Tre immagini di tre verità. Tre fotografie che rispondono a una traccia ben precisa. Napoli propone una rivoluzione, fatta di arte e idee, una rivolta della volontà capitanata dalle nuove generazioni. LE FOTO
La volontà si disperde nei vicoli di Napoli, si disperde tra i panni stesi sui fili attaccati tra i balconi dei palazzi. Si disperde sui motorini portati da due, tre, addirittura quattro ragazzi. La volontà si disperde e svanisce tra un banchetto di sigarette di contrabbando e una bestemmia ripetuta da un padre per la rabbia di non trovare lavoro. La volontà si disperde quando ci si arrende alla mafia come unica via possibile per essere aiutati economicamente. La volontà, si annienta del tutto, quando un governo vede tutto questo e tace, voltando le spalle ai cittadini. Si tratta della volontà di crescere, di cambiare, di guardare lontano e di immaginare un territorio sostenuto da menti capaci di bonificare questa realtà dal malaffare e da una cultura deviante. Napoli possiede ancora queste verità, ma all’Italia e al mondo intero, va dimostrato quanto Napoli sia anche tutt’altro.
Napoli oggi vuol dire anche impegno, voglia di cambiare le cose, attivismo sociale, partecipazione politica, intellettualismo, ingegno artistico e tanto altro ancora. Elementi vivi e presenti in questa città, che vanno riconsiderati per stabilire eque distribuzioni di opportunità e soprattutto per ottenere la volontà anche di quei gruppi devianti che non intendono redimersi, né intendono cambiare. Ci sono dei ragazzi a Napoli privi di nuovi stimoli, compromessi a tal punto da un atteggiamento di non curanza per gli altri, di mancato rispetto per la legalità e l’ordine civico, talmente fieri e inconsapevoli marionettisti di manifestazioni asociali volte a delinquere, che lasciano stagnanti i preconcetti di una napoletanità mentalmente precaria, in cui la lingua italiana è totalmente sostituita dal dialetto napoletano usato in malo modo e le impennate sui motorini sono l’ostentazione di una virilità mancata.
Sono quei ragazzi che il Sociologo Amato Lamberti definiva giovani con personalità "narcisistico-criminale", probabilmente irrecuperabili, perchè frutto di un processo di troppo precoce socializzazione al crimine e di troppo rapido inserimento in attività criminali che comportano l’uso della violenza e delle armi e l’assoluto disprezzo per la vita degli altri, visti solo come nemici da eliminare. Napoli oggi vuol dire anche rimettersi in gioco con proposte nuove, con idee ecosostenibili, con valori moderni e condivisi. Olimpia Simonetti è Dottoressa in Sociologia nonché valido esponente di quella Napoli migliore. “La Napoli migliore” è il tema elaborato da questa giovane sociologa che ha mescolato sociologia e arte della fotografia, tentando con successo di creare immagini speciali e significative.
Un lavoro svolto per questo "Osservatorio Sociale", che prosegue nella sua opera di riflessione e di osservazione scientifica. Tre le immagini proposte da Olimpia Simonetti. Ognuna delle tre risponde al tema “La Napoli migliore”, ognuna delle tre cela un messaggio preciso e importante. E’ stato chiesto alla Dott.ssa Simonetti quali siano stati gli elementi ispiratori che hanno portato all’elaborazione delle foto proposte, e la giovane Dott.ssa ci ha risposto con i toni vigorosi di chi crede nelle nuove generazioni:
“Più che elementi ispiratori io parlerei di un’idea, ossia quella di uscire dai soliti schemi e stereotipi di Napoli. Avrei potuto fotografare gli artigiani che in questo periodo sono più evidenti a Napoli, perchè si avvicina il Natale e quindi valorizzare soprattutto il lavoro artigianale in quanto elemento essenziale della stessa città. Uscendo da questi schemi mi sono resa conto, che ciò che i miei occhi avrebbero potuto fotografare erano altri aspetti, che per me rappresentano la "La Napoli migliore" e cioè: a) I giovani, ai quali se venissero dati gli strumenti giusti, potrebbero avere la possibilità di valorizzare la propria città. b) La collaborazione tra giovani professori e studenti, attraverso una comunicazione diretta e coinvolgente con i giovani universitari, alimentando la fiducia e il voler costruire un futuro nonostante la precarietà che tutt’oggi viviamo e che soprattutto nella nostra città sentiamo fin troppo. c) Il valorizzare il proprio territorio, ritagliando spazi, per un benessere della comunità, all’interno di contesti urbani lasciati a se stessi.
Gli elementi “a” e “b” sono accumunati tra di loro dalla stessa idea, ossia aver cura della propria città e cultura ora per un futuro migliore, iniziando dall’ecologico per una città più pulita e meno inquinata, ora studiando le metodologie migliori per dare un futuro nuovo alla propria città. Mentre il terzo elemento, l’elemento “c” è contestualizzato nel presente, migliorando oggi tutto ciò che può favorire il benessere della collettività, anche in ambito urbanistico”. Dopo averle chiesto quale tipo di messaggio ha voluto trasmettere attraverso ogni singola foto, la Dott.ssa Simonetti ha proseguito dicendo:
“La prima foto "Futuro naturale" rappresenta giovani ragazzi che sono vicini alle cosiddette macchinette per il caffè affiancate da un distributore ecologico dove c’è la possibilità di fare la raccolta differenziata. Ciò che vorrei evidenziare è che quando sono forniti gli strumenti giusti, in questo caso il distributore ecologico, si ha la possibilità di osservare che gli strumenti non sono sprecati, ma vengono valorizzati, in quanto si è consapevoli di fare del bene alla propria città e quindi di migliorarla. La seconda foto "Patto generazionale", cattura un momento in un’aula universitaria, in cui un giovane professore tiene la sua lezione. E’ la collaborazione, il patto che s’istaura tra il professore e i suoi giovani studenti, è tutto questo che fa "La Napoli migliore". Un sapere e una fiducia forte per contrastare una precarietà sentita soprattutto nella nostra città.
La terza foto "Salute dell’Anima", è stata scatta sul pontile di Bagnoli. Il pontile di Bagnoli nasceva per l’attracco delle navi che scaricavano materie prime per lo stabilimento siderurgico "Italsider". Una volta chiusa la fabbrica siderurgica, molte strutture del quartiere di Bagnoli sono state lasciate a se stesse, senza alcuna manutenzione. Grazie all’architetto Luigi Lopez funzionario del Comune di Napoli, si è voluto valorizzare il territorio iniziando a utilizzare il pontile come passeggiata panoramica.
Il pontile di Bagnoli è per me l’esempio di una "Napoli migliore", di una Napoli che valorizza ciò che ha, senza creare altro, utilizzando determinate strutture per migliorare la condizione di vita della città, creando luoghi per il benessere dell’uomo, per la sua salute non solo fisica e mentale, ma anche dell’anima. Un luogo migliore per una vita migliore”.
La riflessione è proseguita con un’ultima domanda: l’arte, comprendente la letteratura, il teatro, la musica, così come la fotografia, è una risorsa napoletana storicamente riconosciuta, ma poco sostenuta dalle sovvenzioni. Quanto ritiene sia economicamente e socialmente sfruttabile l’arte a Napoli soprattutto in questo periodo in cui i giovani necessitano di lavorare e sono talvolta privi di un’identità artistica, figlia di una crisi dei valori? La Dott.ssa ha quindi chiarito dicendo: “Come lei ha detto, la fotografia è una forma d’arte e come tale l’arte è l’espressione dell’uomo. Una città come Napoli che risente della precarietà, potrebbe sfruttare le sue arti, non solo quella artigianale, costruendo così nuovi sbocchi lavorati.
L’arte non annoia mai, l’arte è sentita, è passione e l’arte "lavora" per la verità. Il vero scaturisce curiosità ed è sulla curiosità che si deve battere. Il bello della fotografia è che cattura esattamente ciò che vedi e soprattutto da modo di vere al meglio ciò che catturi. Cattura i particolari, ti fa arrivare al di là di ciò che l’occhio umano percepisce. La foto da modo di poterla osservare più volte e ci consente di creare tante idee e domande. E’ la ripetuta osservazione che rende unica una foto, una foto bella è come una donna bella non smetti mai di guardarla”.
(Fonte Foto: Olimpia Simonetti)