Anni di spesa a favore dell’ambiente. In questi giorni le Regioni escono dagli affanni nel vedersi assegnati i fondi per le maggiori urgenze territoriali. Il Cipe – Comitato interministeriale per la programmazione economica- ha ripartito gli stanziamenti 2014-2020 del Fondo Sviluppo e Coesione. Il settore ripartirà con una dotazione di 1,8 miliardi. In dettaglio si tratta di 236,5 milioni di euro alla Puglia, 225,7 alla Campania 200 alla Sicilia, 156,6 alla Calabria, 75 alla Sardegna, 64,4 alla Basilicata, 62,4 all’Abruzzo, 28,8 al Molise. Il Ministero dell’Ambiente , dove è stato appena riconfermato Gianluca Galletti, vigilerà sui programmi e sulla concreta realizzazione dei progetti in cantiere. Il 2017 si apre , dunque, con buone prospettive per impianti del ciclo rifiuti, rischio idrogeologico, bonifica di discariche e di amianto, efficienza energetica nelle scuole, ammodernamento di reti fognarie. Non è solo il Centro Sud ,ovviamente, a beneficiare di questi soldi. Il Cipe ha destinato a Veneto, Lombardia, Friuli, Piemonte e Liguria un’altra consistente parte del Fondo di coesione.
Davvero si volta pagina? Il banco di prova saranno i tempi di appalto e l’ avvio dei lavori. Stando alle indicazioni dell’ Ue non dovrebbero esserci slittamenti oltre il 2020. Ancor prima che il governo Gentiloni riesumasse il Ministero della Coesione territoriale con il Ministro Claudio De Vincenti, le attenzioni maggiori il Cipe le ha dedicate al Mezzogiorno. Qui c’è bisogno dei maggiori investimenti ambientali e di un impegno particolare per rilanciare lo sviluppo.
In sostanza la prospettiva di crescita dovrà fare i conti con strategie ispirate alla salvaguardia del territorio e delle comunità. 8 milioni di euro vanno, per esempio, alle bonifiche dall’amianto degli edifici scolastici. Un tema che quest’anno ha provocato forti tensioni tra Roma e le istituzioni locali. Più in generale, non solo il Ministero dell’Ambiente, ma anche la commissione Europea avrà il suo da fare per evitare sprechi, ritardi e distrazioni. Le inefficienze del passato non saranno tollerate, nonostante le giustificazioni presentate in più di un occasione ai vertici europei. La montagna di soldi andrà direttamente nelle mani dei Governatori, dai quali i cittadini si aspettano efficienza e rispetto delle regole. D’altra parte le emergenze che sono chiamati a gestire vengono narrate sempre come inefficienze di “quelli” che c’erano prima. Sarà ancora possibile?