa di entrare in tackle, entrambi vengono colti dai crampi e restano a terra per circa quindici minuti, senza che i rispettivi allenatori se ne accorgano. Nonostante l’uomo in più, il Borgorosso non riesce a sbloccare il risultato, così lo Stregone, fa entrare in rapida successione altre due punte, tra cui il nuovo acquisto Cotequinho, autore di una tripletta nell’amichevole settimanale del Cervia.

    Lo stratega pugliese cerca di arginare l’attacco a quattro punte degli avversari, optando per un inevitabile cambio di modulo, passa così al 6-6-6, sebbene stia giocando in dieci dal secondo minuto del primo tempo. I suoi uomini appaiono frastornati, ma non più dello Stregone del Borgorosso, che non sa come controllare i sei attaccanti della Longobarda, e soffre notevolmente la superiorità a centrocampo degli avversari e neppure riesce a scardinare quella che era la difesa più battuta di tutti i campionati professionistici e non, ma che con il nuovo modulo, che si fonda sulla trizona, pare aver trovato la quadratura del cerchio.

    Coutequinho, non riuscendo ad avere palloni giocabili in attacco, rientra molto a centrocampo e prova anche il tiro da fuori. Canà adotta immediatamente le dovute precauzioni e passa a dodici in difesa. Incredibilmente è proprio la Longobarda a rendersi pericolosa. Canà sostituisce Crisantemo e mette dentro Aristoteles, passando a otto in attacco. Ed è proprio il sudamericano a colpire un palo clamoroso. Il Borgorosso si salva anche grazie ad una grande parata del proprio portiere, che era appena ritornato dalla pasticceria di fronte allo stadio dove era andato a comprare un vassoio di cannoli. L’allenatore della Longobarda maledice la jella e allontana Crisantemo pure dalla panchina.

    Lo Stregone, intanto, si toglie la giacca e si rimbocca le maniche, e così tutta la squadra. Cotequinho cerca di caricare la squadra urlando: “Chi si estranea dalla lotta è un gran figlio…”. Ma l’arbitro fischia la fine. Peppone, che manco ha capito che partita ha visto, commenta laconico: “Meglio le bocce”! E tracanna l’ultima mezza birra, approfittando dell’assenza della moglie, recatasi ufficialmente in pellegrinaggio a Lourdes, ma trasferitasi in realtà a S.Anastasia, presso la residenza del suo amante pro tempore, per un fine settimana di sesso acrobatico.
    (Fonte foto: Rete Internet)

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