Se tra i carnefici di Foley ci sono cittadini inglesi e francesi e se Peppe Barra è un razzista…

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Scrive Galli Della Loggia che “noi, in fuga dalla realtà”, dobbiamo riconsiderare il senso dell’ “integrazione”. Gli “immigrati” dovrebbero integrarsi in un sistema che noi stessi demoliremmo, se ne fossimo capaci. La scomoda verità di Peppe Barra.

Ernesto Galli Della Loggia è stato crudo e chiaro ( Corriere della Sera, 22 agosto): se un uomo “ di diversa religione e origine culturale”, che fin dall’infanzia vive in un Paese occidentale e che tutti considerano perfettamente “integrato”, a un certo punto decide che il “sistema” in cui è vissuto “ è in realtà insopportabile e repellente fino al punto da meritare il più crudele annientamento, che cosa indica ciò ? che nome merita?”. Noi cittadini dell’Unione europea dobbiamo riconciliarci radicalmente “con il principio di realtà.”. E la realtà dice che il boia di Foley è un cittadino inglese e che nelle brigate dei jihadisti ci sono cittadini francesi, inglesi e italiani.

Non è facile parlare del problema, e delle molte questioni connesse al problema: sono in agguato i cavalieri dei “valori alti”, che da ville e spiagge per vip strombettano e schiasseano contro i nemici, veri o presunti, dei neri, dei gialli, degli ebrei, dell’ambiente, del Terzo Mondo. E’ l’alluvione dei luoghi comuni, in cui, secondo la profezia di Flaubert e di Ortega y Gasset, è destinata ad annegare la civiltà dell’Occidente. E dunque uno grida che la Jihad dell’Isis è una giusta risposta al colonialismo americano e alle torture inflitte dagli americani ai prigionieri di Abu Ghraib, e un altro “controgrida” che è solo terrorismo feroce. E in questa balneare, allucinante contrapposizione dei “ma sì” e dei “però no” , la discussione risale fino ai Turchi, a Bisanzio, alle Crociate, a Maometto e al Vecchio della Montagna, e il giudizio politico diventa una lezione di storia: alcuni dei “professori” però i fatti della storia li trattano come fossero uova: li strapazzano. Ah, Wikipedia, che hai combinato.

Non sono mai stato un ammiratore degli americani: figuriamoci ora che hanno messo in ginocchio l’Europa, una parte dell’Europa, usando i mercati valutari, le strategie degli investimenti, le banche e le agenzie di rating. Ma la vicenda della decapitazione di Foley è barbarie assoluta, ferina: chi osa giustificarla ha una concezione oscena della vita e della morte, è fuori da ogni “credo”, da ogni fede, e non rispetta, né negli altri, né in sé stesso, la dignità dell’ essere uomini.

In fuga dalla realtà sono quei signori che hanno osato accusare di razzismo Peppe Barra, il quale ha descritto una esperienza che per lui è oggettiva, perché la vive, la vede, gli fa paura. Peppe Barra ha avuto il coraggio di dire che a Napoli l’ “integrazione” non ha messo radici, anzi non è stata nemmeno avviata. E’ una verità scomoda, ma già nota, per esempio, a tutti coloro che negli ultimi venti anni sono stati utenti abituali dei treni della Vesuviana e hanno prestato attenzione al mutamento radicale di comportamenti e di atteggiamenti di “indigeni” e “immigrati” e all’aggravarsi progressivo dell’insofferenza reciproca. Con chi dovrebbero integrarsi gli “immigrati”? Con l’Italia dei salotti buoni ? Con l’Italia del ceto medio, che è prossimo ormai allo stato di povertà ? Con i milioni di poveri? E’ questo il cuore del problema: gli “immigrati” arrivano in un momento difficile per quasi tutta l’Europa, drammatico per l’Italia, che già ospita i figli e i nipoti di coloro che qui furono portati dai “flussi” migratori di passate stagioni.

Tutti cercano lavoro, libertà, uguaglianza, dignità, imparano l’italiano, iscrivono i figli a scuola, si guardano intorno. E trovano amicizia, ma anche il teatro dell’egoismo: indifferenza, ostilità, sfruttamento. Trovano anche la certezza di “essere usati”, nel mercato del lavoro, per tenere bassi i salari, per alimentare una spietata concorrenza, una odiosa guerra tra poveri. L’esperienza quotidiana è per loro una conferma incessante dei giudizi che gli Italiani stessi esprimono sul sistema Italia: una corruzione generale; una delinquenza organizzata di cui non si vedono i confini, perché attraversa tutti i ceti e quasi tutte le istituzioni; un popolo diviso in tre: la tribù dei salotti buoni e della inaccessibile casta ; il ceto medio ormai spolpato; i poveri. Sul ceto medio e sui poveri si scaricano, direttamente e indirettamente, i costi del sistema in decomposizione. Questa è la faccia che il Capitalismo del sec. XXI mostra in Italia.

Quante volte al giorno gli “immigrati” si sono chiesti e si chiedono: ma perché questi non si ribellano ? Poi hanno capito che al di là di ogni contrapposizione tra classi, un popolo occidentale è tenuto ancora insieme dai vincoli della sua storia diventata civiltà, da valori e da timori archetipi, da idee condivise come patrimonio comune, dalla speranza che la democrazia trovi dentro di sé la medicina dei suoi mali e riscriva, ancora una volta, il patto sociale. Questa scoperta blocca definitivamente il processo dell’ “integrazione”, fa a pezzi l’idea che le culture siano tutte uguali e che anche le religioni possano incontrarsi. E’ facile capire perché l’Islam radicale conquista la mente e il cuore di “europei” di cultura islamica, e anche di qualche europeo di cultura, diciamo così, occidentale.

La “guerra santa” dell’Islam diventa la guerra contro il Nemico Assoluto, che stringe in sé il capitalismo del sec.XXI, il più cinico e violento della storia, gli americani e gli europei alleati succubi e servi degli americani. I nuovi califfi sanno che le casse dell’ Europa sono vuote, che Stati importanti sono costretti a vendere ai padroni del petrolio i gioielli di famiglia, comprese le compagnie aeree di bandiera, che le città più importanti non potrebbero mantenere le squadre di calcio senza l’intervento di emiri e sceicchi.
I nuovi califfi sanno che “ noi cittadini dell’ Unione europea non facciamo la guerra, ce lo proibisce la nostra moralità superiore (noi italiani ci siamo addirittura inventati che ce lo proibisce la Costituzione )”: facciamo solo operazioni di pace, “sparando e uccidendo quando è inevitabile, ma non per vincere”.

E quando ci accorgiamo che “ così la pace in genere non arriva”, ci ritiriamo “ e chi si è visto si è visto”. Galli Della Loggia non poteva essere più chiaro. L’Unione Europea non si accorge del caos della Libia, non vede che l’ Italia non è più in grado di accogliere i disperati dei barconi e dei gommoni, non sente le proteste dei sigg. Renzi e Alfano. E che dicano pure, laggiù, dalle parti di Roma e di Napoli, che certi problemi rimangono problemi per alcuni, i molti, e sono un affare per altri, i pochi. Gli affari: le milizie dell’Isis sarebbero finanziate dai signori del petrolio del Golfo Persico, i quali fanno affari – e che affari – con i signori americani del petrolio…Sono gli imbrogli che piacciono tanto al capitalismo e agli americani.