Non si spengono i fari sulla bocciatura in pubblica assise dell’adesione della cittadina vesuviana al Patto Terra dei Fuochi. In conferenza stampa i consiglieri comunali democrat hanno evidenziato le criticità dell’attuale squadra di governo.
«La proposta avanzata da Pd ed UdC di far aderire Sant’Anastasia al patto Terra dei Fuochi per poter usufruire dei fondi utili alla bonifica delle località inquinate è stata bocciata dall’amministrazione Abete perché idea dell’opposizione consiliare. Una scelta scellerata, questa, che va contro gli interessi della collettività». Con queste parole la segretaria democrat Grazia Tatarella ha dato inizio alla conferenza stampa che si è svolta questa mattina, venerdì 24 aprile, presso la sede del circolo di via Marconi, alla quale erano presenti i tre consiglieri comunali che siedono nella massima assise cittadina.
Giuseppe Maiello ha posto l’accento sull’istituzione del registro delle aree interessate da abbandono e rogo dei rifiuti, proposta dalla consigliera Fornaro: «Qui si è commessa un’irregolarità: un emendamento è a supporto di una proposta di delibera e nel caso specifico doveva essere un valore aggiunto alla nostra proposta e non una sostituzione ad essa. Il regolamento del consiglio comunale prevede che una mozione deve essere presentata agli atti nelle mani del segretario comunale per poi essere discussa nella successiva seduta di consiglio utile e non oltre i trenta giorni. Questo non è accaduto perché ha di fatto sostituito la nostra delibera e quindi l’approvazione dell’atto è irregolare. Stiamo valutando dal punto di vista legale, procedurale ed amministrativo, l’iter che possa portare all’annullamento dell’atto amministrativo».
Altro tema snocciolato da Maiello è il debito fuori bilancio dell’Amav, municipalizzata adibita alla raccolta dei rifiuti, approvato dal consiglio comunale: «Abbiamo sempre dichiarato che l’azienda non andava liquidata né fatta fallire, perché sarebbe stato un problema grande per la nostra comunità, tant’è che il Comune è costretto a pagare un milione e duecentomila euro per il suo fallimento. Scelta scellerata perché con la privatizzazione del servizio abbiamo avuto un aumento considerevole della tassa dei rifiuti a danno della collettività. Opportuno è rivedere il sistema integrato dei rifiuti: ci impegneremo per denunciare tutte le cose che riteniamo incongrue per garantire ai cittadini il miglior servizio possibile a prezzi accettabili».
Raffaele Coccia, insistendo sul tema dell’inquinamento ambientale, ha parlato del “mistero” dei rifiuti scomparsi in via Carafa (LEGGI) e dell’atteggiamento «ambiguo» del sindaco Abete che «nelle vesti di presidente del consiglio pareva essere d’accordo sull’adesione patto Terra dei Fuochi e poi da sindaco ha cambiato idea ma senza dare spiegazioni in merito». «L’assessore Graziani ha detto che non potevamo aderire al patto perché il territorio non ha una seconda isola ecologica – rintuzza Coccia – ma è falso. Somma Vesuviana ha aderito al patto ed ha avuto finanziamenti per fare la seconda isola ecologica che qui sembra l’isola che non c’è. Dicono che Sant’Anastasia sarebbe stata infamata, marchiata ma i paesi che hanno aderito alla Terra dei Fuochi a livello commerciale sono di gran lunga superiori a noi, hanno pensato bene di tutelare i loro prodotti e la loro economia. Qui abbiamo invece un’amministrazione che non potrà mai dare risultati importanti alla nostra collettività».
A chiudere il ventaglio degli interventi è stato il capogruppo del Pd Antonio De Simone: «Quei pochi cittadini che partecipano al consiglio comunale hanno notato che la sua conduzione politica viene affidata non al primo cittadino, così come dovrebbe essere per prassi consolidata e per logica, ma ad un cittadino che non è di Sant’Anastasia e mi riferisco all’assessore Graziani. Su un tema così importante come quello della Terra dei Fuochi non c’è sensibilità politica alcuna e poi bisogna fare chiarezza sul servizio civile per ragazzi», ha chiosato De Simone continuando:
«Il Comune ha istituito il servizio civile, fatto il bando al quale vi hanno partecipato centinaia di ragazzi e poi è stata chiamata una società per la selezione di questi giovani, per la somma di circa quattromila euro. Soldi buttati al vento. Le selezioni si svolgevano facendo domande tipo “come ti chiami”, “perché vuoi partecipare al servizio civile”, probabilmente per fare la solita clientela, ma non era più giusto sorteggiare i concorrenti?».
Sullo scontro verbale che c’è stato nel corso dell’ultima pubblica assise con il consigliere di maggioranza Alfonso Di Fraia, il capogruppo Pd ha stigmatizzato «i toni violenti e l’invettiva personale» e concluso: «In consiglio comunale sono state mese in dubbio la nostra onestà e moralità ma non accettiamo lezioni da nessuno, specialmente da qualche membro della maggioranza dell’amministrazione comunale perché nessuno ha i numeri e la facoltà per darci lezione in tal senso. Noi dell’onestà, della trasparenza e della moralità ne abbiamo fatto non un’etichetta ma una scelta di vita quotidiana e politica».