SANT”ANASTASIA. DA DOVE NASCE L’ANIMOSITÁ DEL SINDACO ESPOSITO

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neAnastasis ripercorre la storia dell”attuale Piano Regolatore per spiegare l”astio del sindaco Esposito verso l”Associazione e i suoi associati.

I cittadini di Sant’Anastasia, leggendo ed ascoltando quanto apparso su una pagina Facebook del 10 dicembre scorso (titolata “Sant’Anastasia Oggi”), si saranno chiesti probabilmente da che cosa deriva tanta animosità del loro sindaco nei riguardi dell’ing. Vincenzo Spadaro, tanta animosità da farlo scantonare in insulti volgari che di certo squalificano e di molto chi li pronuncia, specie nella sua veste di primo cittadino.

Noi di neAnastasis abbiamo già censurato con un pubblico manifesto, inviato pure a questo giornale, tale comportamento assolutamente inaccettabile nei confronti di un nostro associato, reo, agli occhi del sindaco, di scrivere articoli che, anziché innalzare lodi al suo operato, più semplicemente n’analizzano i provvedimenti emessi.

Con il presente articolo vorremmo contrapporre alle denigranti offese del sindaco fatti puntuali affinchè i cittadini che seguono queste vicende possano farsene un’opinione.
Il nostro associato cercherà, quindi, di chiarire da quali motivi scaturisce probabilmente tanta acrimonia, considerando che non c’entrano affatto i rapporti personali che, del resto, non ci sono mai stati. Bisogna allora risalire agli anni ’80 del secolo scorso allorché iniziò la lunga storia dell’attuale Piano Regolatore.

Erano gli anni della ricostruzione post-terremoto dell’Irpinia che interessò anche Sant’Anastasia, con tutto il bagaglio di corruzione che ne scaturì. Anni della prima legge sul condono edilizio che diede la stura a perpetrare ulteriori e più numerosi abusi, nella convinzione diffusa che ci sarebbero stati ulteriori provvedimenti legislativi in tal senso. Anni in cui l’attuale sindaco si affacciò alla politica anastasiana, militando nel partito socialista. In rapida ascesa ricoprì prima la carica d’assessore comunale alle finanze e, in una successiva amministrazione, quella di vice-sindaco.

Dopo questa breve parentesi su quegli anni, ritorniamo all’attuale Piano Regolatore. Questo piano era stato preceduto nel 1971 da un Piano di Fabbricazione incentrato su uno sviluppo dell’edilizia abitativa di vastissime proporzioni. Prevedeva, difatti, la costruzione di 23.000 nuovi vani, che aggiunti a quelli esistenti o già in costruzione, avrebbero dovuto consentire il raggiungimento di un’edilizia residenziale di 35.000 vani e, conseguentemente, in base al parametro di un vano per abitante, l’alloggiamento di una popolazione di 35.000 abitanti (ricordiamo qui che la popolazione di Sant’Anastasia era di 19.378 unità al censimento 1971 ed ha raggiunto 28.023 nel del 2001.

All’inizio degli anni ’80, pur essendo in pieno svolgimento il Piano di Fabbricazione (che difatti rimase operante sino a dicembre 1994), ma trascorsi i dieci anni di validità e non avendo il Comune ottemperato alla redazione del Piano Regolatore Generale, la Provincia di Napoli nominò un commissario ad acta perché approntasse il nuovo piano.
Da quanto esposto sui parametri del Piano di Fabbricazione e considerando la piaga dell’abusivismo edilizio che dilagava in quegli anni, era abbastanza evidente che il nuovo piano dovesse essere essenzialmente rivolto alla realizzazione d’infrastrutture idonee a modernizzare Sant’Anastasia, a valorizzarne le risorse, a mettere ordine all’edificato realizzato, anziché rivolto a nuova ed indiscriminata cementificazione del territorio ad uso residenziale.

Purtroppo i redattori del Piano, sotto la pressione delle forze politiche e degli interessi economici del settore, seguirono tutt’altro indirizzo.
Il commissario ad acta, dopo una prima ipotesi, ventilata ai partiti politici nel marzo 1984 e contestata dall’ing. Spadaro, di costruzione di 16.000 nuovi vani abitativi, adottò e sottopose ad inchiesta pubblica nel settembre 1985, un Piano Regolatore che prevedeva, invece, l’edificazione di 13.000 nuovi vani per una popolazione prevista di 31.245 a dicembre 1993.
A questo piano l’ing. Spadaro inoltrò ricorso nei termini legali. In particolare, con un’analisi demografica rigorosa e la stima dei vani non riportati dal censimento del 1981, ma con concessione edilizia rilasciata, e quelli abusivi, dimostrò che la stima della popolazione al 1993 era di 28.369 abitanti e la necessità di nuovi vani da edificare, con il parametro di un vano per abitante, si attestava su circa 2.750 vani.

Queste contestazioni, unitamente ad altre di più stretto carattere tecnico, convinsero il sindaco di allora, avv. Manno ( vice l’attuale sindaco dott. Esposito) a firmare e far firmare a tutti i consiglieri comunali della DC il suddetto ricorso ed indussero il commissario a ritirare il piano.

Successivamente, come sempre accade allorché la classe politica non trova omogeneità d’intenti, fu nominata una commissione, composta dall’ing. Spadaro ed altri, per la definizione degli indirizzi programmatici su cui progettare il Piano Regolatore. La commissione affrontò le varie problematiche dell’organizzazione del territorio e ne prospettò possibili soluzioni con varie relazioni scritte. In particolare, sul delicato aspetto della previsione demografica e delle unità abitative necessarie, si approfondì l’indagine sui vani abusivi e su quelli con concessione edilizia rilasciata ma non ancora completati e si elaborarono varie ipotesi di sviluppo demografico. Il risultato finale fu che, pur spostando al 1995 l’orizzonte temporale del piano, la necessità di nuovi vani oscillava, con le varie ipotesi, tra 3.400 e 250 ca.

Questo lavoro della commissione, pur se non fu accettato integralmente sotto la spinta del partito del mattone, contribuì a ridimensionarne le mire. Il nuovo Piano Regolatore, difatti, dopo vari peripezie, fu approvato, a dicembre 1995, con una disponibilità di 8.000 nuovi vani abitativi, la metà di quanto il commissario ad acta aveva prospettato all’inizio. In seguito questa disponibilità di nuovi vani fu praticamente dimezzata con l’approvazione del Piano Paesaggistico e poi del tutto annullata, per la parte non realizzata, con la legge regionale 21/2003 sulla zona rossa.

Queste vicissitudini ed il relativo ruolo svolto dall’ing. Spadaro sono evidentemente ben presenti nei ricordi del nostro sindaco. Sono questi i ricordi che spingono il sindaco ad apostrofare l’ing. Spadaro come “ignorante” e “opportunista”?
In campagna elettorale ha di nuovo chiamato a raccolta tutti i personaggi che negli anni ’80 spingevano per un’edificazione selvaggia del nostro territorio. Avranno pensato, questi personaggi, dalla nostra parte c’è ora un sindaco, non più vice-sindaco come negli anni ’80, l’amministrazione provinciale e quella regionale, oltre a quella nazionale, nessuno può ora fermarci.

Si sono accorti, loro malgrado, che i loro referenti politici in provincia e regione non hanno alcun’intenzione di seguirli nell’assurda campagna contro la zona rossa. La presenza in giunta regionale d’assessori, vigili alla tutela del territorio, ha rappresentato per loro una sorpresa non attesa e non gradita.

L’associazione neAnastasis, di cui l’ing. Spadaro si onora di far parte, nello scorso anno ha già affrontato le problematiche del nuovo piano urbanistico, che occorre redigere, con vari articoli pubblicati su questo giornale e un convegno pubblico, in occasione del quale è stato distribuito un opuscolo con le proposte di piano e continuamente sollecita l’Amministrazione comunale affinché apra il confronto con la società civile.
Tutto ciò potrebbe spiegare il perché delle invettive e degli insulti che il nostro egregio sindaco profonde a destra e a manca contro chi contesta i suoi propositi.

Le ultime invettive le ha lanciate di nuovo contro la nostra associazione in un’intervista apparsa su questo giornale il 27 dicembre scorso. In quest’intervista dichiara, tra l’altro, che non ci riconosce come associazione civica e non è disposto ad incontrarci sino a quando non avremo un comportamento costruttivo per il paese. Evidentemente il nostro sindaco ha un’evidente concezione putiniana dei rapporti con la società civile. Vuole rapportarsi solo con chi tesse le lodi del suo operato e tiene alla larga, se non insulta, chi vuole confrontarsi in modo puntuale sui problemi che incombono sul paese e delle possibili soluzioni.
(Fonte foto: Wikipedia)