“Il giorno senza domani” di De Serpis sarà presentato domenica 2 dicembre in una location ad hoc: la Chiesa di Santa Maria dell’Assunta, raro esempio di arte altomedievale.
Continua il ciclo di appuntamenti culturali del Circolo Passepartout in collaborazione con la libreria Guida di Nola. Stavolta si cambia location, dal salotto della libreria ad uno dei siti archeologici più interessanti del nolano. Angelo Amato de Serpis presenterà il suo romanzo alle ore 18.00 insieme al presidente del Circolo Maria Magistro. Il libro ripercorre un viaggio insolito e avvincente tra le rovine del Villaggio Preistorico di Nola. Si tratta di un lavoro sull’archeologia, destinato non solo agli specialisti del settore, ma anche e soprattutto ai giovani. De Serpis racconta la storia di un uomo e una donna morti durante l’eruzione del Vesuvio del 1800 a.C, i cui corpi furono rinvenuti a San Paolo Bel Sito.
La storia di 4000 anni fa è molto attuale perchè il protagonista principale del libro, il Vesuvio, oggi come allora è un vulcano attivo ed è considerato uno dei più pericolosi al mondo. La riflessione di De Serpis fa un salto di 4000 anni e arriva ai nostri giorni, con il pericolo attuale e sempre presente. Il dolce approccio alla scienza archeologica che adotta l’ autore, ha un valore aggiunto nel nostro territorio, in quanto qui esistono tantissimi siti storico-archeologici di straordinaria importanza, spesso sottovalutati. A questo proposito quale location fu più adatta come il sito di Pago, oggi "Cantiere della Conoscenza". La Chiesa di S.Maria dell’ Assunta sorge su un più antico edificio religioso, quasi totalmente obliterato da un’alluvione; l’impianto originale risale probabilmente al X secolo.
Essa è citata in un documento del 1195 in cui si fa risalire la sua costruzione a Landolfo I, principe di Capua e Benevento dal 910 al 943. A causa del progressivo interramento e della grande umidità, nel 1655 fu costruita una nuova chiesa. Il rinvenimento di affreschi raffiguranti i santi della Chiesa nolana costituisce la più antica iconografia dei tre pastori della Diocesi: S. Felice Martire, San Massimo e San Paolino, a conferma di un culto ben radicato nella chiesa locale.


