Il “Corteo delle Contrade” a Ottaviano: la gioiosa esplosione della “ottavianesità”

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Si diceva che gli Ottavianesi fossero abili nel dissimulare e assai esperti nel nascondere emozioni e passioni: ma poi, in momenti particolari dell’anno- San Michele, la Madonna del Carmine, le feste per la vendemmia e per la raccolta delle castagne- si aprivano alla gioia rumorosa e le davano la voce dei canti e delle “tammorre”. Un sindaco chiamò questo comportamento “ottavianesità” e, nel pronunciare il termine, lo “segnava” con la sua commozione, fatta di ricordi e di memorie.

 

Non è stato facile scrivere l’articolo sulla manifestazione ideata dal Circolo “A.Diaz” che si è svolta per le strade di Ottaviano domenica 12 maggio, a conclusione della Festa di San Michele. L’incertezza sul nome: come chiamarla? Ho scartato il nome “Palio”, perché gli “animalisti”, che con gli archeologi e gli storici, costituiscono il più cospicuo gruppo culturale di Ottaviano, mi avrebbero accusato ancora una volta di rimpiangere “’a corsa de’ ciucci” costretti, a colpi di frusta, a trasformarsi in cavalli e a galoppare per strade lastricate con basoli minacciosi. Ho scelto un titolo neutro, “Corteo delle contrade”: e mi auguro che linguisti e storici non mi rimproverino con asprezza ricordandomi che Ottaviano non è divisa in “contrade”, ma in “quartieri”: tra il 1869 e il 1874 il segretario comunale scrisse negli atti che il corteo “in costume” che accompagnava la processione di San Michele era formato dai rappresentanti “delle contrade”. Come si è svolta la manifestazione? La risposta è chiaramente condizionata dal punto di vista che uno sceglie. Gli innamorati della polemica e qualche incrollabile avversario di Michele Romano, Presidente del Circolo “A.Diaz”, sottolineano il fatto che le dieci contrade, nel percorrere le strade della città, non hanno rispettato tutti i punti del programma definito durante la settimana. Da qui incroci e sovrapposizioni di movimenti in una “matassa” che la polizia municipale ha saputo abilmente sbrogliare. In piazza San Lorenzo la folla, addensandosi, ha liberato un varco per le ultime “contrade” che arrivavano solo quando il presentatore ufficiale, l’impareggiabile dott. Luigi Aprile, ha messo una nota di aspro nel tono della voce. Mi dicono, infine, che durante i giochi in cui erano impegnati i bambini qualche discussione tra i genitori ha prodotto scintille. Ma, esaminate e valutate il giorno dopo, le cose assumono un altro aspetto, dicono altro. Ed è un “altro” profondamente significativo.  Dicono che è stata una festa di popolo già nella preparazione: la gente di contrada ha contribuito all’organizzazione del proprio corteo, a individuare e a suggerire idee capaci di renderne viva l’originalità. Colori, musica, passi di danza, abiti, arredi sono stati i protagonisti di una gara chiassosa, in cui il “chiasso “non era solo uno strumento utile ad attirare l’attenzione, ma serviva ad esprimere con immediatezza un sentimento prezioso: la partecipazione emotiva degli Ottavianesi alle immagini e alle musiche che accompagnavano il “teatro” della loro contrada. E mi ha fatto piacere notare che anche il dott. Luigi Aprile, presentatore e conduttore ufficiale della manifestazione, ha sottolineato questo aspetto – la partecipazione emotiva degli “attori”– che fu il carattere dominante nella organizzazione e nello svolgimento dei primi cortei storici organizzati dal Circolo ”A. Diaz”.  Insomma, il popolo di Ottaviano, grazie all’idea del Circolo “A.Diaz” e all’impegno degli organizzatori, ci ha dimostrato che la “ottavianesità” non si è spenta, come troppo spesso siamo indotti a temere. Gli Ottavianesi conservano intatto il senso dell’identità e lo spirito di comunità, e aspettano, per poter ampiamente dimostrare la forza e la bellezza dell’uno e dell’altro, un calendario di manifestazioni che copra tutto l’anno: manifestazioni nuove, ma collegate nella forma e nella sostanza ai molti eventi che fino alla prima guerra mondiale “muovevano” la città, fino a farne un centro culturale di rilevante importanza nel Vesuviano. E’ mia intenzione ricordare agli Ottavianesi, attraverso un programma di “visite”, che il patrimonio d’arte della nostra città non comprende solo le chiese, i quadri, i palazzi dei nobili, ma anche i quartieri, le case dei preziosi artefici dei mestieri, le strade: non c’è luogo di Ottaviano che non sia un “racconto” di memorie antiche. Il “Corteo delle Contrade” del 12 maggio diventi non solo un modello, ma anche il punto di partenza per il “viaggio” futuro. Un ringraziamento particolare va agli Istituti scolastici i cui alunni hanno dato alla manifestazione il contributo importante dell’arte recitata e rappresentata. Grazie a tutti: gli Ottavianesi, i soci del Circolo, il Presidente Michele Romano, i suoi collaboratori, gli amministratori del Comune. Grazie a Ottaviano.