Crisi greca, Angellis (EEK) ai napoletani: ” Nessuna prospettiva se Tsipras resta con la destra reazionaria “

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Il giornalista e politico ellenico spiega nel salone dell’ex Filangieri il labirinto politico greco, contorto quanto quello italiano. Dove il cammino del nuovo leader di sinistra sembra proprio zeppo di ostacoli. Anche interni.

 

E’ una domenica pomeriggio di analisi politica internazionale quella organizzata dal Pcl e da Iskra nei locali occupati e magicamente ristrutturati dell’ex asilo Filangieri, pieno centro storico di Napoli, a pochi passi da San Gregorio armeno. Giovani e meno giovani ascoltano insieme, e in un religioso silenzio, il perfetto italiano di Yannis Angellis, esponente di punta del sindacato dei giornalisti greci ( l’ESIEA ) e membro dell’EEK, il partito comunista ellenico di ispirazione anti stalinista ma che però non è presente  in parlamento.

Ciò a differenza del KKE, che invece stalinista lo è, eccome se lo è, ed ha pure conquistato 13 seggi alle ultime elezioni politiche che hanno visto vincere il partito Syriza di Tsipras.  Ma, com’è noto, il KKE non ha voluto allearsi con Alexis,  accusato di “trozkismo”. A quel punto  il povero primo ministro in pectore è rimasto solo soletto, senza maggioranza assoluta per soli due seggi, e ha dovuto quasi per disperazione allearsi con il “disponibile” Anel dello xenofobo Kammenos.

Destra, questo del partitello ultraconservatore ( ma contrario alla linea del rigore tedesco ), che Angellis definisce “reazionaria”. ” Tsipras – racconta nell’ex Filangieri il giornalista e politico – come soluzione di compromesso ha affidato a questa destra reazionaria due ministeri chiave della Grecia, quello della Difesa e quello della Marina Mercantile: fino a quando manterrà questa situazione per il popolo non ci saranno reali prospettive “. ” La situazione è davvero difficile -aggiunge Angellis – i disoccupati continuano ad aumentare, non è stato fatto abbastanza e nella sinistra non è chiaro il da farsi. C’è anzi una preoccupante evoluzione verso una sorta di patriottismo di sinistra.

Ma il ritorno alla dracma non è una soluzione. Perché non è la dracma il problema. Il problema è il capitalismo europeo “. Angellis però qualcosa di positivo finora lo ha visto. ” L’evoluzione del pensiero del movimento del popolo – conferma – ha iniziato a cambiare le cose “. Fondamentale dunque per lui non è abbattere Syriza ma fungere da pungolo costante di base per rompere gli indugi rimuovendo Anel e dando il via a una nuona stagione finalmente unitaria. ” Ma la politica del  KKE – eccepisce il relatore del  convegno –  è di dividere, di tenere separata ogni cosa “. Parole confermate da Marco Ferrando, portavoce nazionale del Partito comunista dei lavoratori, anche lui presente al convegno. Il suo è un excursus storico attraverso cui evidenzia il conflitto insanabile tra riformismo e rivoluzione.

” La Grecia dal 2008 – premette – ha avuto un crollo del prodotto interno lordo del 25 %: più di quello fatto registrare nella grande crisi del ’29. Nel frattempo dalla Spagna del ’36, al  Portogallo e al Cile degli anni Settanta, le esperienze riformiste della sinistra ci hanno consegnato una sostanziale sconfitta complessiva “.