Sta prendendo una brutta piega la vicenda degli alloggi di Somma Vesuviana finiti in una ormai storica bancarotta fraudolenta.
A 23 anni di distanza dalla costruzione, risultata peraltro incompleta, degli appartamenti di via Venezia, a Somma Vesuviana, arrivano le prime sentenze di sgombero degli alloggi in vista dell’asta fallimentare. I primi quindici dei cinquanta condomini del complesso edilizio ex Socicoop dovranno infatti abbandonare le case, secondo quanto stabilito dal tribunale di Nola, che ha accolto l’azione promossa dal Banco di Napoli, istituto creditore della ex Soficoop, la cooperativa vesuviana finita al centro di uno scandalo nel 1998, una sparizione di miliardi delle vecchie lire. Danaro versato anni prima per i preliminari di acquisto degli alloggi a edilizia agevolata economica e popolare da altrettanti ignari acquirenti.
Lo scandalo portò in galera non solo i responsabili della Soficoop ma anche vari sindaci, tcenici e amministratori pubblici della zona vesuviana considerati di fatto complici della truffa bancarottiera. Da allora però le istituzioni non hanno fatto chiarezza. Né hanno stabilito in che modo poter risarcire gli acquirenti che si sono ritrovati con le case confiscate dal tribunale. Per cui le banche hanno proceduto a carro armato e se la sono presa con la gente, che però non se l’è sentita, anche perchè non ha potuto materialmente, pagare due volte appartamenti per i quali spesso sono stati versati anche più della metà dei soldi necessari all’acquisto.
“E’ una giustizia miope – lamentano i condomini di Somma Vesuviana, cinquanta famiglie in tutto – dove sono finiti i nostri soldi ? Rivogliamo i nostri soldi “. Stessa truffa si è consumata anche in altri complessi edilizi della Soficoop, a Pollena, Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano. Truffe e bancarotte consumate in un modo del tutto analogo sono state perpetrate da altri personaggi anche nella non molto distante Casalnuovo. Domani pomeriggio intanto, alle 17 e 30, i truffati ex Soficoop manifesteranno davanti al municipio di Somma Vesuviana. “Perchè il comune – affermano – può e deve darci delle risposte finalizzate alla revoca di questi provvedimenti assurdi da parte del tribunale di Nola”.
