Sant’Anastasia, il sindaco insulta il capogruppo Pd: «Sei un imbecille». La replica di De Simone: «Detto da tale pulpito, non mi offende».

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L'aula consiliare di Palazzo Siano (photo by Mimmo Iossa)
Antonio De Simone (Pd)

Scambi di ingiurie nell’aula consiliare di Palazzo Siano. Il presidente dell’assise Mario Gifuni: «Dovete rispettare il vostro ruolo».

Il clima di distensione con auguri e scambi di convenevoli per il benvenuto al nuovo assessore al bilancio, Mariano Caserta, è durato poco nella seduta di consiglio comunale di ieri (ndr, venerdì 27 gennaio). All’ordine del giorno soltanto l’approvazione dei verbali precedenti e una variazione di bilancio relativa ad un finanziamento per la bonifica dei Regi Lagni, oltre che interrogazioni e question time di varia natura presentate dall’opposizione. Ma gli animi si sono accesi sul finire dell’assise, quando il capogruppo del Pd, il consigliere Antonio De Simone che fu avversario di Abete nel ballottaggio 2014, ha approfittato dei minuti concessigli per intervenire rivolgendosi al sindaco. Toni ironici, nella premessa: «Nonostante l’affollata aula consiliare (ndr, vuota)- ha esordito De Simone – volevo rivolgere il mio sentito “grazie” al sindaco della comunità per il non trasferimento del presidio del 118 da Sant’Anastasia».

Il manifesto di Abete che ha provocato la reazione del Pd

Il riferimento, chiarissimo,  è alla polemica (LEGGI QUI) sorta tra Abete e un altro consigliere del gruppo Pd, Raffaele Coccia, che da molti giorni si scontrano a colpi di post sui social, comunicati stampa e interviste per vedersi riconosciuto il merito della mancata «fuga» del servizio Asl dalla città. Coccia ha dalla sua la trascrizione ufficiale dei verbali di consiglio comunale in cui, da solo e contro il dichiarato parere del sindaco – incita gli amministratori a proporre all’azienda sanitaria i locali di proprietà Asl, soluzione alla fine adottata positivamente. Della questione si è interessata inoltre, in tandem con Coccia, la consigliera regionale Enza Amato. D’altro canto il sindaco è il sindaco, vale a dire colui che in teoria dovrebbe essere il referente naturale, con mandato a «trattare» la specifica questione. Non solo da primo cittadino ma pure come massima autorità sanitaria sul territorio. Fatto sta che le carte, nel caso specifico, «cantano». E «canta», ove mai si volesse dar vita pure ad uno scontro in merito tra esponenti dello stesso partito, pure il comunicato stampa partito da Palazzo Siano il 17 gennaio scorso. Una nota in cui il sindaco si attribuisce il merito ringraziando non la consigliera regionale Amato o i consiglieri Pd, nemmeno per il sostegno, bensì citando come suo più fervido sostenitore nel caso specifico, un altro esponente del Pd, l’onorevole Massimiliano Manfredi.

Insomma, ce n’è abbastanza per un mini «incidente diplomatico», senza contare il manifesto fatto affiggere in città da Abete: proclama con il quale annuncia la «promessa mantenuta» stigmatizzando le strumentalizzazioni. Insomma, tradotto dal politichese: è merito mio, punto e basta. Ma in consiglio comunale il capogruppo Pd ha fatto capire chiaramente di non aver digerito lo sgarbo al suo gruppo e dopo la premessa ironica ha proseguito: «Sulle questioni politiche è lecito pensarla diversamente, sulle soluzioni pure ma ciò che deve venire prima di ogni cosa è il rispetto della verità – ha detto De Simone – dunque sarei curioso di sapere se tra i componenti della maggioranza ci sia qualcuno che ha avuto la delicatezza e il coraggio di far presente al sindaco che quel manifesto era un attacco alla verità». Abete non ha spiegato, non ha argomentato, non ha fornito dettagli. Ha semplicemente risolto la questione rivolgendosi al consigliere con l’epiteto «Imbecille».  La risposta di De Simone? Impeccabile dal punto di vista dell’aplomb: «Considerando da chi proviene, l’insulto non mi offende». E ha poi proseguito: «Bisogna avere il coraggio di dire la verità che è agli atti di questo consiglio comunale: la soluzione è stata indicata dal consigliere Coccia, non c’è da vergognarsi, non ci sarebbe nulla di male, per chi è in maggioranza, nel riconoscere che l’esito positivo della vicenda è frutto del lavoro di un altro gruppo politico».

Sottofondo dell’intervento di De Simone, urla e tumulti in aula, con il presidente Gifuni che tentava, vanamente, di far rispettare il civico consesso, arrivando anche a spegnere i microfoni dei consiglieri. (da siparietto degno di Zelig lo scambio di battute tra Coccia e Gifuni: «Chi spegne i microfoni?», «Io»- risponde il presidente. «E come ti permetti?», è stata la replica del consigliere). Altri insulti sono volati nell’aula consiliare e a quelli del consigliere Di Fraia rivolti a Coccia («Cretino, maleducato») ha risposto lapidario il capogruppo Pd: «Vai a scuola». Placati gli animi e dopo molti richiami del presidente ai consiglieri ad avere rispetto per il ruolo che ciascuno di loro ricopre, si è passati al voto della variazione di bilancio. I consiglieri Pd si sono espressi positivamente in merito, chiedendo però al neo assessore Caserta ulteriori dettagli per iscritto in merito alla tempistica con cui la ratifica è approdata in consiglio.