In arrivo 275 milioni di Euro per il fondo per la non autosufficienza

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In lieve aumento rispetto agli anni precedenti, il fondo che sarà riservato anche all’assistenza dei disabili gravi, ci appare sempre insufficiente rispetto alle reali esigenze.

Raggiunta finalmente l’intesa sul Fondo nazionale per le politiche sociali e il Fondo per le non autosufficienze. Sull’argomento, si è espressa la Conferenza unificata Stato-Regioni.

Approvata la proposta che affida al Fondo nazionale per le politiche sociali la cifra di 300 milioni di Euro, e al Fondo per le non autosufficienze 275 milioni. Sono quindi 575 i milioni di euro che nell’anno 2013 andranno divisi tra le varie regioni per welfare e sociale. Questo è quanto sancisce la legge di stabilità. I criteri utilizzati per il riparto nell’anno 2013 sono basati sui seguenti indicatori per la non autosufficienza:
1) popolazione residente, per regione, d’età pari o superiore a 75 anni, nella misura del 60%;
2) criteri utilizzati per il riparto del Fondo nazionale per le politiche sociali di cui all’articolo 20, comma 8, della legge 8 novembre 2000, n. 328, nella misura del 40%.

Dai 275 milioni per le non autosufficienze, il 30% sarà erogato in via prioritaria all’assistenza domiciliare delle persone con disabilità gravissime, tra i quali figurano i malati di Sla.
E’ bene ricordare, però, che per disabilità gravissima, secondo i dispositivi di legge, si intendono tutti i soggetti che versano in una condizione di dipendenza vitale da assistenza continua e vigile 24 ore su 24. Molto hanno fatto, su questo argomento, le mobilitazioni che nei mesi scorsi avevano visto l’estrema protesta di alcuni disabili gravissimi del Comitato 16 novembre Onlus e dell’associazione Luca Coscioni.

Possiamo affermare quindi, che è stato fatto un primo passo avanti rispetto al quasi azzeramento del Governo Tremonti, anche se 275 milioni di euro continuano a non sembrarci la soluzione alle tante necessità dei non autosufficienti. Negli ultimi 5 anni i Fondi nazionali per gli interventi sociali hanno perso in totale il 75% delle risorse assegnate dallo Stato. Questo è quanto dichiarato dallo Spi Cgil, il Sindacato Pensionati italiani. Va registrata, inoltre, una diminuzione di spesa Nei Comuni italiani per i servizi sociali pari al 3,6%. In alcune zone del sud Italia questa cifra tocca una punta percentuale che va dal 6,8% fino ad arrivare all’11.

In questo balletto di cifre, e alle porte delle prossime consultazioni elettorali, una domanda ci sorge spontanea: come mai il welfare continua a non occupare i primi posti nei programmi di tutti i partiti che si candidano alla guida del Paese?
(Fonte foto: Rete Internet)

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