Il 5 Agosto ricorre la festività della Madonna della Neve che sotto il suo manto protegge molte città, comuni e quartieri d’Italia. Ponticelli si veste a festa ed onora la sua protettrice.
Il 5 Agosto ricorre la festività della Madonna della Neve che sotto il suo manto protegge molte città, comuni e quartieri d’Italia. Ogni anno, chissà da quanto tempo, la domenica successiva al 5 (o se capita di domenica il 5 stesso, come quest’anno), Ponticelli, popoloso quartiere della periferia orientale di Napoli, si veste a festa ed onora la sua protettrice. Alle ore 11 in punto, dopo la celebrazione della Santa Messa, la statua della Madonna esce dall’altare della “Basilica Minore”, eretta nel tredicesimo secolo e situata nella piazza centrale del quartiere (Piazza Vincenzo Aprea), e viene posta in cima ad un “Carro”.
Il “Carro” è una particolare “macchina da festa”, un cocktail di sacro e profano, di religione e folklore, le cui origini si perdono nella memoria dei più anziani. E’ un tronco di piramide alto 16.80 metri, in ricordo di un miracolo avvenuto da una impalcatura di quell’altezza. La struttura portante è di legno, rivestita all’esterno da una serie di pannelli di cartapesta colorati, con scene e raffigurazioni sacre che cambiano di anno in anno. Le basi sono quadrate, ed i lati misurano circa due metri. Il Carro viene sollevato a spalle da un centinaio di uomini, inscatolati l’uno dietro l’altro come sardine, attraverso dei grossi tronchi d’albero sistemati sotto la base. Calcolando il percorso dell’enorme e pesante struttura, sono più di mille gli uomini che si alternano tutto il giorno trascinandola in giro per le strade principali del quartiere a piccoli passi.
Alla base del Carro viene costruita una specie di barca sulla quale si alternano alcuni uomini dell’organizzazione che, lungo il tragitto, con dei retini da pesca, si allungano a ricevere le offerte in danaro dei fedeli. Mentre sulla sommità splende in tutta la sua magnificenza la statua settecentesca della Madonna della Neve con il suo mantello azzurro che, spinto dal vento giocherellone, volteggia in tutte le direzioni, sotto il Carro gli uomini fedeli lo trascinano, con fatica disumana ed espressioni a volte anche blasfeme. Un’altra figura caratteristica della manifestazione è il “Guidatore”, la “Voce”, cioè colui che, davanti al Carro, grida agli uomini i movimenti che servono per sollevarlo, abbassarlo e spostarlo (OhOhOh… Iza! OhOhOh… Posa!) Si tratta del ruolo principale perché i movimenti devono essere compiuti da tutti gli “Alzatori” in maniera sincrona, altrimenti il Carro non si potrebbe spostare.
E, mentre la processione avanza per le vie del quartiere, addobbate a festa, attorno al Carro si affollano i fedeli per offrire un dono, una preghiera, per ottenere una supplica, per rivendicare la spiegazione di un torto subito <<… Maronna mia accumpagnece tu …>> ; <<…Mamma nostra bella aiutaci …>> ; <<… Madonnina mia bella fammi la grazia … >>; << … Madonna della Neve perché mi hai tolto una delle persone più care che avevo …? >>; <<… Maronna Mia fa stà bbuon’ a mammà mia …>>; << Maronna mia fa piglià ‘o post a figlieme … >>.
La “Festa della Madonna della Neve”, così viene chiamata dai Ponticellesi, da un lato rappresenta un momento prodigioso per il popoloso quartiere consentendo ai suoi abitanti, almeno per qualche giorno, di mettere da parte i gravi ed annosi problemi sociali, culturali ed economici, dall’altro lato è l’unico evento che, con la sua inspiegabile magia, fatta di sacralità, fede, folklore, ricordi, racconti, riesce a calamitare la presenza di tutti quelli che hanno, o hanno avuto, un legame con Ponticelli. Un mare di figli provenienti dai più disparati angoli del mondo, da città e paesi lontani dove sono stati accolti emigranti, oppure figli locali che interrompono le vacanze tanto agognate per un ritorno lampo a casa. Ed ecco che allora, girando per le vie del quartiere-paese, si incontrano facce e persone che fanno rivivere emozioni e sensazioni, come i ricordi, gli odori, i sapori, i colori del passato e dell’infanzia perduta .Un plauso particolare meritano gli organizzatori che con passione ed abnegazione ogni anno fanno si che questa “tradizione” si rinnovi nel tempo, offrendo, attraverso il presente, la memoria del passato al futuro.
Ci piace concludere questo articolo con una poesia dedicata:
“Alla Madonna della Neve”
Santa Maria della Neve, / prediletta dal Signore / ad agosto hai conciliato / freddo e neve in riva al mare / in un tempo ormai lontano (XIII° secolo) / nell’antico casale / dove i padri pellegrini / predisposero il Natale. / Poi il casale si è ingrandito, / un quartiere è diventato, / e, dalla piccola pieve / un santuario è sbocciato. / E ogni anno, da tanto, / solo Tu sai radunare / in un giorno dedicato / i tuoi figli come un mare. / A Te la mia supplica / affinché possa / continuare a custodire / sotto il Tuo celeste velo: / chi è nato e ha vissuto, / chi ha pianto e ha gioito / chi ha sofferto e si è ammalato, / chi è restato e chi è partito; / chi è andato e poi tornato, / chi con te si è sposato, / chi nell’oblio è caduto, / chi dall’oblio è uscito; / chi ti ha pregato, ed è vivo / chi ti ha offeso, ed è morto … / e chi tra i nostri cari / a te si è avvicinato.