Gli alunni della I G del Liceo Mercalli, nell”ambito del percorso formativo “Per Gazzella” hanno ideato, come prova d”opera finale del Progetto al quale hanno aderito, un significativo manifesto.
Di Annamaria Franzoni
Con partecipazione attiva ed interesse condiviso, questo significativo manifesto per sintetizzare il loro pensiero maturato durante gli incontri tenuti dal prof.Alberto Clarizia e dalla prof.ssa Francesca Cozzi.
Le attività programmate nell”ambito del progetto “Uno sguardo verso l”altrove” ha sollevato l”attenzione, mediante il modulo “Per Gazzella”, sul fatto che le nostre ragazze e i nostri ragazzi vengono esposti quotidianamente, come ci riferisce l”orientatore di questo segmento formativo, il prof. Alberto Clarizia, attraverso i principali mezzi di comunicazione, “alla menzogna più spudorata, all”ignoranza fatta sistema, al canto ambiguo e scellerato delle sirene del mercato e del profitto”.
Egli, infatti, intervistato in merito al lavoro svolto con i giovani adolescenti che hanno aderito al Progetto, afferma: “Molti di noi, educatori e non, anche all”interno della scuola, vacilliamo e prestiamo il fianco forse inconsapevoli alla strumentalizzazione e, sebbene riempiamo le nostre azioni e le nostre lezioni di richiami al messaggio universale della salvaguardia dei diritti elementari dell”uomo, in realtà corriamo il rischio dello “slittamento di senso” e della vuota retorica di apparato, se non addirittura “di regime”.
Un laboratorio come antidoto, dunque, un tenue esperimento di discorso sul pregiudizio, attraverso la struttura accogliente di Scuole Aperte.
Le ragazze e i ragazzi sono storditi dalle innumerevoli richieste che provengono dalle famiglie e dalla struttura scolastica, che è attraversata dalle tensioni di questo momento difficile – ci riferisce il Prof. Clarizia – ciononostante un motivato gruppo di adolescenti si è interrogato su alcune esemplificazioni di violazione dei diritti umani, e soprattutto sulla difficoltà di parlarne e di comunicarle – il tema dunque della comunicazione e dell”informazione, oggi… esso stesso un diritto a rischio.
Due film hanno accompagnato la prima fase del laboratorio. Il primo è il film d”esordio nel campo della “fiction” dei fratelli Dardenne, belgi ed esperti di documentario. “La promesse” è il titolo. Lo consigliamo vivamente, quale introduzione notevolissima ed efficace alla storia dello sfruttamento della migrazione verso le nostre città opulente e alla possibile presa di coscienza, da parte di un giovane ingenuo e “normale”, della complessa realtà del proprio pregiudizio e della prevaricazione ovvia e “banale” nei confronti dei più deboli.
Per i nostri ragazzi è stato uno shock ed è stato immediato ripensare alle vicende sconvolgenti degli immigrati di casa nostra, da Castel Volturno a Rosarno, ed alle ragioni profonde del loro sfruttamento ed alle ambiguità del discorso pubblico, seguendo il quale si rimane facilmente vittima della retorica della sicurezza, dello spazio e del lavoro che non c”è, della diversità culturale, ecc. I pregiudizi più comuni sono stati messi in evidenza nel lavoro di gruppo che abbiamo effettuato in un momento di gioco condotto da due brave operatrici dell”Associazione CISS (Cooperazione Internazionale Sud Sud), che ha collaborato al nostro laboratorio.
Il secondo film è un sorprendente film di un giovane autore, Saverio Costanzo. E il film è la sua opera seconda, “Private”. Esso ci è servito come introduzione a quella che è una delle maggiori violazioni dei diritti umani della nostra epoca, su un”intera popolazione, quella palestinese, nella propria terra occupata. E qui c”è l”origine del progetto di solidarietà dell”Associazione “Gazzella Onlus”, nostra partner, di “adozione a distanza” di piccole e piccoli palestinesi, residenti nella Striscia di Gaza, vittime da anni delle cruente offensive militari dell”esercito israeliano. La scuola Poerio da 6 anni partecipa a questo progetto raccogliendo contributi tra gli allievi di numerose classi. Anche questo è un film forte, dove la presenza di cinque adolescenti, segregati nella propria casa, immediatamente fa scattare il coinvolgimento emotivo.
A questo punto è apparsa sulla scena del nostro laboratorio un”altra “attrice”, molto brava, Cristina Spina, che da un anno sta portando in giro in tutta Italia uno spettacolo creato in Inghilterra, “Mi chiamo Rachel Corrie” (sulla base delle e-mail inviate alla madre). Ed ecco che Rachel sembra quasi rivivere sotto le mura del Maschio Angioino, in una riedizione organizzata espressamente, sotto gli auspici di “Marzo Donna”, per gli studenti di alcune scuole napoletane: è un colpo di fulmine! E l”incontro con Cristina, nel pomeriggio al Mercalli, conquista la sensibilità di alcune delle ragazze del laboratorio.
Rachel è stata una ragazza, a nostro parere, eccezionale; la sua vita è stata una testimonianza di purezza, di intelligenza e di grande passione civile. Siamo molto soddisfatti del fatto che per alcune nostre ragazze sia stato un incontro così proficuo. Esso si concretizzerà in una “rappresentazione civile” nell”anfiteatro della scuola Poerio. Ma qui vedremo anche i contributi degli altri gruppi del laboratorio.
Tutto il lavoro che è stato fatto dopo è stata un”elaborazione autonoma delle ragazze e dei ragazzi. Come per tutte le attività di gruppo c”è stata qualche scontentezza e qualche sfilacciatura, ma vogliamo rivolgere un grande grazie a Alberta, Alessia, Andrea, Camilla, Ciro, Donatella, Federica, Francesca, Irene, Lorenza, Lorenzo, Luca, Maria Carla, Maria Rosaria, Roberta, Sofia .
Ci sembra un ottimo suggello la scelta del titolo per la rappresentazione alla Poerio, una frase comparsa alcuni mesi fa sulla facciata di un”altra scuola, l”istituto Tilgher di Ercolano:
“Se sei neutrale di fronte all”ingiustizia, hai scelto di stare dalla parte dell”oppressore”.