L’avv. Capasso è stato sindaco di Ottaviano dal 2013 al 2022: si dimise a luglio perché aspirava alla candidatura alla Camera dei Deputati. Egli ha disegnato con precisione lo stato delle cose nella nostra città, indicando i problemi già risolti e quelli da risolvere, le questioni funzionali e quelle strutturali.
Non è stata un’intervista la mia: prima di tutto perché non so intervistare, e poi perché l’avv. Capasso lo conosco da sempre: con lui non posso mantenere quella distanza che i manuali indicano come aspetto fondamentale per un’intervista. L’avvocato è stato sindaco di Ottaviano per nove anni, e non sono stati anni facili: la crisi del neoliberismo, le incertezze del sistema finanziario, e poi la pandemia, e poi gli eventi ottavianesi, e tra questi una fabbrica che salta in aria, e un operaio muore, e un altro si ferisce. Nella loro lunga storia gli Ottajanesi hanno diviso i sindaci in due gruppi: ci sono gli scorbutici, “quelli che tengono la puzza sotto il naso”, e ci sono quelli “che sanno stare mmiez’’a ggente”. L’avv. Capasso appartiene al secondo gruppo, e mi permetto di aggiungere che la sua attenzione per gli altri e la sua disponibilità sono virtù autentiche, e non maschere da teatro. Il primo tema del colloquio è ciò che l’avv. Capasso e la sua amministrazione hanno fatto per la nostra città. E lui mette in cima alla lista delle cose fatte l’approvazione del “Piano regolatore” – tra i Comuni della Città Metropolitana Ottaviano è stata la prima città ad approvare il suo “piano” – e subito dopo l’ex sindaco indica la sistemazione dei conti pubblici e parla della consistente “linfa” monetaria immessa nelle casse comunali che “respiravano” a fatica, quando egli si insediò nell’ufficio del Primo Cittadino. Entrano poi nell’elenco il “risanamento” della pubblica illuminazione, del sistema viario, di strutture urbane, di edifici pubblici: via Cesare Augusto, piazza Municipio, la via che dal Cimitero porta a San Gennarello, il parcheggio di San Gennarello, via Pappalardo, via Cavuoti. Il Sindaco che verrà troverà altri progetti già approvati e “coperti” da finanziamento: per esempio, via Ferrovia dello Stato e quella via Riella, che pareva un problema insolubile. L’avv. Capasso non dimentica di sottolineare il prezioso lavoro svolto da Vincenzo Caldarelli, consigliere delegato ai lavori pubblici, e, nell’ascoltarlo, mi auguro, in silenzio, da democristiano, che il prossimo sindaco, quando, ornato di fascia tricolore, consegnerà alla città l’edificio dell’ Istituto Scolastico “R. Scotellaro” ricostruito integralmente e le strade risistemate, consolidate e abbellite – il tutto grazie ai progetti preparati e approvati definitivamente dall’ Amministrazione Capasso – saprà e vorrà distribuire equamente i meriti. Capita spesso che i sindaci abbiano la memoria corta.
Tra i successi della sua attività di sindaco l’avv. Capasso indica anche l’ottimo funzionamento del servizio N.U., capace di portare la “raccolta differenziata” all’indice del 97% e lodato, per la sua efficienza, non solo a Ottaviano, ma anche a Napoli. Condivido l’elogio che l’avv. Capasso dedica al servizio e, da buon democristiano, ricordo a me stesso che le agitazioni degli operatori sono iniziate quando l’avvocato non era più sindaco: e dunque cercherò in seguito di capire, attraverso le “strade” ufficiali, perché gli operatori si sono agitati anche con manifestazioni di piazza e quali sono esattamente le fasi della nuova gara d’appalto. Infine, con un colpo da teatro, l’ex sindaco mi ricorda che entro Natale inizieranno i lavori per la “metanizzazione”: la gara è già giunta al definitivo traguardo. L’avv. Capasso ammette che ci sono problemi strutturali che non sarà facile risolvere, e forse nemmeno impostare per un’analisi che sia profonda e ampia: la crisi economica,la disoccupazione, la “fuga” dei giovani. La crisi economica dipende dal “sistema”, ma anche da ragioni, diciamo così, locali: la concentrazione nella pianura nolana di industrie, di centri commerciali, di centri di distribuzione e il disegno strategico, la cui realizzazione fu avviata negli anni ’80, delle vie di comunicazione – strade e ferrovie -, hanno arrecato gravi danni all’ economia di Ottaviano, mentre quella di San Gennarello è riuscita a difendersi, e a consolidarsi perché il territorio della frazione è ben collegato sia con il Nolano che con la pianura di Sarno. La salvezza di Ottaviano, dice l’avv. Capasso, può venire solo dal turismo “vesuviano” e dalla capacità degli Ottavianesi e dei prossimi amministratori di fare del “sentiero n.1” del Parco Nazionale una strada in ogni senso “viva” – viva per la bellezza fascinosa dei luoghi che il sentiero attraversa, per le memorie che ogni pietra conserva in sé, per gli eventi di enogastronomia che la storia del sentiero può suggerire (e li suggerì, per alcuni anni, agli organizzatori di “Vesuvinum”). Il prossimo sindaco dovrà far sentire la voce di Ottaviano agli amministratori dell’ Ente Parco, e dovrà ricordare, di continuo, che Ottaviano ospita la sede dell’ Ente in un Palazzo fatto di marmi e di storia, e che il sentiero che dalla nostra città porta al cratere è stato classificato come “sentiero n.1” non dagli Ottavinesi, ma dall’ Ente.