All’andata il Napoli si dimostrò generoso con i bergamaschi. Fu beneficenza a Bergamo. Ma il cuore di Napoli, si sa, è immenso. A Bergamo fu solo l’inizio. Dopo l’Inter, gli azzurri regalano altri punti agli altri neroazzurri. La ruota della fortuna si è fermata e Calvarese dimostra di aver bisogno di una ripassata delle regole del calcio, o forse di una visita da un oculista.
Benitez lascia fuori Mertens e Hamsik, al posto di De Guzman e Gabbiadini. Britos è il terzino sinistro e Henrique va al centro. L’Atalanta dell’ex Reja adotta un modulo speculare. Gli allenatori sconfessano il proprio credo, pur di adottare una disposizione speculare, che sembra creare problemi al Napoli di Benitez.
La Curva A è semivuota per la squalifica (entrano solo gli abbonati). La curva A e soprattutto la curva B omaggiano la scomparsa di Pasquale D’Angelo, storico capo ultrà.
Il Napoli è in evidente crisi di risultati. E lo si vede in campo. Non riesce a tenere i ritmi alti per tutta la frazione di gioco. Ma nonostante ciò, già a pochi minuti dall’inizio Britos incorna una palla da calcio d’angolo, l’ex Denis salva sulla linea. Il Napoli concede però qualche cosa, è Gomez che da solo scaglia la palla alta. Si registra anche una punizione di Gabbiadini, e un’occasione dal limite di Higuain. Si spera nel secondo tempo. Il Napoli ha guidato la partita, ma l’Atalanta, con il nuovo modulo, portava costantemente 4 uomini in linea sulla linea della nostra retroguardia, ma ha certamente creato meno degli azzurri.
Il secondo tempo è più movimentato. Occasionissima per Higuain, colpo ravvicinato su un cross di Callejon, Sportiello fa il miracolo. Una parte del San paolo si spazientisce. Si sentono dei fischi. Il pubblico rumoreggia. Al 55’ sembra che la partita si possa indirizzare lungo i giusti binari, Gomez è espulso per somma di ammonizioni. L’arbitro non aveva brillato, ma la decisione, giusta, lo riabilita. Il Napoli inizia l’assalto alla difesa avversaria. Si registrano un paio di tentativi di Gabbiadini, e un grande palo su un tiro a giro di De Guzman. Ma nulla. Altri fischi. Arriva il primo cambio. Mertens per Callejon. Lasciato troppo solo sulla sinistra, l’olandese non riuscirà quasi mai a creare la superiorità numerica. Da quel lato, buona prestazione di Britos, che nel finale arriverà molte volte al cross. Uscirà anche Gabbiadini per Hamsik. Poi l’episodio che ammazza la partita. Henrique tentenna e Calvarese diventa protagonista. In recupero, Henrique ha il controllo della palla, tentenna, non la spazza e non la passa al portiere, si addormenta, il brasiliano cade, è da dietro Pinilla che lo scalcia, l’attaccante cileno evita Andujar, e segna facilmente. Pinillia ha staccato ancora il tagliando con il Napoli. Troppa sufficienza da parte di Henrique, che avrebbe potuto fare di tutto, ma l’errore di Calvarese è grave e decide la partita. Inizia lo show di Calvarese. Le proteste del Napoli non servono a nulla. Il Napoli è demoralizzato. Ma il Napoli non demorde. E’ anche in superiorità numerica, ed inevitabilmente l’Atalanta si difende. Dopo qualche minuto, ancora un difensore, Henrique, ancora di testa, e ancora un’ex, Cigarini, che salva sulla linea. Ex maledetti per il Napoli. Benitez concede gli ultimi 10 minuti a Zapata che rileva David Lopez, Hamsik passa in mediana. Da un cross di Hamsik arriva il pareggio. E’ Zapata di testa. Salta più di tutti. Il nostro mammone è usato col contagocce, ma segna e segna. Ma Calvarese ha deciso che l’errore su Henrique non bastava. Il Napoli attacca, si vive il forcing finale. Calvarese decide di non concedere il vantaggio, dopo un fallo sulla linea laterale, blocca una possibile occasione d’oro per gli azzurri. Un’occasione di Hamsik avrebbe potuto risolvere la partita, ma il bel fendente dello slovacco è fuori. Calvarese termina l’incontro, ammonendo Maggio che spintona D’Alessandro, e non vede l’atalantino allontanare la palla per perdere tempo. Espulsione anche Benitez, imbufalito per le decisioni dell’arbitro. Recupero gestito male dall’arbitro. Calcio non propriamente corretto quello Atalantino, morti e feriti in preda a morbi sconosciuti, e il portiere avversario si è reso responsabile di innumerevoli perdite di tempo. I nostri circondano l’arbitro nel finale.
Il dopo partita è ancora più incandescente.
Le parole di Benitez sono ancora più preoccupanti: “Abbiamo creato otto occasioni da rete, il gol dato a loro ha cambiato tutto perchè ci ha messo ansia. Dopo quel gol si è giocato pochissimo, un ostruzionismo continuo da parte loro. Qui la chiamano cattiveria questo tipo di atteggiamento, io uso un altro nome ma non voglio dirlo”. E continua: “Io sono convinto che non ha visto, altrimenti sarebbe pericoloso. Sono sicuro che lui non ha visto, che non ha visto l’assistente i collaboratori ed il quarto uomo. Non ho mai preso nemmeno un cartellino giallo in tutta la mia vita, quello che è successo stasera mi sembra davvero strano. Se mi arrabbio stasera vuol dire che forse ho ragione. Perdere una partita contro una squadra che non passava la metà campo, in dieci uomini, può accadere solo per un episodio che sono sicuro non sia stato visto. Ci può stare”.
A chiudere il cerchio ci pensa la SSC Napoli, con un comunicato ufficiale: “E’ una vergogna! Tavecchio non può perdere in questo modo la sua credibilità. Un arbitraggio non da Serie A che falsa il campionato. In Inghilterra questo non sarebbe successo”
Il Napoli è in crisi di risultati, non è al meglio, le cose che riuscivano non riescono più. Nonostante questo stato di cose, il Napoli riesce a creare tanto. La sciagurata direzione di gara di Calvarese ha pregiudicato la gara. Fastidioso lo scorretto ostruzionismo atalantino.
Il Napoli è quinto. Anche la Sampdoria ci scavalca. Tempi amari. Amarissimi. Tanta paura per il futuro prossimo. Che la pastiera porti un po’ di dolce in casa azzurra.
Crescenzo Tortora
La Mia sul Napoli