L’arte ha da sempre attinto dalle vicende amorose spunti preziosi che hanno generato capolavori assoluti. Da “Amore a Psyche che si abbracciano” di Antonio Canova a “Il bacio” di Francesco Hayez, è l’amore a diventare protagonista.
“A San Valentino innamorati dell’arte” recita lo slogan che promuove l’iniziativa promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali: l’invito è vivere il giorno dedicato all’amore nel segno della cultura e della bellezza, usufruendo di uno sconto straordinario nei giorni 13 e 14 febbraio.
Paghi uno e prendi due, nella speranza di un San Valentino diverso dal solito: la festa degli innamorati all’insegna dell’amore per l’arte. E così, nei musei d’Italia che aderiscono al progetto, va di scena la forza che ha mosso la mano di tanti artisti nel corso dei secoli, che ha ispirato capolavori immortali. Quello di San Valentino, insomma, è il momento adatto per gli animi sensibili di riscoprire la passione perché, come per l’arte, anche chi ama “guarda non con gli occhi ma con l’anima”: parola di William Shakespeare. L’arte ha ripetutamente declinato l’amore nelle sue forme più disparate, attingendo al mondo del mito e recuperandolo dalla storia e dalla letteratura.
Il mito di Amore e Psiche è uno dei soggetti iconografici preferiti da pittori e scultori. La vicenda narrata da Apuleio è nota: Venere, gelosa e invidiosa della bellezza di Psiche decide di vendicarsi della sua rivale servendosi di suo figlio Amore che, però, rimane stregato dalla bella mortale. Con l’aiuto di Zefiro, Eros la trasporta al suo palazzo, dove, imponendo che gli incontri avvengano al buio per non incorrere nelle ire di Venere, ogni notte i due bruciano la loro passione in un amore fatale. Una notte, Psiche, istigata dalle sorelle, decide di vedere il volto del suo amante, pronta a tutto pur di conoscerlo. Una goccia cade dalla lampada e sveglia il suo sposo: il Dio scappa e Venere scaglia la sua punizione. Solo dopo innumerevoli prove, Psiche riceve l’aiuto di Giove che, mosso a compassione, approva l’unione dei due amanti.
Il mito trova la sua consacrazione nel magnifico gruppo scultoreo di Antonio Canova (1757-1822): la passione si sprigiona nel candido marmo, dove Canova cristallizza l’attimo di un abbraccio che rimane sospeso, rendendolo eterno. Psiche è svenuta e Amore sta per destarla, come farà la sua versione disneyana, il principe azzurro della favola dei fratelli Grimm, che con un bacio risveglia Biancaneve. L’attimo che precede il bacio, preannuncia il contatto: l’opera di Canova emana dolcezza ed un sottile erotismo con un’intensità ineguagliata.
Il bacio, professione esplicita d’amore, è il protagonista dell’omonima opera di Francesco Hayez (1791-1882): mistero, passione, romanticismo sono le emozioni condensate sulla tela del pittore ottocentesco. Il giovane sta per fuggire: il piede sinistro poggiato sul gradino suggerisce che lo sposo ha gran fretta. Prima del commiato il bacio d’addio; il colorismo vivace e l’effusione sentimentale donano al dipinto una lieve sensualità che si ritrova in una precedente tela di Hayez: “L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo”, tratta dall’omonima tragedia di Shakespeare. Il pittore manifesta la forza di un amore proibito, riportando su tela, con rigore filologico, un frame della sceneggiatura del dramma shakespeariano: atto III, scena V condensati nel quadro del 1823; romantico, teatrale e melodrammatico, come conviene alle migliori scene d’amore.
Un dipinto, una scultura, uno scatto. Qualunque sia il medium di rappresentazione, l’amore da sempre è stato visualizzato nell’arte, perché, a volte, le parole da sole non bastano, come recita un noto aforisma: "Ben poco ama colui che può esprimere a parole quanto ami". Lo ha detto un certo Dante Alighieri, che in fatto di arte e di amore la sapeva lunga.
(Fonte foto: Rete Internet)