Regolamento di conti a Pomigliano, 3 arresti per l’agguato di camorra

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Tutti in cella, vittime comprese. È questo l’esito dell’inchiesta che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Diego Ferraro, Daniele Errico e Renato Cerracchio, accusati – a vario titolo – di tentato omicidio, porto e detenzione di arma da fuoco, con l’aggravante della finalità mafiosa. Lo riferisce il Roma.

L’operazione è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, dopo mesi di indagini coordinate dalla Dda di Napoli. I fatti risalgono alla notte del 12 aprile 2024, quando un presunto regolamento di conti tra clan rivali si trasformò in un agguato fallito.

Due giovani, rispettivamente di 19 e 23 anni – già noti alle forze dell’ordine – si erano lanciati contro una Audi Q2 a bordo di uno scooter SH, armati e pronti a colpire. Ma l’azione non andò a buon fine: l’uomo al volante tentò di investirli e sul veicolo venne trovato un foro di proiettile. I due centauri rimasero gravemente feriti e finirono in ospedale, uno a Napoli e l’altro a Nola, entrambi in condizioni critiche ma poi migliorati con il tempo.

In un primo momento, l’episodio fu presentato come un incidente stradale. Lo stesso Ferraro si recò dai carabinieri raccontando di aver subito un tentativo di rapina. Una versione che non convinse gli investigatori, i quali – anche grazie alle immagini di videosorveglianza e alle testimonianze raccolte – ricostruirono un quadro molto diverso: una vera e propria imboscata camorristica, maturata nel contesto della contrapposizione tra il clan Ferretti e il clan Cipolletta per il controllo degli affari criminali a Pomigliano d’Arco.

Determinante è stato anche il contributo del collaboratore di giustizia Salvatore Ferretti, che in più interrogatori ha fornito elementi ritenuti di grande rilievo.

Alla luce di questi riscontri, nelle ultime ore sono scattati gli arresti. L’inchiesta, però, non sembra chiusa: gli inquirenti lasciano intendere che possano emergere ulteriori sviluppi.

Naturalmente, per tutti gli indagati vale il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.