Il Ministro Schillaci ha evidenziato l’importanza dell’educazione a una sana alimentazione nelle scuole.
Secondo studi recenti i casi di obesità e sovrappeso nella fascia di età compresa tra gli 8 e i 9 anni ha raggiunto una percentuale elevata. Dati preoccupanti, che si sommano al grosso spreco di cibo che si produce ogni anno nel nostro paese.
Ma che ruolo può svolgere la scuola nella promozione di sane abitudini alimentari per l’ambiente, la salute e la società?
La scuola grazie alla sua capillare presenza sul territorio rappresenta l’unica istituzione capace di agire sul comportamento civico e la capacità di pensiero critico delle giovani generazioni che risultano obbligate ad interagire ogni giorno con processi di trasformazione che condizionano fortemente e purtroppo negativamente i comportamenti alimentari e le scelte fatte a tavola. Da ciò deriva il consumo di alimenti ready to cook e ready to eat moltiplicando le occasioni di consumo istantaneo e sregolato di alimenti reperibili in ogni ora del giorno atti a essere consumati istantaneamente rispetto ad alimenti freschi. Quindi la scuola, luogo di elezione in quanto istituto sociale capace di mettere in atto una vera e propria rivoluzione nel campo dell’educazione alimentare, resta l’unica istituzione capace di agire per un futuro diverso in quanto l’alimentazione sana e sostenibile e quindi l’educazione alimentare, rappresenta, quindi, il filo conduttore capace di promuovere al tempo stesso la salute e il benessere della persona ed il rispetto dei diritti altrui.
Il cibo può rappresentare il motore del cambiamento e l’educazione alimentare la scintilla capace di innescare pratiche virtuose volte a creare un sistema alimentare sano, sostenibile ed etico.