La protesta dei lavoratori di Capodichino, compatti contro la cessione a Lettieri, e le preoccupazioni di quelli di Pomigliano e Nola, che sono tantissimi. Intanto c’è la sensazione che Moretti voglia indorare la pillola….
Ieri dall’ Alenia è giunta una doppia notizia, la convocazione per oggi dei sindacati all’Unione degli industriali di Napoli (in serata però si è anche parlato di uno spostamento del faccia a faccia nello stabilimento di Pomigliano) e la riapertura, fissata a mercoledi prossimo, 27 maggio, del confronto sulla cessione dello stabilimento di Capodichino all’Atitech di Gianni Lettieri, confronto che si era bruscamente interrotto il 13 maggio scorso. Secondo autorevoli indiscrezioni si tratta di due eventi con un determinatore comune creato dal timoniere renziano di Finmeccanica, Mauto Moretti: calmare i sindacati e, soprattutto, i lavoratori. Placare protesta e dissenso, fugare tutti i dubbi. La notizia della cessione all’imprenditore forzista Lettieri ha finora letteralmente scatenato i 200 addetti dell’impianto ubicato nell’aeroporto napoletano. Scioperi, blocchi e proteste non si contano più. La fabbrica è in assemblea permanete da giorni. Intanto la Fiom è anche riuscita nell’intento di far arrivare il messaggio, a tutti i 4mila lavoratori campani di Alenia, che se passa la cessione di Capodichino allora passerà l’intero progetto di smantellamento del comparto regionale. Si perché per i metalmeccanici della Cgil, rebus sic stantibus, togliere il campo volo dall’impianto partenopeo significherà togliere qualsiasi speranza di vedere realizzato il progetto turboprop, il nuovo velivolo regionale che dovrebbe, ma il condizionale è d’obbligo, sostituire l’ormai più che trentennale Atr, il turboelica a corto raggio la cui fusoliera è prodotta dalla grande fabbrica (2500 addetti) di Pomigliano. Qui in base alle recenti stime della stessa Alenia c’è lavoro per ancora cinque anni. Nel frattempo però sarà necessaria un’altra missione produttiva. Praticamente già adesso. E’ stata però la stessa Fiom a riferire che durante il tavolo, poi interrotto, sulla cessione di Capodichino, il capo del personale di Alenia, Guido Mulè, ha esplicitamente dichiarato che del turboprop non se ne parla proprio e che al momento le priorità sono ben altre. Se poi ci mettiamo l’altro tarlo ficcato nella testa di operai, tecnici e ingegneri, sempre dal sindacato di Landini, è cioè che la srl costituita da Lettieri per assorbire uomini, mezzi e spazi di Alenia Capodichino è davvero parva res, per nulla in grado di reggere il peso di un’operazione del genere, allora si chiude il cerchio della reazione dura e ostinata alle mire aziendali. A ogni modo vedremo che cosa la giornata di oggi ci proporrà. Del resto, sono i fatti che contano.