Investigatori al lavoro per fare terra bruciata attorno al sicario di Giovanni Panico.
Probabilmente si sono già dileguate le persone che facevano parte del giro stretto di amicizie e di contatti in cui gravitava Giovanni Panico, il 33enne ucciso ieri pomeriggio, alle tre, sul marciapiede davanti alla casa in cui abitava con la sua famiglia, moglie e due figliolette. Intanto le forze dell’ordine stanno perquisendo le abitazioni dei sospettati, in particolare nel rione della ricostruzione di Brusciano, distante solo un paio di chilometri dall’abitazione davanti alla quale è stato ucciso Panico, cioè in via Leonardo da Vinci, a Mariglianella. Ormai quel che appare certo è che la vittima conoscesse il suo assassino. La pista su cui battono gli inquirenti è lo spaccio di droga. Il killer, che sarebbe giunto da solo sul luogo dell’esecuzione, ha sparato con una pistola calibro 7 e 65: tre colpi al torace, uno alla gola e uno in faccia. Le indagini sono concentrate su Brusciano e Marigliano, dove ci sono due enormi insediamenti popolari della ricostruzione post terremoto. E c’è già chi si sarebbe reso irreperibile alle forze dell’ordine. Di Panico si sa che aveva precedenti per furto, ricettazione e truffa e una condanna a un anno agli arresti domiciliari, terminata nel giugno scorso. Sono stati verificati rapporti tra la vittima e pregiudicati di Brusciano e di Marigliano legati in vario modo a clan della camorra della periferia orientale di Napoli.