Gori: richieste illegittime?

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“Bollette pazze” per partite pregresse: fronte comune tra le amministrazioni della zona e cittadini in rivolta.

Il clamore mediatico su questa vicenda, che riguarda non solo il nostro territorio ma anche altri comuni italiani, rischia di generare confusione nell’opinione pubblica e di far perdere di vista i fatti.

Tentiamo, allora, di fare un po’ di chiarezza sulla questione GORI.

La GORI s.p.a. è la società, con sede ad Ercolano, che subentrò all’Acquedotto Vesuviano a seguito della legge del 1994 che istituiva gli ambiti territoriali ottimali. Ad oggi la GORI fornisce l’acqua a tutto l’Ambito Territoriale Sarnese Vesuviano, per un totale di 76 comuni e 480.000 utenti.

La legge in materia prevede che l’Ente d’Ambito stabilisca i costi tariffari, onere per gli utenti e provento per l’ente gestore, e che quest’ultimo possa richiedere la rimodulazione delle tariffe a garanzia dell’equilibrio economico finanziario e a copertura dei costi di gestione.

Sulla base di ciò e dei disavanzi di bilancio accumulati dal 2006, nell’agosto 2011 la GORI chiese all’assemblea dell’Ambito l’adeguamento delle tariffe, che fu in quella sede approvato. Nel 2012, a seguito di un ricorso da parte di Federconsumatori, di comitati civici e del solo Comune di Visciano, il TAR annullò quella delibera per “istruttoria sommaria e incongruente”, vale a dire che il Tribunale valutò inadatte la documentazione e le ragioni contabili che l’ente presentò a supporto della richiesta di aumento tariffario.

Il 30 giugno 2014 il Commissario straordinario dell’ente d’Ambito ha deliberato, nuovamente, l’adeguamento delle suddette tariffe: dal 2006 al 2012.

Oggi la GORI vanta questo credito e arrivano, anche a chi ha sempre pagato negli anni, “bollette pazze” relative a partite pregresse. La richiesta va da un minimo di 80 fino ad un massimo di 500 – 600 euro, ma tale importo rappresenta solo la metà di quello dovuto, la restante somma verrà richiesta in seguito e spalmata sul 2015-16 e 17.

Nelle ultime due settimane molteplici sono stati gli incontri tra i Primi Cittadini interessati, i quali stanno chiaramente facendo fronte comune. Posto che la questione è spinosa e va senza dubbio risolta, la decisione da prendere è la direzione in cui camminare: pagare o non pagare le bollette, cercare un’intesa con la GORI stessa o agire per vie legali. Il punto certo, a cui i Sindaci sembrano essere giunti, è la rilevazione della “violazione del principio di irretroattività delle pretese gravanti sui contribuenti’’.

Il Comune di Somma Vesuviana sta agendo su due fronti sostanziali: appello al Presidente della Repubblica per l’annullamento della Delibera dell’Ente d’Ambito del 30 Giugno 2014 e istituzione di uno sportello di assistenza ai cittadini nel reclamo alla GORI.

La Federconsumatori Campania è in prima linea nell’organizzazione della “rivolta” contro ciò che essa stessa definisce un “sopruso” e opera nell’interesse degli utenti, per giungere a comunicare loro il modo migliore di comportarsi per difendersi. L’azione di Federconsumatori si concretizza nell’organizzazione di un team di legali che sta lavorando affinché venga dichiarata illegittima la Delibera che sta a monte di questa vicenda.

Inoltre si rilevano anche altre incongruenze tali da poter far sperare in una dichiarata non validità della richiesta per “partite pregresse”: in primo luogo i termini di prescrizione del credito che la società vanta; in secondo luogo una mancata corrispondenza tra i titolari del debito e i soggetti a cui viene richiesto il pagamento, infatti, la bolletta è stata recapitala anche ad utenti nuovi o che avevano negli anni interrotto il rapporto con la GORI.

In tutto questo il fermento tra i cittadini è tanto e le preoccupazioni molteplici: non avere la disponibilità di pagare questo ulteriore salasso, la paura di agire in maniera sbagliata senza poi essere garantiti contro un’eventuale sospensione del servizio idrico, il timore che sia necessario, anche da parte dei comuni, un’azione più incisiva.