L’imprenditore Angelo Perrotta risponde con durezza alle proteste e alle denunce della gente contro il suo cementificio di masseria Fornaro-Ciccarelli, a Pomigliano. Cittadini che accusano l’impianto di essere una pericolosa attività inquinante. << Noi – spiega – riceviamo nell’impianto una marea di controlli che forse nessuna azienda nazionale riceve. Ma l’Arpac e la Città Metropolitana – puntualizza il proprietario del cementificio – non hanno trovato niente. Noi, peraltro, abbiamo tutte le autorizzazioni necessarie. Per cui le accuse che ci rivolgono sono tutte “bufale” >>. Perrotta non la mando cero a dire. << I vicini – incalza – stanno alzando un polverone. Quest’ impianto è stato realizzato 37 anni fa ma loro hanno costruito qui le case solo negli ultimi venti anni. E’ questo anche il motivo per il quale abbiamo fatto una serie di denunce agli organi a cui compete il controllo urbanistico. Intanto alcuni edifici sono risultati con il condono ma altri il condono addirittura non ce l’hanno proprio. E in quella zona non ci sono nemmeno gli scarichi delle acque reflue delle civili abitazioni. Quindi sono loro che inquinano. Ma di cosa stiamo parlando ? >> . Resta comunque una situazione ambientale nel territorio a est di Napoli davvero precaria. Sempre a Pomigliano risulta fuori uso da due giorni la centralina dell’Arpac installata nella zona industriale per il rilevamento delle polveri sottili in quella che è stata soprannominata la città “più cinese” d’Italia. A ogni modo in base ai dati finora registrati restano nel primo semestre di quest’anno San Vitaliano, Pomigliano e Acerra i comuni più contaminati della Campania. Al primo posto c’è San Vitaliano, con 74 sforamenti dall’inizio dell’anno, al secondo c’è Pomigliano, con 61 (ma qui il rilevatore è, come anticipato, non funzionante), e al terzo gradino di questo triste podio si accomoda Acerra, con 46 sforamenti. Secondo la legge non sono ammissibili più di 35 sforamenti all’anno. Così come rimangono un mistero le cause specifiche delle principali fonti dell’inquinamento da record in quest’area, dove insistono la centrale Friel a olio di Palma, l’inceneritore di rifiuti dell’A2A, le grandi fabbriche aeronautiche Leonardo e Avio, il gigantesco stabilimento automobilistico della Fiat e, appunto, cementificio. Se poi a ciò si aggiungono l’ intenso traffico automobilistico e il quasi quotidiano incendio dell’immondizia scaricata abusivamente nella campagne o depositata nei siti di stoccaggio (vedi il recente incendio della Ecologia Bruscino, proprio a San Vitaliano) le preoccupazioni aumentano. Si tratta di un territorio, quello a oriente di Napoli, peraltro sfavorito dalle condizioni climatiche e morfologiche: una conca compresa tra il Vesuvio e gli Appennini in cui prevalgono i venti provenienti da ovest, che fermano l’aria alle pendici dei rilievi.