Qualcosa di più di una semplice giornata ecologica, in pratica una presa di coscienza e un cammino che si ripete da almeno quattro anni in onore della Montagna e del rito che l’accompagna.
Per il quarto anno consecutivo le paranze del monte Somma si sono date appuntamento alla fine del mese mariano per ripulire Ciglio e dintorni dalle conseguenze, non sempre piacevoli, delle feste devozionali e il via-vai di fedeli, più o meno consapevoli, lungo i sentieri che portano alla vetta del Somma. Una settantina di persone, armata di guanti, sacconi e buona volontà ha ripulito il Ciglio e la Traversa, trasportando a spalla i rifiuti fino alle auto per un dislivello di 200 metri, nella speranza che azioni di questo genere non abbiano più ragion d’essere.

Chiamarla giornata ecologica è poco, o quanto meno non corretto, perché contrariamente alle tante che si svolgono di questi tempi, qui non si tratta di un’estemporanea pulizia, promozionale e funzionale solo alle necessità di qualcuno, ma il mantenimento dei luoghi e il loro possibile ripristino allo stato preesistente da parte di chi è al contempo partecipe di quella criticità.

In qualsiasi contesto, là dove esista una grande affluenza di persone, si crea rifiuto, ciò accade durante i concerti, le manifestazioni ed anche le gare sportive ma, in questo caso, esiste già chi trasporta a valle i rifiuti durante gli stessi eventi e organizza un’ulteriore rifinitura finale. Il problema è che a fare tutto ciò sono i paranzari, e sono sempre loro, con le loro forze e con i loro soldi a farsi carico della pulizia poiché sanno che quello sporco ruota intorno alle loro celebrazioni mariane e benché si attivino per evitare la sporcizia, tra le due festività maggiori, il Sabato dei Fuochi e il Tre della Croce, sul Ciglio sale una moltitudine di persone di ogni risma che lascia in quello splendido luogo il loro indifferente ed irriverente pattume.

Non tutti capiscono l’importanza di certi atteggiamenti e soprattutto ne ignorano le conseguenze e la strada della sensibilizzazione è lunga e tortuosa ma questi quattro anni di pulizia congiunta sono un’importantissima presa di coscienza. Presa di coscienza che dovrebbero acquisire anche le istituzioni che non sempre rispondono con solerzia alle iniziative delle paranze ed ecco perché spesso i sacconi di spazzatura, anche se accuratamente differenziati, rimangono per mesi alla Traversa o a Castello.

È tempo quindi di non trattare più con sufficienza chi onora la Montagna perché non si tratta di quattro ubriaconi o dei soliti incolti ma si tratta di persone che vivono realmente il monte Somma e fanno sì che quei luoghi vivano ancora e lo fanno più di ogni altro, ente pubblico o privato cittadino che sia.