Alcuni docenti denunciano: «La Dirigente è un despota, non ha rispetto per chi compie il proprio dovere». Ma la DS De Masi ribatte: «Le mie azioni legali e lecite. Docenti e collaboratori si trasferiscono perché non sposano la mia idea di scuola».
«Numerosi docenti, collaboratori scolastici, assistenti amministrativi presenti in questo Istituto Comprensivo da diversi anni, hanno preferito andare via per evitare di vivere in un ambiente dove a farla da padrona sono il terrore ed i ricatti. Il Dirigente Scolastico per giustificare tale esodo ed ingraziarsi i genitori ha ritenuto opportuno offendere il personale definendolo «mele marce chenon volevano rispettare le regole». In realtà scappano perché amareggiati, stanchi di esseretrattati male, di non poter più lavorare serenamente con gli alunni».
È lo sfogo amaro di un gruppo di docenti che puntano il dito verso Maddalena De Masi, alla guida dell’«Istituto Comprensivo Statale Sant’Anastasia 2» da due anni. Secondo gli insegnati la Dirigente metterebbe in essere modi ed atteggiamenti poco ortodossi nei confronti di tutto il personale scolastico ed infatti, per questo, molti di loro avrebbero scelto di cambiare scuola. «A scuola vige un regime altamente vessatorio e di sopraffazione sistematica – continuano idocenti – La DS è il ritratto dell’autoritarismo, ha modi vendicativi da despota, non c’è un clima di distensione. Tratta male noi insegnanti che abbiamo il compito di formare lenuove generazioni, di insegnare ai ragazzi il coraggio, la lealtà, l’unione che fa la forza ma siamopoi costretti a chinare il capo difronte ad una persona che alza la voce, per paura che ci sianoritorsioni. Non vogliamo soccombere né abbiamo intenzione di arrenderci: è una questione didignità. Il corpo docente si è mostrato da subito collaborativo con lei ma non ci sono forme di gratificazione, è sempre un punire, un dire che non va bene».
Le rimostranze dei docenti non si fermano qui: «Gli alunni sono costretti a mangiare il panino in classe enon nel refettorio, i laboratori non vengono più utilizzati, manca il materiale didattico anche se ogni genitore al momento dell’iscrizione ha dato un contributo volontario per acquistarlo. La DS ha messo chiodi alle finestre per bloccarle senzachiedere l’autorizzazione al Comune, videocamere che lei controlla dal suo ufficio con i soldi di scuola Decoro; ha avuto i soldi per i furti che ci sono stati e ancora deve sostituire il materialerubato e non siamo liberi di fare nemmeno una fotocopia per lavorare con i ragazzi».
In merito a tale vicenda, che ha visto anche un’interrogazione consiliare ad ottobre scorso da parte della consigliera in forza ad «Alleanza per Sant’Anastasia» Veruska Zucconi, abbiamo ascoltato il presidente del Consiglio d’Istituto, Mena Tatarella, la quale ha asserito di «non sapere quale possa essere il malcontento che aleggia» e che «c’è molta sinergia e collaborazionea scuola. È vero che c’è qualche voce dissonante ma dov’è che non c’è? So di qualcuno che ha chiesto il trasferimento per questioni personali ma nulla di più. Come rappresentante dei genitori posso dire che nel momento in cui si manifesta un problema e si sollecitano la Dirigente o altre autorità, troviamo massima disponibilità. Ho visto da parte del dirigente e del personale di segreteria sempre molta fiducia ed attenzione per i genitori, per le problematiche ed i docenti».
Sulle problematiche sollevate dai docenti circa l’uso di refettorio e laboratori, il presidente del Consiglio d’Istituto sconfessa tutto: «Non mi risulta che i ragazzi non possano usare il refettorio e sulla questione dei laboratori chiusi posso dire che c’è più rigore ed attenzione rispetto agli anni scorsi a causa dei troppi furti subiti in passato. La scuola ultimamente ha acquistato con i soldi avuti dal Ministero pc e materiale precedentemente rubati: é giusto che siano tenuti sottocchio perché altrimenti ritorneremmo a rivedere una scena già vista anni fa. Quindi ben vengano rigore ed attenzione». Dal suo canto, la Dirigente dell’Istituto Comprensivo Sant’Anastasia 2, ribalta una per una le accuse dei docenti «dissidenti» a partire dalle risorse provenienti dal Ministero a seguito dei diversi furti subiti nel plesso di via Boccaccio, pari a 29.000€: «Tale cifra non è stata spesa subito per non fare spese pazze: una volta appreso il bilancio dell’Istituto e sanata la situazione debitoria nella quale versava ormai da sette anni, ho avuto la tranquillità mentale di poter spendere ed impegnare in maniera razionale, per una sana gestione dell’attività scolastica, i 29.000€ di risarcimento dei furti avuti: così la scuola ha riavuto computer e lavagne LIM».
Per quanto concerne l’utilizzo dei fondi «Scuole belle», il piano di edilizia scolastica caldeggiato dall’ex Governo Renzi relativo agli interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici scolastici, la Dirigente De Masi chiarisce che sono stati impegnati per «l’uso ad hoc: tinteggiatura di scuola ed aule, ripristino maniglie rotte e fontane mal funzionanti, apposizione di veneziane ove necessario. I famosi grossi chiodi messi alle finestre, inoltre, sono in realtà dei perni che bloccano le aperture della scuola: li ho fatti mettere perché gli infissi non si chiudono bene, grande punto debole della scuola che permetteva ai ladri di entrare indisturbati».
Sulla possibilità negata di poter fare fotocopie, la Dirigente ammette il divieto e spiegato i motivi: «È vero, la carta per le fotocopie c’è l’ho ancora nella mia stanza perché quando sono arrivata a scuola per la prima volta, ho trovato un bellimbusto di collaboratore scolastico, con tanto di camice, fisso davanti alla fotocopiatrice che faceva fotocopie di libri senza rispettare la norma del copyright e poi c’erano pacchi interi di risme sparsi su un tavolo in segreteria: era un’anarchia. Ora c’è una sola fotocopiatrice gestita dalla segreteria e subito le maestre hanno iniziato a lamentarsi che senza fotocopie non potevano lavorare. Ho risposto loro che se servono le fotocopie devono affiancare i riferimenti bibliografici per ogni esercizio o quesito che si vuole somministrare all’alunno, oppure costruire schede in maniera personale ed originale. Bene, da allora, le fotocopie non sono state più necessarie e ci hanno rinunciato».
La DS chiarisce anche la questione della telecamera: «È a circuito chiuso e registra dalla 19 alle 6 così come recita la dicitura del cartello. Tutto nella legalità». Per quanto riguarda, infine, il caso del cospicuo numero di trasferimenti di docenti e personale impiegato nell’Istituto comprensivo al termine dello scorso anno scolastico, la Dirigente testualmente risponde: «Sì, l’anno scorso molti collaboratori scolastici che non volevano fare pulizie perché non erano abituati a farle hanno chiesto il trasferimento, così come pure i docenti che si sono scontrati con la mia idea di scuola e che hanno visto negarsi da parte mia, ad esempio, richieste assurde come la possibilità del cambio turno alla scuola dell’Infanzia a loro piacimento».
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