La Festa delle Lucerne ispira scelte giuste e coraggiose

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Una Festa che non sia una fiera, arricchisce e nobilita il messaggio di una tradizione millenaria.

Nulla da eccepire. La decisione della giunta Di Sarno di vietare ogni forma di vendita non autorizzata durante la Festa delle Lucerne è giusta e coraggiosa. Un provvedimento del genere era atteso e richiesto da almeno 20 anni. Questa decisione rende giustizia a centinaia di volontari che per preparare la Festa si rompono la schiena e le mani, rinunciando in qualche caso anche alle meritate ferie. Per anni, infatti, lo sforzo di queste volenterose persone si traduceva in un vantaggio per pochi abusivi, che senza autorizzazione vendevano di tutto.

Una Festa che non sia una fiera, arricchisce e nobilita il messaggio di una tradizione millenaria. L’amministrazione comunale, inoltre, con questa scelta coraggiosa introduce un sistema di regole che si traduce in un indubbio vantaggio per la società organizzata. Patetici e indecorosi sono i tentativi dei “soliti noti” che per meri obbiettivi propagandistici e per ritagliarsi un ruolo, hanno tentato e ancora adesso provano a far recedere il Comune da  una intenzione nobile. Per fortuna il tentativo di creare confusione e contrasto nell’opinione pubblica è stato subito smorzato.

Anna Esposito, rappresentante delle Comunità dei Vicoli è stata molto chiara ed ha ammonito:  «Se ci sarà un solo venditore abusivo durante la Festa, non avremo problemi a spegnere le Lucerne».  Da segnalare, però, alcuni peccati veniali dell’amministrazione comunale che in qualche modo hanno accresciuto la confusione. Sicuramente c’è stato un errore di comunicazione. Il divieto di vendita durante la Festa doveva essere presentato come un’opportunità da cogliere e non come un’imposizione. I cittadini, infatti, dovevano essere convinti che la Festa delle Lucerne può rappresentare un volano e un’occasione di promozione della cultura, della tradizione e delle produzioni agroalimentari.

Si possono creare tante altre occasioni per consentire ai cittadini di vendere, se si progetta per il quartiere un sistema di investimenti e riqualificazione urbana. I vicoli, i bassi, le stradine sembrano proprio concepiti per offrire a decine di giovani che già affollano il quartiere, spazi adatti a degustazioni e esperienze aggregative di valore.   Inoltre se l’amministrazione aveva l’intenzione di assumere una decisione del genere, poteva premunirsi per tempo, indicendo un’assemblea pubblica, per discutere l’impatto del provvedimento. La legge, infatti, permette che si creino Scie contributive temporanee per autorizzazioni di vendita di prodotti tipici.

Naturalmente sempre nelle more dei provvedimenti legali, è necessario garantire la provenienza, la salubrità e la tracciabilità dei prodotti. Una legge dello Stato permette anche ai contadini produttori, di vendere vino sfuso in eccedenza. É proprio sfruttando questa possibilità che nel territorio dei Castelli Romani, dove abito da 35 anni, si è sviluppato “Il teorema delle Fraschette”. Bastava avere un poco di accortezza pensarci prima e molti problemi si sarebbero evitati. Invece qualche mese fa ho assistito ad una riunione su iniziative culturali proposte dall’amministrazione per la Festa delle Lucerne da pantomima. Una farsa da dimenticare.

Adesso però, non è il caso di recriminare. Bisogna unirsi all’amministrazione, sostenendola nello sforzo di far applicare regole giuste e decisive. Dio solo sa, quanto Somma ed il Sud intero abbiano bisogno di legalità.