Giovedì 22 giugno sono stati proclamati, nella sede dell’I.C. San Gennarello, i vincitori del concorso interno intitolato a Raffaele Pappalardo che venne ucciso da fuoco nemico durante la Prima Guerra Mondiale. Il “tema “del concorso invitava gli alunni a esprimere – con un disegno gli alunni della Primaria e con un elaborato o in prosa o in versi quelli della Secondaria di 1° grado – le loro riflessioni sui valori della pace e sugli orrori della guerra. Carmine Cimmino ha ricordato il dott. Raffaele Casucci.
C’erano gioia e soddisfazione nella voce della Dirigente Scolastica dott.ssa Iolanda Nappi mentre rivelava i nomi dei vincitori: per la Primaria, il primo è stato Iervolino Francesco, il secondo Giamundo G., terzi, a pari merito, Annunziata Maria e Falcucci Francesco; per la Secondaria, la giuria ha assegnato il primo posto a Vincenzo Prisco, il secondo a Catalano Diego, il terzo a Cirella Luigi. Il Premio è intitolato a Raffaele Pappalardo, un giovane avvocato di San Gennarello che durante la Prima Guerra Mondiale morì combattendo eroicamente alla testa dei suoi uomini – era sottotenente di fanteria – sul Monte Nero il 25 novembre 1915. Il Ginnasio “Leopardi” (poi Liceo Classico “A. Diaz”) gli intitolò un’aula, e il Comune di Ottaviano ha dato il suo nome al tratto della strada storica che attraversa il centro di San Gennarello. Carmine Cimmino, che con don Raffaele Rianna e con la signora Ambrosio faceva parte della giuria, ha ricordato che Raffaele Pappalardo credeva a tal punto nell’ Unità d’Italia che fondò un circolo culturale e lo chiamò “Giosuè Carducci”: un omaggio al poeta della gloria e dei fasti del popolo italiano. Quando, nel settembre del 1915, partì in treno per il fronte, all’amico dott. Silvio Cola che l’accompagnò alla stazione disse: “Ti affido la mia memoria”.Il Premio è stato promosso dalla famiglia Giugliano – Ambrosio che discende dai Pappalardo, una famiglia che nella seconda metà del sec. XIX svolse un ruolo importante nell’economia e nella politica del territorio di Ottajano. Carmine Cimmino e Don Raffaele Rianna, parroco della Chiesa di San Gennaro in San Gennarello, che tra i tanti meriti ha anche quello di aver voluto il restauro di tele importanti, patrimonio della Chiesa, hanno ringraziato le famiglie, i docenti e la Dirigente, perché, organizzando questo Premio, hanno contribuito a sottolineare tre aspetti importanti: il notevole livello della preparazione degli alunni, il ruolo centrale che la storia dovrebbe conservare nei programmi scolastici, la necessità di fare in modo che i ragazzi conoscano la storia della comunità, dei luoghi, dei personaggi, degli edifici, dei mestieri e si convincano del fatto che ognuno di essi porta dentro di sé i segni di questo prezioso patrimonio. Dopo le loro ricerche, essi “leggeranno” e “sentiranno” il nome di Raffaele Pappalardo con una partecipazione emotiva che fino a ieri non avvertivano. La Dirigente, dott.ssa Iolanda Nappi, ha confermato che questo “premio” è solo l’inizio di un “viaggio” che gli alunni faranno nella storia della comunità: Carmine Cimmino ha ricordato che via Pappalardo è un tratto della Nola – Sarno, la strada che ancora nel 1914 era attraversata, nei due sensi, da almeno 400 carri al giorno e che era fondamentale per i mercanti del grano, della pasta e delle verdure. Era presente alla manifestazione il dott. Felice Casucci, assessore al turismo della Regione Campania, la cui famiglia ha vincoli e rami di parentela con quella dei Pappalardo. E Carmine Cimmino, a conferma di ciò che prima si diceva a proposito della storia della comunità, non ha potuto fare a meno di ricordare che il padre dell’assessore regionale, il dott. Raffaele Casucci, fu negli anni ’60 e ’70 un modello esemplare del “medico di famiglia”, per la competenza, per la disponibilità, per la rara capacità di suscitare nel malato il così detto “effetto placebo”, grazie al quale,solo vedendo il dottore e ascoltandone la voce, il malato si sentiva già meglio. Il dott. Casucci aveva studio in San Gennarello, e Carmine Cimmino ha detto che quando il dottore non era di turno alla Cassa Mutua di piazza Taverna ad Ottaviano, c’era chi scendeva a piedi fino a San Gennarello, per chiedere ricette e consigli. E la porta del dottore era sempre aperta.