Il consigliere regionale Mocerino: «Un anno e mezzo di immobilismo con amministratori chiusi nelle stanze del potere».
Mentre manca pochissimo alla scadenza del tempo concesso a Piccolo per ritirare le dimissioni, pochi giorni fa i Moderati per Somma hanno rotto gli indugi affidando le proprie ragioni ad un incontro pubblico, accusando il sindaco di essere autoreferenziale e accentratore.
«L’apporto dato alla vittoria di Piccolo dalla lista Ncd –Udc è noto a tutti – ha incalzato il coordinatore politico dei Moderati, Luigi Molaro – durante la prima fase dell’amministrazione, nonostante i problemi di bilancio e quelli ereditati dalla passata amministrazione, siamo riusciti a dare qualche piccola risposta, siamo riusciti a mettere in cantiere qualcosa e lo abbiamo potuto fare perché c’era dialogo, c’era confronto. Ma ad un certo punto si è venuta a creare una barriera tra il cittadino e l’amministrazione ed è questo il motivo per cui nasce il gruppo dei Moderati, con la mission di riavvicinare la città al governo cittadino. Per cui l’intento non era quello certo mettere in crisi il sindaco e l’amministrazione Piccolo, bensì di dare nuova linfa, una linfa creativa ad un lavoro sempre più difficile viste le risorse finanziarie molto scarse. Invece siamo stati percepiti come chi vuole disturbare, chi vuole “rompere”, come chi vuole mandare a casa il sindaco, mentre la nostra altro non era che un’azione propositiva. Come è accaduto quando abbiamo protocollato un documento circa la rotazione dei dirigenti, che la legge prevede.
Trasferire un dirigente da una funzione all’altra significa anche incentivarlo, significa che il soggetto non acquista quel potere che negli anni potrebbe acquistare, per cui, mettere mano alla macchina amministrativa comunale era importante per dare una discontinuità con quanto era successo prima e dare nello stesso tempo l’impressione, o meglio “la sostanza”, al cittadino che le cose stavano iniziando a cambiare. Purtroppo questo è stato male interpretato perché, forse, qualcuno ha acquisto un ruolo e non lo voleva perdere. Si sono mosse delle frange politiche per cercare di proteggere quel ruolo o quel soggetto.
Poi abbiamo fatto un’altra cosa ancora sempre come Moderati: c’è un contratto per la pulizia delle strutture comunali che viaggia sui 32-33000 euro mensili, 400. 000 euro l’anno e all’interno di questo contratto c’erano dei servizi che non venivano dati come, ad esempio, l’ex macello, che non esiste più per cui pagare per la pulizia era assurdo. Eppure anche questa azione è stata vista come di disturbo. Al nostro gruppo non può essere addebitato alcunché, vorrei dire al sindaco, e lo faccio pubblicamente, che noi siamo tutti autonomi e non dipendiamo da nessuno, noi facciamo politica a 360 gradi, senza prendere ordini da nessuno».
Peppe Nocerino, il capogruppo dei Moderati per Somma, va dritto al sodo: «Il gruppo dei Moderati è stato sfiduciato, è stato allontanato dalle trattative di un sindaco in crisi da due mesi. Durante la campagna elettorale lo slogan era “Somma ai sommesi”, tanto è vero che ci siamo trovati durante la fase di consultazione per la composizione della giunta ed altri incarichi con un paletto: devono essere di Somma! E questa era una cosa auspicata da tutti i cittadini perché negli ultimi anni l’asse si era spostato verso Marigliano, verso il nolano.
Avevamo eletto un sindaco senza padroni politici, con un obiettivo preciso: ridare ditte sommesi, assessori che dovevano essere di Somma, tutto di Somma. Non mi sembra che oggi al comune sieda un dirigente che abbia residenza qui. Nel 2014 per 4 mesi è arrivato il commissario prefettizio a somma e Pasquale Piccolo, Vincenzo Piscitelli e altri consiglieri hanno portato il commissario prefettizio a Somma sfiduciando il vicesindaco Salvatore Di Sarno. Quando arriva il commissario prefettizio vuol dire che qualcuno se ne è fregato della città, per cui dobbiamo chiedere a Piccolo se lo farà arrivare nuovamente, dobbiamo chiedere a lui se ci sarà l’aumento della Tarsu, cosa che io prevedo. Le tasse a Somma Vesuviana non si abbasseranno perché non c’è programmazione. La città sta morendo ed è davanti alla Corte dei Conti».
A chiudere i lavori il consigliere regionale Carmine Mocerino, già Udc ed eletto a Palazzo Santa Lucia con la lista Caldoro Presidente.
«Bisogna riconoscere a questo gruppo di aver compiuto un gesto di democrazia – ha detto Mocerino – scendere fra la gente, esporre le proprie idee, le proprie istanze, rischiando anche di non essere capiti, rischiando anche di incontrare persone che non la pensano allo stesso modo e che potrebbero quindi divergere rispetto alle istanze che vengono proposte. Un deficit che ha avuto questa amministrazione in più di un anno, che si è chiusa nelle stanze del potere, che non è scesa tra la gente, che non ha fatto comprendere il perché di un anno e mezzo di immobilismo e che ha pensato invece di andare avanti perdendo il rapporto con il cittadino elettore. Questo è il vero deficit di questa amministrazione: non aver aperto un canale di colloquio doveroso con i cittadini elettori pensando di essere autosufficienti, sono diventati autoreferenziali. Io non sono con chi punta il dito nei confronti di chi, in modo convinto, abbiamo sostenuto, ma vivaddio in ogni società ed in ogni cosa che si affronta insieme va fatto periodicamente il punto della situazione. A che cosa serve girare intorno alle questioni non avendo il coraggio per affrontarle? Il coraggio sarebbe stato di fare una verifica della giunta».