SU VIA CESARE O. AUGUSTO, OTTAVIANO DARÁ LA MISURA DI SÉ

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I cittadini di Ottaviano in una lettera aperta al sindaco, si dicono inquieti perchè la tanto decantata “riqualificazione” del principale asse viario è ferma. Abbiamo sentito l”assessore ai Lavori Pubblici. Di Carmine Cimmino

Ottaviano- il popolo, il luogo- farebbe la sua bella figura come protagonista di un romanzo polifonico, sintesi di tutti i registri: lo storico, il lirico, il tragico. L’epico, perfino. E il comico, in tutte le sue gradazioni. Siamo in grado di fornire filo e ago a ogni sarto. Questa rubrica sarà come un diario di memorie, di riflessioni, e soprattutto di rimorsi e di “ mea culpa “: sarà il laboratorio del romanzo che scriverò. La mia “Storia di Ottaviano“.

Da molti mesi è ostruita l’arteria cardine della città: l’asse viario viale Elena – piazza Municipio – via Giovanni XXIII – via C. O. Augusto. È il cantiere di una radicale “riqualificazione“, che fu avviata l’11 luglio 2011. Lo ricordo, perché la data fu il sobrio titolo di un trionfale manifesto con cui il PD di Ottaviano annunciava l’inizio dei lavori, finanziati dalla Giunta Bassolino. L’opposizione consiliare , in un manifesto intitolato “L’arroganza degli incompetenti“, accusò l’Amministrazione Iervolino di aver autorizzato l’apertura del cantiere senza avvertire i cittadini, senza incontrare i commercianti, senza predisporre spazi per i parcheggi. Veniva espressa anche la preoccupazione che i tempi per la realizzazione dell’opera corrispondessero, nel ritmo e nella misura, a quelli, lunghi e lenti, dei lavori di “rifacimento“ di Corso Umberto I.

Giova ricordare che sull’asse viario trasformato in cantiere si affacciano la pretura, la Casa Comunale, due scuole pubbliche, gli uffici dell’ acquedotto, si innesta l’accesso al reparto di pronto soccorso della Clinica Trusso, e insiste una buona parte di quel poco che resta dell’attività commerciale. Da quel trionfale manifesto sono passati ormai sei mesi, e la storia sta ancora all’inizio. Tuttavia, nel tratto tra piazza Municipio e piazza Rosario è già chiara e definitiva la forma della riqualificazione: due carreggiate, che non riesco a percepire – ma forse è un difetto delle forme della mia immaginazione – se non come due budelli, separati da una struttura che un giorno sarà, mi dicono, una rigogliosa e luminosa fioriera.

A destra e a sinistra ci saranno due ampi marciapiedi: anzi, quello che per chi guarda alla montagna sta a sinistra sarà così ampio da configurarsi come una sorta di piazza lunga. Il tratto di marciapiede già costruito ha un terribile colore nero: un nero sciacquo e bavoso, di catrame gonfio d’acqua. Che roba è? Ci saranno anche delle rotonde. Da qualche giorno il cantiere è inattivo, non si vedono né macchine né maestranze, e il malumore degli ottavianesi monta, all’ottavianese: in un silenzio inquieto e torvo. Si aggrovigliano voci e timori. Qualcuno racconta che non sono arrivati i soldi, che la strada rimarrà così. Una ferita da taglio, una sdrucitura, uno strappo nel corpo della città. Si esagera. Se ci fossero problemi così gravi, gli amministratori ci informerebbero, il PD, pur distratto da altri problemi, ci illuminerebbe: ne sono certo. Tra le forme della mia immaginazione c’è l’ottimismo.

L’assessore ai lavori pubblici, ing. Michele Bianco, mi riceve e mi ascolta con cortese disponibilità. Mi dice che i lavori sono fermi perché dal ventre della strada sono venuti fuori tubi in eternit, e quindi è stato necessario prima rimuoverli, e poi bonificare il sito. Garantisce che i lavori riprenderanno immediatamente. Ricorda che il progetto di riqualificazione fu adottato dalla prima Giunta Iervolino, chiarisce che lui lo condivide in pieno. Ne condivide i principi culturali: è necessario che i pedoni ridiventino i padroni dei luoghi, bisogna lasciare l’auto a casa, dice l’ing. Bianco. E aggiunge che questa filosofia ha ispirato la riqualificazione di piazza San Gennarello e di piazza San Lorenzo.

Credo che in questo programma culturale rientri quell’anello pedonale che si sviluppa nel rione Maveta: per i maligni mormoratori è solo un marciapiede asfaltato, ma per me, panciuto sedentario invidioso degli agili e svelti camminatori ma predisposto all’ottimismo, quel marciapiede può essere anche una pista da footing. A proposito: ho dimenticato di chiedere all’assessore che fine hanno fatto i basoli di spuma lavica divelti dal marciapiede, prima che diventasse pista, e da piazza San Lorenzo, prima che fosse ridisegnata. Glielo chiedo ora.

L’ing. Bianco dichiara che sarà difficile parcheggiare l’auto lungo la strada “riqualificata“, mi ricorda che le carreggiate, che a me sembrano budelli, sono in realtà larghe ben tre metri e mezzo, dice che l’Amministrazione sta meditando sulla possibilità di aprire un ampio parcheggio dalle parti della Clinica Trusso, e che, essendo vuote le casse del Comune, si pensa di promuovere, per la realizzazione del parcheggio, l’intervento di investitori privati. Era della stessa opinione la prima Giunta Iervolino? C’è qualcosa che non quadra. Controllerò.

Intanto i cittadini stanno firmando una lettera aperta al sindaco, in cui si indicano “alcuni aspetti patologici“ del progetto di riqualificazione; “difficoltà di ingresso e di uscita dai passi carrabili delle abitazioni private“; “assenza, lungo l’asse dello spartitraffico, di idonei varchi pedonali (si suggerisce di aprirne uno ogni 25 m.)“; “dimensione delle corsie eccessivamente ridotta“: una vettura ferma per guasto paralizzerebbe totalmente il traffico, e, inoltre, diventa impossibile scaricare e caricare merci presso le abitazioni private. Si ricorda, infine, che Ottaviano “ricade“ nella zona “rossa“. La lettera si chiude con l’invito al sindaco perché intervenga: “per far sì che via Cesare Ottaviano Augusto diventi veramente il modello di una strada che risponde a tutte le esigenze della comunità e si conforma ai criteri del bello e della funzionalità, e non si trasformi, invece, in una fonte perenne di disagi, di impedimenti, di contenzioso“. Firmo la lettera e mi associo all’invito.

Così stanno le cose. Rimando il commento al prossimo articolo. Mi dicono che ci sarà, a breve, una seduta del consiglio comunale, e che le vicende della strada saranno tra i capi dell’ordine del giorno. Così sia. Dissi e ripeto che non è una strada qualsiasi: è un riepilogo della storia di Ottaviano. Nel confrontarsi con questo “monumento“ il sindaco, gli assessori, i consiglieri, i cittadini daranno la misura di sé.