Numeri e statistiche a dimostrazione del valore aggiunto di un’esperienza all’estero.
Il programma Erasmus nasce nel 1987, grazie ad un progetto dell’associazione studentesca AEGEE, in collaborazione con la Commissione Europea.
Erasmus è un acronimo che sta per European Region Action Scheme for the Mobility of University Students. Sostanzialmente esso dà la possiblità ad uno studente universitario europeo di trascorrere un semestre (o due) in un’università estera, sostenendo lì gli esami, che gli saranno poi riconosciuti legalmente dalla propria università.
Il nome del programma deriva, anche, da Erasmo da Rotterdam, umanista olandese, che spese buona parte della sua vita a viaggiare per l’Europa per comprendere le differenze culturali.
In Italia il programma è di competenza di tre Agenzie nazionali, e ci collochiamo nella top 5 dei Paesi per studenti ospitati – insieme a Spagna, Germania, Francia e Regno Unito – con una media di circa 20.000 studenti all’anno.
Negli anni, il progetto è cresciuto ed ha continuato ad avere il sostegno della Commissione che, infatti, nel 2014 lo ha rivisto, espandendolo; oggi il nome è Erasmus + “Programma europeo per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport”. L’idea è quella di un progetto integrato, che miri a sfruttare le sinergie tra i Paesi europei, a promuovere sempre di più la mobilità e a stimolare la cooperazione civile. Per il periodo 2014-2020 il bilancio dei fondi è di 14,7 miliardi di euro, che rappresenta un aumento del 40% rispetto alla programmazione precedente. Nel 2014 sono stati 450mila gli studenti che hanno potuto prendere parte al programma, studiando in giro per l’Europa, almeno per un semestre. Nel 2015 i finanziamenti ammontano a 1miliardo e 736 milioni di euro.
Parallelamente alle Università, sono molteplici le organizzazioni che si sviluppano a supporto dei milioni di studenti. La più importante è sicuramente ESN (Erasmus Student Network), un’organizzazione non-profit i cui membri sono, per lo più, studenti che a loro volta hanno avuto un’esperienza all’estero; ESN è il sostegno principale di qualsiasi studente alle prese con una nuova vita in una nuova città. Oltre l’aspetto didattico, oltre l’opportunità di confrontarsi con realtà universitarie diverse dalla propria e con studenti con un background completamente diverso, l’Erasmus è un’esperienza di arricchimento personale. La flessibilità è il principale valore aggiunto che un’esperienza di studio all’estero conferisce, e le aziende lo sanno.
Per comprendere l’importanza di questo progetto non si può prescindere dall’attuale contesto socio-economico: 6 milioni di giovani europei disoccupati, con livelli nazionali di disoccupazione giovanile record.
Le statistiche rilasciate dalla Commissione Europea testimoniano che la partecipazione all’Erasmus accorcia i tempi d’inattività dopo gli studi: due terzi degli Erasmus trovano lavoro in poco tempo dopo la laurea, contro la metà dei non Erasmus.
Oltre alla possibilità di studiare, Erasmus + permette anche di fare esperienze lavorative all’estero, sono circa 70.000 i neolaureati che ogni anno trovano opportunità di tirocinio in Europa.
Far parte della “generazione Erasmus” significa godere dell’Europa, sfruttare il Trattato di Schengen e migliorare il proprio profilo formativo, aumentando le proprie possibilità di impiego.
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