Il patrocinio del Comune di Ottaviano, di altri Comuni del territorio, dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio; l’attenzione degli amministratori regionali; decine di espositori, le Scuole, un pubblico straordinario, che venerdì ha sfidato anche la pioggia; la danza; la musica: uno spettacolo di ampio respiro. I produttori di olio, di vino e i venditori di carni fresche e di carni insaccate mi hanno ricordato che i tre settori fanno parte della storia di Ottaviano e mi spingono a progettare il racconto di queste pagine di storia. Ringrazio il Circolo “A.Diaz” e il suo prezioso presidente, Michele Romano.
La pioggia di venerdì ha impedito agli alunni del Liceo classico “A.Diaz” e dei tre Istituti Comprensivi di rendere ancora più preziosa la serata con i loro racconti e con la loro musica. Gli alunni dell’Istituto Alberghiero “Luigi de’Medici” hanno anche quest’anno dimostrato alla folla di visitatori quanto sia ampia la loro sapienza e quanto raffinata la loro arte (immagine in appendice): la sapienza e l’arte hanno trovato la sintesi nel “laboratorio di cucina a base di funghi e tartufi”, testimonianza perfetta dello spirito creativo del Dirigente prof. Vincenzo Falco. Tra l’altro, anche i funghi occupano un posto importante nella storia dell’agricoltura vesuviana Nelle serate c’è stato spazio per la musica e per la danza, che fanno parte dei “tesori” del Vesuvio e imprimono armonia nei movimenti e nel vociare della folla: non a caso gli affollati banchetti dei signori Greci e Romani ospitavano danzatori, danzatrici e musici. Ne ho avuto ancora una prova sabato sera, notando che gli
eleganti movimenti degli allievi della Scuola di ballo “Liberty Dance”, diretti da Giulia Rega, “condizionavano” i visitatori, li invitavano – era un invito dolce e forte, nello stesso tempo – a fermarsi, ad ammirare, e poi a muoversi e a parlare nel segno dello stile. Ne discuteremo a lungo con Giulia Rega. Confesso di aver pensato che un evento così importante e complesso meritasse la cornice e la scena di Palazzo Medici: venerdì e sabato ho capito che mi sbagliavo: piazza Mercato è una sede perfetta: non è solo questione di spazi, di vie d’accesso: è una questione di storia, anche questa. Perché in quella piazza già dalla seconda metà dell’Ottocento il popolo tutto di Ottaviano ha conosciuto “le erbe” del Vesuvio e ha imparato a “trattarle”. Ringrazio, da ottavianese, Michele Romano, un uomo risoluto, che non si ferma davanti alle difficoltà. So per certo che già sta pensando alla manifestazione dell’anno prossimo, a correggere, a migliorare. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato con lui, e, in particolare, il dottore Masecchia. Ringrazio i soci del Circolo “A. Diaz”: lo dissi e lo ripeto: nulla si fa nel Circolo senza il sostegno di tutti i soci.