Una strage: per colpire, a Parigi, i simboli della civiltà dell’Europa

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Dodici vittime, in un attacco condotto anche contro la libertà di stampa e i valori della democrazia. Il romanzo di Houellebecq sulla Francia che nel 2022 diventerà islamica. La crisi di identità di un’ Europa sfinita.

Credo che il messaggio sia chiaro a tutti. E’ un messaggio scritto col sangue innocente delle vittime della barbarie ferina: non dimenticherò più l’immagine dell’arma che, impugnata da una nera ombra, spara addosso a un uomo che è steso a terra. L’attacco viene condotto contro la redazione di “Charlie Hebdo”: nella città che per l’immaginario collettivo è la capitale della civiltà illuministica e della cultura laica vengono massacrati giornalisti e vignettisti: e perciò questo attacco è una dichiarazione di guerra ai cardini della civiltà dell’Occidente: la democrazia, la libertà di stampa, la libertà di pensiero. Ora si vedrà di che metallo è fatta la Comunità Europea, ora si capirà se è solo un documento contabile, o ha anche un’anima.

Perchè bisognerà rispondere, e con una sola voce: è indispensabile dare a noi tutti, cittadini dell’ Europa, la certezza che potremo ancora esercitare, a casa nostra, i diritti fondamentali. Forse gli autori della strage sono tre franco- algerini, di Reims: dalle immagini risulta chiaro, lo hanno confermato tutti gli analisti, che si tratta di killer esperti, addestrati forse nei campi della Siria. Tutti questi elementi inducono a credere che la strage sia stata ispirata, oltre che dal desiderio di punire chi aveva offeso l’Islam, anche dalla strategia dell’ estremismo islamico, dal progetto di aprire fronti interni di terrore e di guerra negli Stati europei.

Poco fa, nello studio di Mentana, Lucia Annunziata non riusciva a spiegare a una deputata del PD, che, se ho capito bene, era arrivata a poca distanza dalla poltrona di Ministro degli Esteri, che non è più possibile distinguere il terrorismo dalla guerra. Già nel pomeriggio l’aveva detto Bernardo Valli, che è giornalista saggio, prudente, competente.

Poichè il Caso si diverte a ingarbugliare le logiche degli eventi, tra le vittime c’è anche l’economista Bernard Maris, uno dei critici più severi della globalizzazione e del neoliberismo. I terroristi hanno ucciso, tra gli altri, i vignettisti del giornale, Cabu, Tignous, Wolinski, e Charb, il direttore. Charb, e cioè Stèphane Charbonnier, autore delle vignette su Maometto, era già da tempo nella lista nera del terrorismo islamico. Qualche giorno fa aveva pubblicato una vignetta che appare oggi una premonizione, e un testamento: un uomo armato, alla domanda “Oggi niente attentati in Francia?”, risponde: ” Calma! C’è tempo fino alla fine di gennaio per fare gli auguri.”. Sulla copertina dell’ultimo numero di “Charlie Hebdo” lo scrittore Michel Houellebecq, vestito da mago, predice che quest’anno perderà i denti e che nel 2022 la Francia verrà governata dai Fratelli Musulmani. Proprio oggi, 7 gennaio, è uscito nelle librerie di Parigi il suo nuovo romanzo “Soumission”, che il 15 verrà pubblicato in Italia, da Bompiani, con il titolo “Sottomissione” (v.foto). E’ la descrizione della Francia del 2022: una società islamica, governata da un presidente musulmano, che cancella tutti i segni della civiltà illuministica. Dopo quello che è successo, del romanzo si venderanno milioni di copie: per ora, l’autore è sotto scorta.

Lunedì 5 il “Corriere della Sera” ha pubblicato l’intervista di Stefano Montefiori a Michel Onfray, autore del clamoroso “Trattato di ateologia”. Sollecitato a esprimere, in anteprima, il suo giudizio sul romanzo di Houellebecq, Onfray dice che la descrizione della Francia islamica non è fantascientifica, e che “Sottomissione” entra nella lista dei capolavori che hanno per tema “l’utopia al contrario”, come ” 1984″ di Orwell e ” Fahrenheit 451″ di Bradbury. Houellebecq, aggiunge Onfray, ritrae realisticamente un’ Europa sfinita, che ha consegnato i pieni poteri ai signori del danaro e ai mercati, e che non fa più figli: un’ Europa da Basso Impero in cui si manifestano sempre più nitidi i segni premonitori del crollo definitivo e della morte. Il giorno dopo su ” la Repubblica” c’è un articolo di Marco Ansaldo, che si intitola ” La messa è finita: nelle chiese in disuso nascono bar e teatri”: in tutta Europa, gli edifici ecclesiastici sconsacrati si trasformano in abitazioni, palestre e librerie. Il Cristianesimo è una radice importante dell’identità dell’ Europa, anche dell’ Europa laica. E dunque lo sfinimento della civiltà occidentale è prima di tutto una crisi di identità: la lacerazione attraversa gli Stati e le comunità locali, chiama in causa gli intellettuali, sollecita la Scuola a costruire negli allievi la cultura dell’appartenenza. I Parigini scesi in piazza per celebrare l’eroismo delle dodici vittime di oggi sono spinti a domandarsi cosa sono i Francesi, cosa non sono, cosa dovrebbero essere. Cambio canale, trovo le immagini di Napoli che piange uno dei suoi artisti più originali, e sento una distinta signora che dice che la morte di Pino Daniele ha spinto molti di noi a ricordare, a riconsiderare quello che egli ha detto di Napoli, a scoprire che grazie alla sua musica fantastica conosciamo meglio il ritmo della realtà e anche noi stessi.

Oggi, 7 gennaio, “identità” è stata la parola più usata da coloro che hanno parlato, ai microfoni delle TV, dei fatti di Parigi e delle lacrime di Napoli per Pino Daniele.

LA STORIA MAGRA