Volla. Il “veleno” dei Verdi ecologisti, fuori dall’amministrazione

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In questa intervista, il coordinatore dei Verdi di Volla svela alcuni retroscena che hanno favorito l’esclusione dal centrosinistra degli ecologisti e dei moderati.

L’avventura del Sindaco Guadagno e della sua nuova squadra, è appena iniziata (oggi pomeriggio c’è stata la formalizzazione degli atti che sancisce in modo ufficiale la nuova guida politica e amministrativa per Volla, ndr), ma nell’aria ci sono ancora i residui dei “veleni” della campagna elettorale. Il Coordinatore locale dei Verdi-Ecologisti, Enrico Armetta, ex consigliere comunale nelle due ultime legislature, dà la sua versione dei fatti che hanno causato la mancata adesione del suo partito alla coalizione di centrosinistra con conseguente sconfitta elettorale e assenza del partito del “Sole che ride” dal Consesso Comunale.

Il centrosinistra doveva essere la vostra naturale collocazione. Come mai non avete aderito alla Coalizione che poi ha vinto le elezioni? Cos’è che non ha funzionato?
“Pensavo di essere stato un interlocutore importante per il PD e per il neoeletto sindaco. Sono molto arrabbiato dentro, perché mi hanno trattato male, mi hanno usato. Intanto, ci tengo subito a precisare che il nostro elettorato ci ha un po’ penalizzati per l’anomala collocazione centrista. Comunque, abbiamo ottenuto il 5.8% rispetto al 5.6% delle passate amministrative. Quindi un buon risultato. Inoltre, come gruppo di Volla siamo stati i Verdi-Ecologisti più votati nel confronto con quelli di altri comuni italiani”.

Torniamo alla mancata adesione alla coalizione di centrosinistra
“All’inizio eravamo stati gli unici a riconoscere la leadership del Partito Democratico e di Angelo Guadagno come candidato sindaco; gli altri, quelli dell’estrema sinistra (SEL, IDV, Comunisti), volevano a tutti i costi fare le “Primarie”. Noi e il PD, in accordo, ci opponemmo dicendo che non c’era più il tempo per organizzarle e loro come risposta uscirono dalla coalizione, dissero che sarebbero andati da soli. Con quella mossa mettemmo fuori la “sinistra estrema” che, tra l’altro, non era ben gradita dal candidato sindaco Guadagno”.

Quindi, il famoso detto napoletano “… ‘A Sinistr’ se ne vo’ ji, e ‘o Vescov’ n’a vo’ mannà…”?
“Esatto. Poi riprendemmo il dialogo con i centristi anche perché la sinistra e il polo dei moderati tra di loro erano incompatibili, e poi la forza elettorale dei centristi era ben altra cosa, molto più significativa e appetibile. Probabilmente, insieme avremmo vinto le elezioni al primo turno. Così, fui invitato dal PD a collaborare per chiudere l’accordo con il Polo dei Moderati”.

Quindi, dopo l’uscita della sinistra, ripresero gli incontri con il polo di Centro, anche perché quello era un “flirt” che durava da più di un anno, vero?
“Sì. Vero. Ma, al primo intoppo si ruppe il giocattolo, si “scassò il tavolo”. Ad un certo punto non c’era più accordo nemmeno su una virgola”.

Al primo intoppo? Perché?
“Perché Guadagno era stato invitato a mettere da parte la sua lista civica (Verso il Futuro), ma rifiutò. Disse che “aveva bisogno di consiglieri di sua fiducia”. Il PD subì quella giustificazione, perché evidentemente i consiglieri del suo stesso partito (che poi è anche il partito di Guadagno) non fornivano altrettante garanzie. Il polo dei Moderati, invece non accettò la difesa della posizione del candidato Sindaco. Noi eravamo lì per cercare di mediare le posizioni”.

Comunque, la difesa strenua di una posizione, sostenuta da una dubbiosa motivazione lasciò l’amaro in bocca un po’ a tutti ?
“Già. Esatto. A quel punto ci fu la proposta del coordinatore locale dell’IDV, portata anche a livello provinciale, di ricomporre il tavolo di centrosinistra, ma uno dei più autorevoli rappresentanti locali del PD, sospese le trattative. Dopo quella sospensione il dialogo a livello locale fu interrotto. La comunicazione riprese tra i rappresentanti provinciali. A quel livello fu riproposta l’intenzione di ricostituire il classico centrosinistra con PD, Verdi-Ecologisti, IDV, SEL, e la Lista Civica (Verso il Futuro), in appoggio al Sindaco, escludendo il “Polo dei Moderati” dalla Coalizione”.

Perché i Verdi non hanno aderito a questa proposta?
“No. La domanda da porre è: «Perché questa proposta non è stata fatta ai Verdi di Volla?». Così come la rottura definitiva con il Polo dei Moderati, in effetti, è avvenuta all’interno del PD i moderati non furono nemmeno avvisati”.

Quindi, mentre stavate mediando, per trovare un accordo, il PD e il candidato Sindaco hanno rotto il tavolo, con i Moderati e con i Verdi-Ecologisti di Volla, da soli?
“Non proprio. Avuta la notizia dal rappresentante provinciale, noi Verdi di Volla ci siamo attivati per cercare di capire cosa fosse successo e per ricomporre il tavolo delle trattative. Ma, mi è stato risposto dal PD che «con me si potevano prendere solo un caffè».

E lei è andato a prendere il caffè?
“No, anche perché era sera e a me, la sera, il caffè fa male, non mi fa dormire. E poi mi avevano detto che non c’erano più gli estremi per ricomporre il tavolo, non c’erano più tavoli, non c’era più la coalizione, nemmeno con noi”.

Quindi, alla fine sono stati dei rancori personali ad impedire la vostra adesione alla coalizione di centrosinistra? Oppure è stato “per colpa di un caffè”?
“Io penso che il tutto sia scaturito da qualche “cattivo consiglio” suggerito da qualcuno a Guadagno, sul coordinatore vollese dei Verdi, cioè sulla mia persona. In una riunione nella sede provinciale dei Verdi, avevo fatto il punto della trattativa, raccontando di una telefonata intercorsa tra me e Guadagno nella quale gli avevo detto: «la coalizione può essere formata dal PD dall’IDV, dai Verdi e dal polo dei moderati, abbiamo buone possibilità di vincere le elezioni al primo turno. L’unica condizione è che tu rinunci alla tua lista civica». Ma quella proposta, ancora una volta era stata rifiutata da Guadagno che mi aveva aggredito verbalmente. Gli avevo risposto che era “infantile”. Ecco, ho raccontato questo episodio nel direttivo provinciale dei Verdi. Evidentemente, qualcuno presente alla riunione, ci ha ricamato sopra e ha riportato che il sottoscritto aveva offeso il PD e il candidato sindaco”.

E così, dopo i Moderati, per un “inciucio”, sono stati esclusi anche i Mediatori?
“Non proprio. Nei giorni successivi il segretario del PD ci aveva esortati a rientrare nella coalizione. Noi abbiamo chiesto il motivo del reintegro della sinistra, ci hanno risposto che si erano ravveduti sul candidato sindaco. A quel punto ho chiesto se anche il polo dei moderati poteva ravvedersi ed entrare nella coalizione. Mi hanno risposto che non era possibile perché la gestione della coalizione sarebbe stata ingovernabile. «Ma come voi state flirtando da un anno e mezzo con i moderati? Adesso che è successo?», ho chiesto. Mi hanno risposto che era subentrata una novità. Alla mia richiesta di conoscere questa “novità” mi è stato risposto che non potevano dirmela. Quindi, mi volevano nella coalizione con PD, IDV, SEL, Lista Civica e con l’incognita “Novità”. Pertanto, erano venuti meno i rapporti di fiducia, e quindi ce ne siamo andati”.

E questo è il Passato. Adesso parliamo del Presente e del Futuro. L’amministrazione è fatta. La nave è salpata. I Verdi che faranno, i pirati?
“I Verdi-Ecologisti al ballottaggio hanno lasciato libera scelta ai loro elettori. Dopo le elezioni, un confronto con i Verdi non è stato ritenuto necessario ed significativo, da parte dei vincitori. Noi abbiamo perso le elezioni e siamo fuori dal consiglio comunale”.

La Giunta è stata fatta, i cinque assessori sono stati scelti. Uno di questi ha fatto parte della Giunta Mastrogiacomo. Cos’è un “Ritorno al Futuro”? Cosa ne pensa?
“Sull’Assessore che ha fatto parte della giunta Mastrogiacomo, stendiamo un velo pietoso, dovrebbe essere il sindaco a spiegare il perché di questo ritorno. Come si dice a Napoli «non sputare in aria che in faccia ti ritorna». Il Sindaco ha dimostrato che chi gli ha dato una mano e si è impegnato per lui, alla prima curva, dopo il rettilineo, ha avuto una spallata ed è stato buttato giù. Durante i festeggiamenti per la vittoria mi ha colpito una sua dichiarazione che non si sarebbe fatto condizionare dai partiti. La mia sensazione, invece, è che per l’ennesima volta si sia ripetuta sempre la stessa logica e cioè quelli più eletti nei partiti sono andati avanti. I due del PD sono stati scelti dal loro partito, non dal sindaco, poi c’è quello scelto e indicato da SEL, lo testimonia il consigliere comunale di SEL, poi c’è quello eletto nella sua lista. Quello tecnico non lo conosco, ma so che è stato nei vari comuni del circondario, farà parte delle indicazioni politiche, probabilmente dal PD di San Sebastiano”.

Se quella è la logica, come mai la Dr.ssa Buonocore, uno dei più eletti nella lista del PD, anche esperta, non è stata riproposta come assessore?
“Perché nel PD vige sempre la regola dell’appartenenza e la Buonocore non fa parte del PD, è Socialista. Glielo avevo anche detto tre quattro mesi fa”.

Cosa pensa delle deleghe assegnate dal Sindaco?
“Sulla forza elettorale, sull’onestà, sulle capacità del sindaco non avevamo dubbi, ma sulla sua tenuta abbiamo avuto sempre delle perplessità. Un sindaco forte che si insedia dopo una stagione nefasta della “Destra”, avrebbe dovuto avocare a se i due punti fondamentali del Programma, e cioè il PUC e le Politiche Abitative (la vendita degli alloggi di proprietà del comune). Sono argomenti fondamentali per un paese, muovono l’economia e le anime delle persone. Sono i due punti cruciali sui cui ha fallito il centrodestra e non si possono affidare ad un giovane ed inesperto consigliere comunale uscente e ad uno che viene da fuori, che è lontano dal paese da diverso tempo”.

E adesso che faranno i Verdi sul territorio?
“Faremo un’opposizione ad oltranza sul territorio con i mezzi che abbiamo a disposizione. Mentre qualcuno usa il web, noi useremo la carta, con manifesti, volantini, manifestazioni. Ho lasciato in eredità al sindaco l’incartamento che riguarda le industrie inquinanti presenti sul territorio; vigileremo attentamente sulle promesse fatte”.