Dopo la caduta dell’amministrazione guidata dal sindaco Salvatore Di Sarno, parla l’ex consigliere comunale Vincenzo Neri, tra i firmatari delle dimissioni che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale di Somma Vesuviana. In un comunicato diffuso nelle ultime ore, Neri chiarisce le ragioni della sua scelta, respingendo ogni riferimento alla candidatura della moglie del sindaco e rivendicando invece una posizione di coerenza politica e istituzionale. Alla base della decisione, spiega, “le modalità con cui l’amministrazione ha governato negli ultimi tempi”, caratterizzate – secondo Neri – da scarsa condivisione, atti già confezionati e una maggioranza sempre più fragile.
Segue il comunicato integrale dell’ex consigliere Vincenzo Neri.
È opportuno che io chiarisca le ragioni che mi hanno portato a essere tra i dimissionari del Consiglio Comunale di Somma Vesuviana.
La mia decisione non ha nulla a che vedere con la candidatura della moglie del sindaco, ma è dovuta alle modalità con cui l’amministrazione ha governato negli ultimi tempi.
Ci siamo trovati di fronte a scelte già prese, ad atti già confezionati, senza alcun confronto preventivo con i consiglieri e senza tener conto della nostra funzione di indirizzo della macchina amministrativa. Molto spesso, pur avendo legittime perplessità, si è dovuto votare atti in consiglio per garantire la tenuta dell’amministrazione. Gli ultimi consigli comunali sono stati un dato oggettivo sulla precarietà della maggioranza: si vedano i molteplici rinvii in seconda convocazione, le assenze, le votazioni. Tutti sintomi di una difficoltà strutturale nel governare che ha costretto il sindaco, volta per volta, a stare dietro al singolo e sperare nel numero minimo di consiglieri utili.
Il sindaco, in una sua diretta, ha dichiarato di aspettarsi questa scelta da me. Significa che ricorda tutte le volte che gli ho manifestato le mie perplessità sulla sua gestione che, già mesi fa, stavano determinando una mia uscita dalla maggioranza.
Si è sottolineato in più occasioni che la maggioranza fosse di “salute pubblica”, tenuta insieme per amministrare pur con visioni e ideologie diverse. Personalmente, per le motivazioni sopra descritte, ho ritenuto che non fosse più la scelta giusta. Somma Vesuviana merita un’amministrazione solida, che possa programmare con serenità e visione di intenti.
Etichettare come “tradimento” la mia decisione è un modo semplicistico e strumentale per evitare un serio esame di coscienza sulle dinamiche che hanno segnato l’attività amministrativa dell’ultimo periodo. Il commissariamento è un passaggio obbligato, in considerazione che chi avrebbe potuto evitarlo non ha mai voluto cambiare regime.
Secondo qualcuno, per “senso di responsabilità”, avrei dovuto continuare a reggere l’amministrazione pur non condividendone metodi e scelte. Invece, pur non rinnegando questi anni, ritengo di aver preso una decisione che va nell’interesse dei cittadini di Somma Vesuviana, che potranno, tra pochi mesi, decidere da chi farsi rappresentare.