Le ricette di Biagio: gli spaghetti alla carbonara. Per commentare degnamente questa foto…

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Ho visto la foto di Trump vestito da Papa dopo aver consumato una lauta porzione di spaghetti alla carbonara: mi trovavo perciò in quella condizione di sazietà soddisfatta che Fabrice Hadjadj ha descritto nel suo libro “L’elogio del rutto”. Dunque ero calmo e sereno, pur senza l’aiuto del “rutto”: e la calma serena mi ha consentito di sorridere osservando la foto del presidente americano.

 

Ingredienti (per 6 persone):

gr.600 di spaghetti, 3 uova intere, gr.200 di pancetta, gr.30 di burro, gr. 50 di parmigiano grattugiato, una cipolla, mezzo bicchiere di vino bianco secco, un ciuffo di prezzemolo, pepe. Mettete a rosolare con il burro, in una piccola padella, la cipolla tagliata in fette sottili e i dadini della pancetta. Appena la cipolla e la pancetta incominciano a colorarsi, versate nella padella il vino bianco e lasciate che evapori lentamente. In una terrina sbattete le uova e versate su di esse il parmigiano grattugiato, il trito di prezzemolo e il pepe. Mettete a cuocere in molta acqua non salata gli spaghetti, e non appena giungono al punto di cottura, scolateli e sistematili nella terrina con le uova. Mescolate a lungo, poi versate la pancetta calda sulla pasta e mandate in tavola. (La ricetta è quella pubblicata da Ada Boni, e l’immagine del “piatto” viene dal sito “giallozafferano).

 

Sostiene ironicamente Fabrice Hadjadj che “è concepibile che un certo declino dell’uomo si sia avviato nel momento topico in cui egli ha cominciato ad aver vergogna di ruttare forte alla fine di un buon pranzo, in segno di gratitudine e soddisfazione.”. Il tema è stato affrontato, con variazioni più o meno accettabili dell’ironia, anche da altri scrittori, da tale “Aristide Esplosivo” per esempio, autore di “Il mio rutto libero”. Ma tutto parte dalle profetiche “visioni” di Jonathan Swift, che in due capolavori della satira, “Elogio del rutto” e la “Favola della botte”, è stato capace di descrivere, con due secoli e mezzo di anticipo, il mondo di oggi e di flagellarci con la sua ironia. Di passaggio ricordiamo che i signori dell’antica Roma si aspettavano dai loro convitati il “rutto”, segnale sicuro del fatto che essi avevano apprezzato tutte le “portate” del convito.

Non mi permetto di collegare questa disquisizione sul “rutto” con la foto di Trump, di colui che è Presidente dello Stato più potente della Terra, ed è nostro alleato, un alleato pronto a sacrificarsi per noi. O no? Ho avuto la fortuna di vedere la fotografia al culmine di una digestione soddisfatta e rasserenante, pur senza emissione di fiato: e dunque ho potuto ammirare l’umiltà di colui che, pur essendo l’uomo più potente della Terra, ci dice che lui è solo il secondo, che il primo è il Pontefice, e che perciò lui vorrebbe diventare pontefice. Sì, non posso negare di aver bevuto tre bicchieri di vino rosso: la “carbonara” pretende di essere accompagnata dal per’’e palumm’. E non escludo che il vino rosso scontrandosi con il bianco “Recupe” usato come ingrediente possa aver provocato qualche disturbo.

 Leggo su “RSI Cultura”: “Ma a ben vedere la pubblicazione dell’immagine resta uno scherzo fino a un certo punto. Trump, infatti, segue con particolare attenzione l’evolversi dell’elezione del successore di Pietro. Nei dodici anni di pontificato di Francesco non sono state poche le frizioni del mondo repubblicano e in generale del mondo conservatore americano col primo Papa venuto “da quasi dalla fine del mondo”, come disse lo stesso Bergoglio poco dopo l’elezione. Le aperture di Francesco alla Cina e soprattutto le sue intemerate contro le lobby del petrolio e gli affondi sulle politiche climatiche e migratorie hanno innervosito non poco questo mondo che arrivò a definire Francesco “Papa comunista”.

Sono diversi, del resto, i prelati statunitensi vicini ai repubblicani ed è evidente che un Papa meno terzomondista e più liberale in materia economica – come di fatto era Karol Wojtyla – sia maggiormente gradito. Di qui lo “scherzo” di queste ore. Trump si veste da Papa perché indirettamente è anche fino all’elezione del successore al soglio di Pietro che prova ad arrivare.”. Serenamente dico ancora una volta che dobbiamo ringraziare questo personaggio perché nel modo più chiaro e diretto ci spiega qual è la situazione in cui ci troviamo e cosa rappresentano oggi gli Americani che lo sostengono. Un giornale italiano parla di una foto-choc, e mi piace chiudere l’articolo con due commenti che vengono dagli Stati Uniti: “Pope Trump, il nostro Presidente ha appena postato questo. Sa che i media impazziranno, è un vero troll. Lo adoro”, ha scritto il comico Terran K. Williams su X (ex Twitter); Melanie D’Arrigo, attivista democratica, ha commentato con sarcasmo: “Il tizio che ha infranto tutti e dieci i comandamenti pubblica foto in cosplay da papa”. La signora non aveva mangiato gli spaghetti alla carbonara.