Marchionne: “Forse una seconda vettura a Pomigliano”

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E’ bastata questa debole ipotesi per accendere fantasie di sviluppo imminente in Campania. Intanto l’amministratore delegato della Fiat quando parla del rilancio del gruppo pensa di nuovo alla sua fabbrica Gold Medal…

Dopo le dichiarazioni di Marchionne in Campania l’orizzonte nuovo sul fronte industriale sembra aperto con lo sviluppo del nuovo modello ipotizzato sulla base della Panda 4×4, una sorta di “Pandona” con caratteristiche più da suv e più da fuoristrada, da offrire a chi vuole un mezzo per il tempo libero, ma con dimensioni più contenute rispetto ai tanti suv del mercato. Dal canto suo la fabbrica di Pomigliano sembra ormai pronta da tempo ad accogliere l’introduzione di questa speranza produttiva e occupazionale. Perchè speranza resta visto che quel ” forse ” nelle parole dell’amministratore delegato, relative all’arrivo di un secondo prodotto, può voler dire tutto e niente, almeno per il momento.

“Per Pomigliano non è stato deciso nulla ancora in questa direzione “, precisa il Lingotto da Torino. La grande fabbrica partenopea aspetta, però. Già produce, grazie alla Panda, quasi la metà dell’intera produzione automobilistica italiana attuale: nel 2013 154mila vetture a fronte delle 370mila dell’intero gruppo auto nazionale. ” Pomigliano ha le linee tecnicamente già adatte al caso”, anticipa Luigi Mercogliano, segretario regionale del sindacato Fismic. La fabbrica è dotata di un sistema di produzione denominato Butterfly, a “farfalla”, vale a dire in grado di produrre qualsiasi tipo di piattaforma, dal segmento A delle utilitarie fino alla fascia Premium.

Una catena di montaggio molto avanzata, duttile, che si apre e si chiude in pochissimo tempo e che finora non ha potuto sperimentare nuove produzioni a causa di un mercato davvero avaro. 800 milioni di investimenti realizzati nel 2010 e inaugurati con il lancio della nuova Panda, dicembre 2011. Una linea robotizzata avveniristica capace di creare una vettura completa a partire dal primo assemblaggio delle lamiere. Qui la produzione di una vettura di segmento superiore, sia pure derivata da un modello più piccolo, rinverdirebbe i fasti di un passato recente caratterizzato dalle produzioni Alfa Romeo.

L’ultima macchina di fascia elevata a lasciare l’impianto per sempre è stata infatti l’Alfa Romeo 159, nel giugno del 2010. Ma quale sarebbe la differenza produttiva tra le vecchie realizzazioni e quelle future, finora ancora solo ipotizzate? “Non cambierebbe nulla – risponde, secco, Raffaele Apetino, 35 anni, operaio a Pomigliano e coordinatore per il sindacato Fim Cisl del settore auto – purchè venga saturato l’impianto, cioè purchè si dia la possibilità a tutti i lavoratori di rientrare in fabbrica “. La prospettiva è che il Giambattista Vico diventi il brand della famiglia Panda, come dire, “allargata”. Finora da queste parti si erano sprecate le voci circa una probabile introduzione di una nuova vettura Mazda, magari da realizzare per conto terzi.

Poi l’ipotesi è tramontata, soprattutto alla luce di queste recentissime affermazioni di Marchionne. Ma il tam tam di fabbrica nella direzione di uno sviluppo possibile è continuato fino a pochi giorni fa, quando la Fiat ha annunciato l’accordo con Veba e la conseguente acquisizione di Chrysler. Si guarda ai mercati più floridi. E una vettura di fascia alta del settore ” mass market “, destinata cioè a una clientela medio alta, farebbe proprio al caso. “Sarebbe la coferma – aggiunge Apetino – della giustezza dell’accordo Panda del giugno 2010”.

“E’ un destino tracciato tre anni fa – sottolinea Giuseppe Terracciano, segretario della Fim di Napoli – ora basta con gli insulti alla Fiat, a Marchionne e ai sindacati firmatari: costruiamo insieme il futuro “. ” Non siamo sorpresi dalle parole di Marchionne – precisa Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uilm – la possibilità di una vettura aggiuntiva si trova nel testo dell’intesa 2010″.
(Fonte foto: Rete internet)