Terra dei Fuochi, arsenico e piombo uccidono piante in 21 giorni. Figuriamoci noi

0
562

Napoli Nord, Terra dei Fuochi: il veleno non conosce confini.

Non solo roghi. Non solo discariche. L’inquinamento nella Terra dei Fuochi è nell’aria stessa che respiriamo, e lo dice ora anche uno studio scientifico internazionale che mette a nudo una verità inquietante: l’aria in zone verdi e lontane dalle discariche è contaminata quanto quella dei siti industriali.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment, è frutto della collaborazione tra l’Università Federico II di Napoli e la Sbarro Health Research Organization (SHRO) della Temple University di Philadelphia. Il risultato? Choc: Carditello e Giugliano mostrano livelli simili di metalli pesanti tossici nell’aria.

Il muschio che rivela il veleno

Al centro della ricerca c’è una pianta spesso ignorata: il muschio Scorpiurium circinatum. Questa pianta è in grado di assorbire le sostanze presenti nell’aria, funzionando come una vera e propria “spugna biologica”. I ricercatori l’hanno collocata in “moss bags” in due luoghi simbolo:

  • Giugliano, area industriale già tristemente nota per la presenza di rifiuti tossici

  • Carditello, area rurale nel casertano, dentro al bosco della Reggia borbonica

Eppure, dopo 21 giorni, i muschi raccolti mostravano la stessa carica di arsenico, piombo, rame e mercurio. E segni biologici evidenti: cellule danneggiate, stress ossidativo, attivazione delle difese antiossidanti. In parole semplici: sono piante malate, e lo sono per colpa dell’aria inquinata.

Giugliano e Carditello: un’unica, grande area tossica

La professoressa Adriana Basile, coautrice dello studio, è chiara:

“La contaminazione atmosferica nella Terra dei Fuochi è omogenea. Cambia il paesaggio, ma non la qualità dell’aria. Anche chi pensa di vivere in zone verdi e lontane dai rifiuti, in realtà respira la stessa aria avvelenata.”

Un’allerta che riguarda tutto il territorio a nord di Napoli, da Melito a Villaricca, da Qualiano a Sant’Antimo fino alla zona di Marigliano, Nola ed Acerra. Zone densamente popolate, attraversate ogni giorno da fumi invisibili ma pericolosi, spesso legati ai roghi tossici, ma anche al traffico e alla combustione illegale di rifiuti.

I dati: metalli pesanti nell’aria

I valori raccolti dal muschio parlano chiaro:

  • Arsenico: 2,2 mg/kg

  • Rame: 17 mg/kg

  • Mercurio: 0,06 mg/kg

Numeri che fanno paura. Anche perché il muschio è rimasto esposto solo per tre settimane. Cosa accade ai nostri polmoni dopo anni di esposizione? Lo studio lancia l’allarme, sottolineando che nessuna zona del territorio può dirsi al sicuro, nemmeno le aree più verdi e “protette”.

Corte Europea e approccio One Health

Questa ricerca si inserisce in un contesto più ampio: pochi giorni fa, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato lo Stato italiano per la cattiva gestione ambientale della Terra dei Fuochi, parlando di un “rischio imminente per la salute delle persone”.

Il progetto scientifico si basa sull’approccio One Health, che considera ambiente, animali e umani come parte dello stesso sistema. Se si ammala il muschio, si ammala anche la nostra aria. Se si ammala l’aria, a lungo termine ci ammaliamo anche noi.

La dottoressa Iris Maria Forte, altra autrice dello studio, commenta: “Non possiamo più ignorare questi segnali. È come se il territorio ci stesse gridando di intervenire. E ogni giorno perso è un giorno in più di esposizione ai veleni.”

Un messaggio per Napoli

Napoli non è lontana da queste dinamiche. I venti che soffiano da nord portano le polveri sottili anche verso la città. Le periferie a nord, da Scampia a Secondigliano, vivono ogni giorno in una zona grigia tra legalità e abbandono. Questo studio conferma che il problema non è solo “di Giugliano” o “di Caserta”, ma è di tutta l’area metropolitana.

Cosa fare: il tempo è adesso

Non bastano più denunce, non bastano più post su Facebook. Servono:

  • monitoraggi continui dell’aria, non solo nei siti noti

  • azioni immediate di bonifica

  • programmi di prevenzione sanitaria, specie nelle zone più colpite

  • educazione ambientale nelle scuole

La scienza ha parlato. Il muschio ha assorbito il veleno. Ora tocca alla politica, alle istituzioni e a tutti noi non chiudere più gli occhi.