Sofia Scicolone, in arte Sophia Loren, che ieri (20 settembre 2023) ha compiuto 89 anni, rappresenta oggi, unitamente alla sorella Maria Scicolone, il ramo notabile e feudatario degli Scicolone di Licata, Baroni della Contrada del Pinninnello. Intervista all’avvocato, araldista e genealogista Nicola Pesacane, che ha rinvenuto nell’Archivio di Stato di Palermo l’inedito privilegio baronale e feudale di questo casato.
L’attrice italiana, oltre alla sua bellezza, vanta anche origini nobiliari. Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone nacque a Roma nella Clinica Regina Margherita il 20 novembre del 1934, figlia di Romilda Villani (1910 – 1991), insegnante di pianoforte originaria di Pozzuoli, e di Riccardo Scicolone (1907 – 1976), affarista nel settore immobiliare. Ho avuto il piacere, in questi giorni, di poter intervistare l’ avv. Nicola Pesacane, che, oltre a perfezionare da sempre i suoi studi forensi, ha anche gettato la sua attenzione in quelli araldici, genealogici, nobiliari e cognonomastici, che sono diventati, con il trascorrere degli anni, il suo interesse primario. Nel 2012, infatti, consegue i titoli accademici di Master di II Livello in Diritto Nobiliario e Cavalleresco, Araldica e Genealogia presso l’ Università statale di Madrid. Iscritto all’ Albo dei Patrocinanti in Cassazione sin dal 2004, ha ricoperto per 25 anni la carica di Magistrato Onorario, prima della Pretura e poi del Tribunale di Napoli. Ha partecipato in qualità di relatore a numerosi convegni e congressi internazionali di araldica e genealogia. Numerose sono le sue pubblicazioni in merito, tra cui spiccano: Introduzione alla Genealogia e all’ Araldica. L’Istituto Nobiliare nel Regno di Napoli, scritto unitamente ad altri studiosi (F. Ciufo, P.F. degli Uberti, M. Crisconio e M. Ulino); La Genealogia completa ed inedita di Giambattista Vico, Caramanica Editore, Marina di Minturno, Febbraio 2021 e del successivo Addendum con nuove e inedite scoperte dell’agosto 2023.
Avvocato, quale è l’etimologia e il significato del cognome Scicolone?
“Il cognome Scicolone, alias Scichilione, è di origine alquanto incerta in quanto, secondo una tesi risalente al linguista e lessicografo Emidio De Felice (1918 – 1993) si tratterebbe di una forma di cognome etnico, cioè toponomastico, derivato dal toponimo Scicli, Comune della Provincia di Ragusa, a sua volta derivante da Siclis, con il significato di siculi; a tale tesi si contrappone la più moderna teoria del glottologo palermitano Girolamo Caraucasi (1918 – 2005) il quale – ponendo a fondamento della propria tesi alcuni documenti antichi siciliani nei quali si parla di un Robertus Chachalonus (anno 1287), di una donna nominata Sichilune (anno 1299) e di tal Cadoni Cahalon (anno 1393) – afferma che tale cognome potrebbe derivare dall’antico termine siciliano, di origine araba, chachaluni, riferito, in alcuni documenti notarili dei secoli XIV e XV, a buoi e vestiti con il significato di pelo nero intenso e lucente. Questa seconda tesi del Caraucasi è quella maggiormente seguita.”
Quali furono i personaggi storici ed illustri di quest’antica casata?
“Il notaio Don Girolamo Scicolone visse ed operò a Licata nella metà del ‘600 e ricordo che, secondo autorevoli studiosi del diritto nobiliare, avere un notaio in famiglia a quell’ epoca era indice di sicura nobiltà generosa. Sempre della metà del sec. XVII è l’illustre filologo Pietro Paolo Scicolone, che pubblicò il Volgarizzamento dell’Ibis di Ovidio. Il notaio d. Domenico Scicolone fu giurato di Licata negli anni 1714 e 1715, carica pubblica, questa, a cui all’epoca potevano accedere solo i nobili ed i notabili. Nella metà del sec. XVIII, invece, visse ed operò, sempre a Licata, il faber murarius, antesignano del moderno architetto, Pietro Paolo Scicolone, che con atto per notar Di Blasi del 23 giugno 1737, ebbe, da Don Giovanni Battista Camponar, l’incarico di edificare la Chiesa del Purgatorio di Palma di Montechiaro. Ricordiamo ancora un notaio Girolamo Scicolone, che rogò in Licata nella metà del sec. XVIII; un Leonardo Scicolone di Palermo, nato nel 1832, fu ufficiale con il grado di alfiere nell’esercito di Francesco II nel 1860-1861; mentre un Francesco Scicolone fu soldato semplice nel medesimo esercito; infine, Stefano Scicolone fu consigliere comunale di Licata nell’anno 1863. Non per ultimo, Sofia Scicolone, in arte Sophia Loren, che splendidamente rappresenta oggi, unitamente alla sorella Maria Scicolone, il ramo notabile e feudatario degli Scicolone di Licata, Baroni della Contrada del Pinninnello.”
A riguardo, cosa può dirci degli Scicolone di Licata, signori di Pinninello, oggi Penninello?
“Gli Scicolone divennero feudatari solo nell’anno 1758. L’originario privilegio baronale e feudale, del tutto inedito, fu concesso in data 10 aprile del 1758, dalla Suprema Magistratura del Regno di Sicilia, con le firme del cancelliere e di tutti i giudici, e con l’imprimatur e la sottoscrizione del vicerè di Sicilia marchese Giovanni Fogliani Sforza d’Aragona (1697 – 1780) in rappresentanza di Re Carlo III di Borbone. L’unico autore che, fortunatamente, ha riportato gli Scicolone ed il loro feudo baronale è stato l’ avvocato Francesco San Martino De Spucches (1859 – 1925) nella sua opera del 1940 sulla Storia dei Feudi siciliani, attualizzata al 1925. Appunto, nel vol. IX di detta sua opera, il San Martino De Spucches, al quadro 1476, trattando del feudo, così si esprime:
Signore di Pinninello
Con Privilegio viceregio 10 aprile 1758, D. Francesco Scicolone chiese ed ottenne la infeudazione di un suo fondo rustico chiamato Pinninello: e ciò per sé e suoi discendenti dal suo corpo in perpetuo, more francorum (Conservatoria di Registro Mercedes, libro dell’anno 1757-58, foglio 121). Non ci sono ulteriori investiture. Non si trovano altre notizie. Il titolo non esce nell’ Elenco ufficiale definitivo delle famiglie nobili e titolate di Sicilia.
Gli Scicolone ed il loro titolo baronale, comunque, oltre a non apparire nel repertorio di Famiglie Nobili siciliane dell’Emanuele Gaetani (anche nei volumi del periodo dal 1759 al 1774), non si rinvengono nemmeno in altri blasonari a stampa, sia italiani quali il di Crollalanza (sec. XIX), il Padiglione, lo Spreti e quello dell’Ordine di Malta (tutti del sec. XX) e ne tantomeno in altri stemmari a stampa specifici siciliani quali l’ottocentesco Palizzolo Gravina ed il più recente Mango di Casalgerardo (sec. XX). Ma lo stemma degli Scicolone di Licata nemmeno si rinviene in alcuni stemmari manoscritti settecenteschi di famiglie italiane, conservati presso alcune Biblioteche napoletane. Potrebbe darsi, quindi, che gli Scicolone di Licata non usarono stemma, ovvero che lo usarono ma che lo stesso non sia riportato in alcuna opera, per cui solo una ricerca in loco potrebbe svelare l’arcano. La zona di Pinninello, alias Penninello, è divenuta oggi una contrada di Licata.”
Su Sofia Scicolone, in arte Loren, e la sorella Maria, cosa ci racconta?
“Come detto, il ramo degli Scicolone di Licata è oggi splendidamente rappresentato da Sofia Loren e dalla sorella Maria, figlie di Riccardo Scicolone e di Maria Villani. Nel maggio del 2007, su di un quotidiano locale licatese, La Vedetta, apparve un articolo proprio sulle radici della Loren, dal titolo: A Sofia Loren la cittadinanza onoraria di Licata, nel quale, appunto, sulla premessa delle origini licatesi della grande attrice italiana, il direttore del detto mensile, Prof. Calogero Carità, proponeva all’allora sindaco di Licata, Angelo Biondi, di conferirle la cittadinanza onoraria della cittadina agrigentina. In tale articolo si cita un documento, estratto alla fine degli anni ottanta del novecento dall’Archivio storico comunale di Licata, che secondo Riccardo Scicolone, padre di Sofia, doveva essere il documento più antico all’epoca conservato in famiglia e relativo alla nobiltà familiare. Tale documento, però, oltre a non essere antico, non è altro che un elenco delle cariche pubbliche, sia pure riservate ai soli nobili, ricoperte dagli Scicolone a Licata dalla metà del sec. XVII in poi e, quindi, non si tratta, di certo, di una Patente di Nobiltà o di un Privilegio feudale, ma la dimostrazione del godimento di una nobiltà civica scaturente dall’esercizio, sin dalla metà del 600, sia della carica di notaio che delle maggiori cariche amministrative municipali, all’ epoca riservate solo ai nobili”.