Periodo di crisi, periodo di critiche. Dopo un risultato negativo si cerca un colpevole. E’ toccato e tocca a Benitez, de Laurentiis e il giocatore di turno, De Guzman, David Lopez, Rafael, fino ad arrivare ad Hamsik. Il Napoli è in crisi di risultati e una serie di concause portano una squadra che stava per agguantare la Roma, a rallentare bruscamente e a farsi risucchiare nel gruppetto delle inseguitrici (Lazio, Sampdoria e Fiorentina).
Hamsik è da sempre sulla bocca di tutti. Un ragazzo sempre corretto, e per questo adorato dalla tifoseria, ma spesso criticato per prestazioni non all’altezza. Troppo spesso di recente. E’ un giocatore che ha vissuto due annate in chiaroscuro. Un inizio fulminante nella scorsa stagione, un infortunio, e un Hamsik che non si riconosce più. L’apparente anonimato di Hamsik si è ripetuto quest’anno. Irriconoscibile per lunghi tratti della stagione, è apparso spento, senza motivazioni, con evidenti problemi mentali che lo hanno rallentato, ma si nota un miglioramento delle sue prestazioni nelle ultime partite. Il mister non lo ha mai messo in dubbio, ma lo ha reso partecipe del turnover che il Napoli adotta per fronteggiare le tre competizioni. Ma è un fatto che da Hamsik non si può pretendere l’esplosività di Mertens, o il lavoro di Callejon, e nemmeno la forza e i gol di Higuain. Anche durante le sue migliori stagioni, sebbene in una posizione diversa e un gioco con più spazi, che gli consentiva di avere campo davanti a se, non è mai stato, e dico assolutamente mai, un giocatore continuo. Ma bensì un giocatore con un’ottima tecnica, tempismo e un bel tiro con entrambi i piedi, qualità che gli permettevano di essere un ottimo finalizzatore, il centrocampista ideale per i fantacalcisti.
Con Benitez gli viene chiesto maggior possesso palla e di favorire il giro palla. Certamente non si trova a suo agio con le spalle verso la porta, ma le statistiche dello slovacco ridimensionano una stagione che non sarà di primo piano ma nemmeno catastrofica (fonte whoscored.com). In 34 presenze da titolare o subentrante, tra Serie A ed Europa League, lo slovacco ha giocato 2165 minuti (circa 64 minuti per partita), ha realizzato 6 gol (4 in campionato e 2 in Europa League) e totalizzato ben 9 assist (7 in campionato e 2 in Europa League). A questi si aggiungono il gol in Coppa Italia e gol e assist nei preliminari di Champions League. Un totale di 8 gol e 10 assist. La statistica degli assist è interessante, infatti, è secondo in campionato a pari merito con Candreva, Tevez e Dybala, al primo posto c’è Vazquez con 9. E’ il miglior uomo assist del Napoli, in campionato Mertens ed Higuain sono fermi a 4 assist, in Europa League a 1. Ed è ai primi posti in campionato per quanto riguarda la speciale classifica dei “key passes” (“passaggi chiave”), con una media di 2.1 a partita. Zero cartellini gialli e rossi.
Ma le statistiche ci vengono in aiuto anche per confrontare questa stagione con le passate. Il mero dato numerico, riassunto nella tabella sulla destra (i dati sono stati estratti dal sito whoscored.com e si basano sulle statistiche di campionato e coppe europee dalla stagione 2009/2010 alla presente), ci dice che in questa stagione (campionato + Europa League) Hamsik ha fatto un gol ogni 361 minuti effettivi di gioco (ogni 4 partite effettive), invece fa 1 assist ogni 241 minuti (circa ogni 3 partite effettive). E’ interessante notare come dalla stagione 2009/2010 le sue capacità realizzative (in termini di minuti giocati) si siano andate deteriorando. Di contro, fa più assist. Quest’anno, con un assist ogni 241 minuti lo slovacco si supera! Questo cambiamento può essere dovuto ad una sua evoluzione personale o all’impianto tattico. Il contributo di Hamsik sembrerà sterile durante la manovra, ma è evidentemente fondamentale per gli assist che serve ai compagni.
Numeri che mettono sotto una luce diversa l’annata di Marek Hamsik, e del suo contributo più o meno oscuro. Negli anni si è trasformato da goleador a uomo assist. Però dallo slovacco ci si aspetta di più.
Crescenzo Tortora
La Mia sul Napoli
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