Papa Francesco e Napoli: un legame di fede, popolo e speranza
Il rapporto tra Papa Francesco e la città di Napoli è stato profondo e ricco di significati, fatto di incontri sinceri e gesti che hanno lasciato il segno nella memoria collettiva. Il Pontefice ha visitato il capoluogo partenopeo due volte, nel 2015 e nel 2019, e in entrambe le occasioni ha dimostrato una particolare attenzione verso i più fragili e i luoghi simbolo delle sfide sociali e spirituali della città.
La prima visita, il 21 marzo 2015, si aprì a Pompei con una preghiera intensa nel Santuario della Beata Vergine del Rosario. Da lì, l’elicottero papale lo portò direttamente a Scampia, cuore pulsante di contraddizioni, dove Francesco incontrò rappresentanti delle categorie sociali più diverse, parlando di giustizia, lavoro e dignità. L’immagine del Papa tra le palazzine del quartiere è rimasta emblematica del suo stile pastorale: concreto, vicino, popolare.
Dopo aver attraversato la città in papamobile, arrivò in piazza del Plebiscito per celebrare la messa all’aperto, di fronte a migliaia di fedeli. Ma fu nel carcere di Poggioreale che Francesco volle mandare uno dei suoi messaggi più forti, scegliendo di condividere il pranzo con i detenuti, come segno di misericordia e attenzione verso chi è ai margini. Nel pomeriggio, venerò le reliquie di San Gennaro nel Duomo, assistendo a un evento eccezionale: la liquefazione del sangue del santo avvenne alla presenza del Vescovo di Roma, per la prima volta nella storia. La giornata si concluse con l’incontro gioioso in piazza del Gesù e, infine, sul Lungomare di Mergellina, dove dialogò con giovani e famiglie in un clima di festa.
Nel 2019 il ritorno a Napoli fu più breve ma altrettanto simbolico. Il 21 giugno, Papa Francesco partecipò all’incontro “La teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto del Mediterraneo”, promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Un’occasione per rilanciare il dialogo interreligioso e il ruolo del pensiero cristiano nella costruzione della pace, in un’area – il Mediterraneo – teatro di speranze e ferite.
Al centro del legame tra Francesco e Napoli c’è anche il rapporto speciale con don Mimmo Battaglia, l’ultimo Arcivescovo della città nominato dal Pontefice. Calabrese, dal cuore pastorale e dall’animo sociale, don Mimmo è stato scelto per guidare la diocesi il 12 dicembre 2020, in un momento delicato per la città e per la Chiesa locale. Papa Francesco lo ha voluto vicino al popolo, sulla strada, tra gli ultimi. Non a caso, nel Concistoro del 7 dicembre 2024, lo ha elevato alla dignità cardinalizia. Una decisione maturata quasi all’improvviso, in seguito alla rinuncia di un altro prelato: una scelta di cuore, più che di protocollo, com’è nel suo stile.
Oggi, dopo la morte del Papa, avvenuta il 21 aprile 2025, don Mimmo ha voluto affidare a una lettera il suo saluto: parole accorate che rievocano un’amicizia spirituale profonda. “Con quella voce che sapeva di Vangelo e di strada”, ha scritto, “Francesco ci hai insegnato a credere nella forza della misericordia”. Ora, come cardinale elettore, don Mimmo porterà con sé anche lo spirito di Napoli nel Conclave che sceglierà il successore di Bergoglio. E il popolo napoletano, ancora una volta, resterà vicino al Papa che ha camminato con loro, senza mai temere di sporcarsi le mani tra la polvere della città e la luce del Vangelo.