Tra barche, vecchie amicizie e dichiarazioni che fanno discutere, l’ex Ministro del Commercio USA rivela: “I dazi? Li avevamo pianificati con Trump già nel 2015.”
Palm Beach, Florida. A bordo di una barca ormeggiata tra le acque cristalline, una conversazione tra vecchi amici riaccende il dibattito sulla politica economica americana dell’era Trump. George G. Lombardi, attivista politico e consulente vicino all’ex presidente, dialoga con l’ex Ministro del Commercio:
> “I dazi? Ne avevamo parlato con Trump e altri già nel 2015. Poi nel 2017 abbiamo iniziato con la Cina. Ma la gente davvero crede che Trump, i professionisti della finanza e i grandi imprenditori non avessero fatto i conti bene… e già da anni?”
Un’affermazione che Lombardi accoglie con un semplice ma significativo:
> “Grazie Will, volevo sentirtelo dire.”
Non si tratta solo di dichiarazioni estemporanee. Anche l’attuale Ministro del Tesoro, Bessent – noto per la sua vicinanza a Wilbur Ross – ha ribadito in una recente trasmissione TV che l’impatto delle tariffe imposte alla Cina nel 2017 è stato ampiamente gestibile:
> “Una tariffa del 20% sulla Cina ha portato a un aumento del livello dei prezzi dello 0,7% in quattro anni. Penso che sia abbastanza buono. E sapete cos’altro è sceso? I prezzi del petrolio: quasi -15% in due giorni. Questo ha un impatto sui lavoratori americani molto più del mercato azionario. I tassi d’interesse hanno toccato il minimo dell’anno, quindi mi aspetto una crescita delle richieste di mutui.”
Lombardi, sul suo profilo, denuncia la manipolazione del consenso da parte dei media e dei grandi poteri finanziari, puntando il dito contro quelli che definisce “venditori di fumo”:
> “Speculano sulla PAURA. Guerre, epidemie, crolli finanziari… tutto solo per distruggere la classe lavoratrice e le libertà: di parola, di azione e perfino di pensiero. Per installare la dittatura delle élite globaliste.”
Conclude con un messaggio rassicurante, ma dal tono combattivo:
> “Tranquilli, andrà tutto bene.”
Le parole di Lombardi e dei protagonisti della scena economica USA tornano a far discutere, in un momento storico in cui l’economia globale sembra tornare al centro dello scontro ideologico tra nazionalismo economico e globalizzazione.