Orientare superando il divario tra il mondo della formazione e quello del lavoro nel rispetto della tradizione culturale.
Il tema dell’Orientamento nell’odierna società, che sempre più si caratterizza per il fenomeno della glocalizzazione, vede sempre più impegnati i contesti della formazione che troppo spesso sono stati accusati di aver sottovalutato le richieste del mondo del lavoro. Dobbiamo tenere in debita considerazione il ruolo che la scuola e le accademie universitarie hanno storicamente avuto nel nostro Paese e che attualmente rivestono, soprattutto in relazione alle trasformazioni politico-sociali ed economiche degli ultimi decenni.
In particolare il confronto con l’Europa ha imposto un ripensamento a diversi livelli: il primo è certamente legato al frazionamento del sapere in innumerevoli rivoli di settori e discipline indispensabili all’organizzazione del sapere, ma poco rispondenti alla complessità dei fenomeni culturali, sociali e tecnologici della società; il secondo riguarda i livelli metodologici prevalenti che privilegiano un “sapere insegnato” a quello raggiunto e conquistato attraverso, la ricerca, a costruzione, la scoperta. Nella scuola e nelle nostre università, infatti, continua, tranne validi e notevoli esempi, la trasmissione del sapere rispetto alla diffusione che già Lisbona richiedeva per il 2010 dell’imparare ad imparare e dell’imparare ad essere.
Certamente il dibattito si è fatto più vivace sia a livello di scuola che universitario sostenuto dall’individuata esigenza di una professionalità docente che sia in grado di sostenere il cambiamento erogando un servizio che renda effettivo il diritto allo studio. Si raggiungerà in tal modo anche l’obiettivo di creare curricula differenziati che siano più rispondenti alle esigenze degli utenti e del mondo del lavoro nel rispetto della funzione che essi svolgono. La realizzazione dei due punti precedenti svilupperà e favorirà altresì i processi di apprendimento ottimizzando i processi di insegnamento.
Guardando quindi all’Orientamento, a partire dalla dimensione culturale ed economica dell’Unione Europea, come una fondamentale componente strutturale del processo formativo di ogni persona lungo tutto l’arco della vita fin dalla scuola dell’infanzia e contribuendo in modo significativo allo sviluppo delle politiche attive del lavoro i piani dell’offerta formativa di ogni ordine e grado della scuola è indispensabile che promuovere l’integrazione dei soggetti e delle risorse per realizzare interventi efficaci al fine di perseguire tale obiettivo.
Una risposta a tale esigenza può realizzarsi promuovendo attività che costituiscano una sorta di formazione/orientamento miranti a formare e a potenziare le capacità delle studentesse e degli studenti di conoscere se stessi, l’ambiente in cui vivono, i mutamenti culturali e socio-economici, le offerte formative, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita, e a partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e responsabile. Emerge da ciò una poliedricità di proposte ed interventi atti a consentire la fruizione da parte dell’utenza di significative aree di orientamento che non si limitano alla scelta della scuola o a quella universitaria o post-universitaria, ma che contribuiscano a rendere l’ambiente scolastico un luogo di apprendimento e formazione maggiormente aperto alla realtà esterna e fruibile in modo interessante e piacevole.
Nell’esercizio delle autonomie delle scuole e delle università sarebbe auspicabile, laddove non viene già progettato, inserire in modo organico nel programma le attività di orientamento nei curricoli di studio, valorizzando il ruolo della didattica orientativa e della continuità educativa secondo una progettualità integrata.