In seguito alle proteste di milioni di cittadini disabili, delle sigle sindacali e dell’associazionismo, sembra essersi risolta la questione sul cumulo tra assegno di invalidità e reddito del coniuge.
Attraverso un comunicato diffuso qualche giorno fa, la Cigl, ha fatto sapere che l’Inps, dopo le numerose proteste ricevute, ha finalmente deciso di ritirare la circolare che da settimane, ormai, aveva messo sul piede di guerra l’intero mondo dell’associazionismo e del sindacato.
La circolare 149 del 28 dicembre, quella che ha sollevato lo scandalo, prevedeva che gli invalidi civili al 100%, per ottenere dall’ente la loro pensione di invalidità, dovevano cumulare il reddito personale a quello del proprio coniuge. Insomma, una vera infamia per chi vive con il minimo del sostentamento. Ed è tramite una dichiarazione a mezzo stampa del direttore generale dell’Inps, Mario Nori, apprendiamo i particolari di questa importante marcia indietro: "sia nella liquidazione dell’assegno ordinario mensile di invalidità civile parziale, sia per la pensione di inabilità civile si continuerà a far riferimento al reddito personale dell’invalido".
La nota, poi, prosegue in questo senso: In attesa della preannunziata nota ministeriale a chiarimento della complessa materia dei limiti reddituali delle pensioni di inabilità civile ed in considerazione di una interpretazione costituzionalmente orientata degli artt. 12 e 13 della legge n. 118/1971, si ritiene di non modificare l’orientamento amministrativo assunto a suo tempo dal Ministero dell’Interno (circ. Ministero dell’Interno n. 5 del 20.6.1980) e successivamente confermato nel tempo da questo Istituto all’atto del subentro nella funzione di erogazione delle provvidenze economiche per le minorazioni civili. Pertanto, sia nella liquidazione dell’assegno ordinario mensile di invalidità civile parziale, sia per la pensione di inabilità civile si continuerà a far riferimento al reddito personale dell’invalido.
Decisione, questa qui, che è stata accolta con grande plauso dalla stessa Cgil, che fa sapere, tramite la sua responsabile alle politiche della disabilità, Nina Daita: "Siamo soddisfatti del risultato raggiunto dopo le pressioni fatte nei giorni scorsi e l’ampia mobilitazione nei confronti di un provvedimento che si prefigurava come palesemente iniquo e vessatorio nei confronti del mondo della disabilità". Anche, noi, per quel che ci riguarda e compete, vorremmo che in futuro, determinati diritti, soprattutto quelli che investono settori della nostra società già fortemente penalizzati, non venissero più messi in discussione. Auspichiamo, infatti, che le famiglie con portatori di handicap, non debbano più perdere il sonno in quanto angustiati da un qualcosa che potrebbe compromettere seriamente la loro quotidianità. La loro stessa sopravvivenza.
(Fonte foto: Rete Internet)
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