Se per i giovani di oggi la libertà è un concetto dato per scontato, è proprio attraverso la cultura pop, i media e il digitale che può riemergere il senso profondo del 25 aprile. Non si tratta solo di ricordare chi ha combattuto per liberarci dal nazifascismo, ma di trasmettere un valore: la libertà non è eterna, va difesa, capita, coltivata. Per citare il grande cantautore, Giorgio Gaber, “la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”.
Ripetutamente la storia si ripete. Ogni 25 aprile risuona come un richiamo alla memoria storica, ma anche come un’occasione per riflettere su come la Resistenza, l’antifascismo e il valore della libertà vengano tramandati alle nuove generazioni. E in un’epoca dominata da social network, serie TV e cultura digitale, è proprio lì che spesso si riaccende l’interesse dei giovani per la storia. Un esempio? “Bella Ciao”, l’inno simbolo della lotta partigiana, oggi conosciuto anche da chi non ha mai sfogliato un libro di storia contemporanea.
Dalla montagna ai social: il viaggio virale di Bella Ciao
Da canto popolare intonato dai partigiani sui monti italiani, “Bella Ciao” è diventata negli ultimi anni un fenomeno globale, grazie soprattutto alla sua comparsa nella serie Netflix “La Casa di Carta”. Intonata dai protagonisti come simbolo di ribellione e riscatto, la canzone ha conquistato i social.
Il rischio della banalizzazione è reale, ma allo stesso tempo c’è chi – proprio partendo da lì – si è incuriosito, ha fatto ricerche, ha approfondito. In fondo, ogni ponte che collega presente e passato è utile, se sa accendere domande.
Negli ultimi anni, anche le scuole hanno riscoperto strumenti più dinamici per parlare del 25 aprile: laboratori teatrali, podcast storici, interviste ai testimoni diretti. È il modo con cui la memoria si rinnova, adattandosi al linguaggio dei ragazzi senza perdere autenticità.
Il valore della memoria oggi
Se per i giovani di oggi la libertà è un concetto dato per scontato, è proprio attraverso la cultura pop, i media e il digitale che può riemergere il senso profondo del 25 aprile. Non si tratta solo di ricordare chi ha combattuto per liberarci dal nazifascismo, ma di trasmettere un valore: la libertà non è eterna, va difesa, capita, coltivata.
Per citare il grande cantautore, Giorgio Gaber, “la libertà non è uno spazio libero
Libertà è partecipazione”.
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