I funerali di Diana Biondi, la studentessa 27enne che, stando alle ricostruzioni investigative, si è tolta la vita gettandosi in un dirupo lunedì scorso, sono stati celebrati oggi alle 15 alla chiesa di Santa Maria del Pozzo dal parroco don Nicola De Sena. Chiesa piena ma non gremita, nessuno striscione, nessun volo di palloncini a salutare Diana, amici, conoscenti, il sindaco di Somma Vesuviana Salvatore Di Sarno, solo una funzione discreta nel rispetto della famiglia e nel silenzio rotto solo dall’applauso finale all’uscita del feretro che i genitori hanno seguito tenendosi per mano.
Ecco l’omelia pronunciata da don Nicola De Sena:
“La folla era lì, ai piedi della croce.
Molti dei presenti non avevano interesse per le sofferenze del crocifisso, a loro interessava essere lì; molti lo insultavano, molti si chiedevano tra loro quale fosse il motivo della condanna, altri ancora, ricordando i suoi segni miracolosi si chiedevano come fosse stato possibile condannare un uomo che aveva fatto del bene. Così molti in questi giorni, piuttosto che fermarsi al dolore di questa tragedia, hanno iniziato la caccia
al colpevole, come è avvezza questa umanità malata di disumanità. Abbiamo bisogno di un colpevole per trovare ragione in una tale circostanza? O forse avremmo avuto bisogno del silenzio, perché ciascuno potesse aprire il proprio cuore e guardarsi dentro, perché il
dolore di una giovane vita potesse interrogare la nostra vita? Ora siamo qui, idealmente sotto la croce, contemplando quell’uomo appeso che finalmente, prima di esalare il suo ultimo respiro, grida! Gesù durante la cattura, durante il processo-farsa, durante la via del Calvario non ha detto nulla. Non ha aperto bocca, non ha risposto alle calunnie, al tradimento, all’abbandono, all’ingiustizia; ma ad un certo punto grida la sua disperazione al Padre: “Perché mi hai abbandonato?” Nel grido del Figlio di Dio c’è il grido di ogni figlio dell’uomo che vive un tempo di angoscia e di grande sofferenza. La nostra sorella Diana, ragazza molto riservata e rispettosa, lunedì sera ha gridato al mondo la sua angoscia nel silenzio assordante della sua morte. Quante grida inascoltate portiamo nel cuore? Quante domande non risposte? Quanto dolore inespresso? Il suo corpo inerme, qui davanti a noi, continua a gridare rispetto e silenzio. Continua ad essere segno di tante storie ordinarie nelle quali si ha paura di tendere la mano per timore del giudizio, si è schiacciati dal peso delle aspettative, si è angosciati per una vita che sembra essere una continua
“messa alla prova”. Oggi siamo qui per pregare per lei, per la nostra Diana, per essere vicini ai suoi genitori, a sua sorella, ai suoi familiari perché oltre al peso del dolore e della sofferenza non portino altri pesi sulle loro spalle, ma si sentano avvolti dal calore del nostro ideale abbraccio; soprattutto nei prossimi giorni, nei quali Diana sarà dimenticata ed entrerà negli annali della cronaca e noi aspetteremo l’ennesima tragedia per interessarci dell’altro. In questo mondo malato occorre somministrare una cura; la medicina giusta ce l’ha consigliata proprio Gesù prima di morire: “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi; nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici!”
Per noi Diana è sorella, figlia, nipote, amica; per noi Diana è quella brezza delicata che accarezza il nostro viso e ci fa sentire accolti, per noi Diana è un segno di prossimità e di vicinanza. Non lasciamo morire Diana una seconda volta! Mi rivolgo soprattutto ai giovani presenti: impariamo a sentire la bellezza della nostra vita, anche se la debolezza ci prende, anche se la fragilità ci fa fallire; Gesù stesso, il Figlio di Dio, sulla strada della croce è caduto tre volte, perché potesse essere segno di un’umanità capace di rialzarsi con la forza
dell’amore. Sì, perché l’unico successo nella vita è la capacità nostra di spenderci ell’amore, senza riserve, senza contraccambio. Un amore vero, autentico, sincero, nel quale oggi la nostra sorella Diana vive e nel quale lei stessa ci chiede di vivere.
Diana, anima cara, prega per la tua famiglia, chiedi a Gesù di essere un balsamo per il loro cuore trafitto dal dolore; aiutaci su questa terra a vivere da fratelli, perché l’amore sia il senso più vero del nostro esistere. Ti custodisca per sempre la Madonna di Castello, la prima che ti ha soccorso; ella ti ha aperto le braccia per accoglierti sul suo seno e portarti dove eternamente vivrai nell’amore di Dio”.
Ciao, Diana.