La serata dei rimpianti

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Anche altri due obiettivi stagionali sono sfumati: il Napoli esce sconfitto dallo stadio Companys di Barcellona per 3-1 (come nel 2020) e termina sia la sua avventura in Champions sia la rincorsa al Mondiale per Club dell’estate del prossimo anno. Gli azzurri confermano i propri limiti da ogni punto di vista (tattico, tecnico e mentale), che impediscono di centrare il bersaglio grosso, nonostante la prestazione non sia stata malvagia, soprattutto nella fase centrale della partita. La fase di non possesso continua ad essere un punto molto debole: la prima pressione veniva costantemente saltata e si creavano delle voragini tra centrocampo e difesa, con cui i velocisti del Barcellona andavano a nozze; purtroppo ciò sembra un difetto “genetico” di questo Napoli, che può essere risolto solo intervenendo sul mercato. Preoccupante è stato anche l’atteggiamento dopo il primo gol subito, con i ragazzi che si sono disuniti, creando poi i presupposti per l’immediato 2-0 e complicando molto il lavoro. L’aspetto psicologico ha probabilmente giocato un ruolo decisivo anche nella clamorosa occasione sprecata da Lindstrom sul 2-1: un calciatore per rendere al meglio deve avere serenità e fiducia; è chiaro che in questo momento il ragazzo non sente né l’una né l’altra e questo lo porta a scelte frettolose e sbagliate.