In occasione di un evento dedicato al ricordo del giornalista Giancarlo Siani, ucciso il 23 settembre 1985, è stato premiato il libro “Storia di un abbraccio” di Lucia Montanino e Cristina Zagaria, vincitore del Premio Siani 2025.
Durante l’incontro, Paolo Siani, fratello del giornalista, ha ricordato come Giancarlo sia stato assassinato, sottolineando come fosse considerato un “impiccione” perché con i suoi articoli – in particolare quelli su Torre Annunziata – raccontava le dinamiche della camorra, compreso l’arresto di un boss. Un lavoro svolto sempre con coraggio e passione.
A chiudere l’evento è stato Roberto Napoletano, direttore de Il Mattino, che ha ribadito come Giancarlo Siani rappresenti già oggi un modello, aggiungendo che Napoli è cambiata e che i giornalisti contemporanei devono avere la forza di denunciare.
Il libro vincitore, “Storia di un abbraccio”, narra una vicenda autobiografica toccante, nella quale emerge la forza del perdono. Lucia, una donna di Somma Vesuviana, era sposata con Gaetano, originario di Ottaviano e detto “il biondo”. I due erano profondamente innamorati: Gaetano inizialmente prestava servizio nella Guardia di Finanza, ma per stare accanto alla moglie decise di lasciare l’incarico e lavorare per una società di vigilanza privata. Durante un turno, però, venne ucciso da una banda di giovani balordi. Tra loro c’era anche Angelo (nome di fantasia), minorenne all’epoca dei fatti. Con il raggiungimento della maggiore età, sarebbe stato trasferito al carcere di Poggioreale, dove rischiava di non avere alcun futuro.
Lucia, nel frattempo, intraprese un difficile percorso di elaborazione del dolore. Un giorno, nel carcere minorile di Nisida, si trovò faccia a faccia proprio con Angelo: inaspettatamente i due si abbracciarono. Quel gesto di perdono fu interpretato come un modo per mantenere vivo il ricordo di Gaetano.
Oggi Lucia è conosciuta come “ambasciatrice del perdono”.