Consiglio comunale infuocato mercoledì sera a San Sebastiano al Vesuvio. Le intemperanze da parte del pubblico presente e una rissa appena sedata tra i consiglieri comunali, rendono confusa l’assise. La cronaca della serata con colpo di scena finale.
Sarà stato il caldo insopportabile ma l’altro ieri, mercoledì 27 giugno, il clima nell’aula consiliare della cittadina vesuviana era praticamente incandescente. Ovviamente non si fa solo riferimento ai condizionatori rotti e alle finestre bloccate, segni di un fasto passato, ma anche e soprattutto dell’atteggiamento mostrato da chi assisteva e da chi, dall’altro lato avrebbe dovuto dare, se non altro, il buon esempio per il ruolo istituzionale che ricopriva.
La seduta inizia col solito quarto d’ora “accademico” di ritardo ma già l’aula è piena di persone, venute lì ad assistere alla discussione dei 13 punti all’ordine del giorno. In particolare saranno toccate tematiche di rilevante importanza come l’aumento dell’IMU e dell’addizionale comunale IRPEF ma anche chiarimenti in merito alle spese relative al consorzio intercomunale del servizio cimiteriale.
Il consigliere d’opposizione Manzo apre l’assemblea con una richiesta al sindaco di permettere, in maniera ufficiale, una ripresa video “integrale” del Consiglio comunale, da mettere, a disposizione dei cittadini, sul sito ufficiale del Comune. Il consigliere lamenta inoltre la mancata ottemperanza a tale richiesta così come la messa a disposizione dell’aula consiliare per discutere la situazione relativa alle ultime vicissitudini dell’asilo nido comunale. Dalla discussione esce fuori la volontà di riunire i capigruppo consiliari per sancire e regolamentare le riprese delle future sedute.
L’ambiente si riscalda con la discussione della seconda voce all’ordine del giorno, l’addizionale IRPEF. Il sindaco Giuseppe Capasso relaziona sull’argomento, sottolineando la sudditanza comunale alle disposizioni centrali dello stato: “In questo contesto i comuni hanno subito tagli selvaggi. C’è la percezione che i comuni siano l’anello debole della filiera istituzionale e che, a loro volta, i comuni diventino carnefici nei confronti dei fornitori. In questo contesto i comuni hanno subito tagli selvaggi sui loro bilanci. I comuni, contrariamente ai privati, che pure hanno avuto difficoltà serie, sono liberi di ridimensionarsi, di chiudere, di fare altro. Il comune deve continuare a dare servizi, nel limite delle possibilità, continuare a garantire tutte le competenze istituzionali”
“ Da una parte lo stato toglie e dall’altra sceglie i comuni come carnefici de cittadini, recuperando attraverso la tassazione. Per quanto riguarda l’addizionale IRPEF, noi proponiamo due scaglioni, la quota massima, l’anno scorso era lo 0,6/°°°, quest’anno è lo 0,8/°°°. Perché lo stato consente ai comuni di prelevare un ulteriore 0,2 per mille dall’addizionale IRPEF? Perché ha soppresso un’altra fonte di finanziamento ai comuni, che fino all’anno scorso era l’addizionale ENEL, dove, sulla bolletta della luce, c’era una piccolissima quota che andava ai comuni. Noi non ce la siamo sentita come altri comuni di fare uno 0,8 tout court, abbiamo voluto tenere conto di uno scaglione minimo. La proposta è di portare allo 0.7/°°° i contribuenti che hanno un reddito lordo fino a 28.000€ e poi lo 0,8/°°° per chi va oltre tale cifra”.
Dopo un breve intervento del consigliere Di Bernardini, contrario aprioristicamente all’eventualità di un’ulteriore tassazione dei cittadini è di nuovo la volta del consigliere Manzo che, con il furore che lo contraddistingue, espone il suo dissenso: “Siete solo capaci di mettere le mani nelle tasche della povera gente! Avete distrutto il patrimonio comunale, avete solo prodotto milioni di debiti! Ma con che coraggio andate a chiedere i soldi ai cittadini, quando ci sarebbero 10.000.000 di euro da recuperare dalle persone a cui avete regalato gli immobili comunali? Avete accreditato la percentuale massima che permette il governo. Ma come è possibile che gli altri sindaci le percentuali le abbassano? Portici ha abbassato la tariffa dei rifiuti! Il sindaco (di S.Sebastiano ndr.) dichiara, anche sulla Repubblica, che ha abbassato la TARSU mentre l’ha aumentata del 30%!”.
All’atto di controbattere del capogruppo PD Gianluca Sannino, irrompe dal pubblico chi ha una strana concezione della democrazia, intervenendo là dove non è concesso, e impendendo agli altri di seguire la “normale” dialettica politica. Il personaggio è stato più volte invitato dal presidente del Consiglio Comunale ad abbandonare l’aula, cosa che non ha fatto fino al diplomatico intervento della polizia comunale.
Interviene nella discussione anche l’assessore Salvatore Sannino: “Nessuno di noi vuole pagare le tasse!” “Perché arriviamo a tutto questo? Perché siamo obbligati a recuperare quanto lo stato ci sottrae!”
Contemporaneamente, il solito guastatore, irrompe ancora nella discussione, senza, tra l’altro, farci capire le sue motivazioni, ma parlando solo di occupazione della sala e di incatenamenti vari. Il Presidente, Biagio Pizzo, minaccia di continuare la seduta a porte chiuse.
Il sindaco interviene dichiarando che il 30% di aumento della TARSU è da attribuire alla provincia e alle spese della stessa SAPNA, sottolineando il colore politico della provincia, affine al Popolo di San Sebastiano e al Manzo. Il quale non se la tiene e manifesta nella solita maniera il suo disappunto.
“Vivere a San Sebastiano costa di più” è quanto sostiene Capasso, che afferma che un paese con la stessa area di sedime (area occupata da edificio o struttura) di Portici, dove ci sono 60.000 cittadini a pagare le tasse, ci sono soli 8.000 contribuenti sansebastianesi.
All’ennesima interruzione del consigliere Manzo, alcuni consiglieri e assessori di maggioranza perdono letteralmente la testa e nella confusione più totale si scagliano verso gli scranni dell’opposizione con aria minacciosa, per fortuna senza colpo ferire, ma solo con gesti di schermaglia, trattenuti a stento da Pizzo e dai più flemmatici colleghi.
Nel parapiglia generale, nel quale ricompare ancora una volta, a inzolfare, il solito personaggio, che s’intrufola addirittura tra i seggi, intervengono anche i carabinieri, riportando con la loro presenza una calma apparente. La maggioranza rimane priva di quegli elementi che avevano deciso di reagire in tal modo alle sollecitazioni di Manzo, decidendo, a questo punto opportunamente, di non partecipare più alla seduta.
Si passa finalmente alla discussione del terzo punto all’ordine del giorno, l’IMU!
Il consigliere d’opposizione Ricci si dichiara d’accordo, contrariamente ai suoi compagni di schieramento, all’aumento differenziato per i proprietari della seconda casa, considerando questa una sorta di lusso rispetto al possesso della prima abitazione.
Manzo e Muccio giudicheranno invece esoso l’aumento e voteranno in maniera contraria.
Nello specifico il pagamento dell’IMU (Imposta Municipale Unica) sarà riferibile al 5,5/°°° per la prima casa e a un più 1,06/°°° per la seconda. La discussione prosegue nei canoni convulsi della serata, passa a maggioranza l’aumento e si prosegue la disamina dei successivi punti.
Dopo un’ampia discussione sulle competenze delle spese straordinarie e ordinarie relative ai loculi del cimitero, si arriva al colpo di scena, quel che restava della maggioranza abbandona l’aula, lasciando soli il sindaco, il presidente del Consiglio e i tre dell’opposizione, facendo in tal modo mancare il numero legale per il proseguimento della seduta e per la discussione delle restanti quattro interrogazioni del Popolo di San Sebastiano.
“Dal momento che a noi sta veramente a cuore la cura e l’interesse generale di San Sebastiano e della nostra comunità e il rispetto delle istituzioni, io chiedo al presidente, da questo momento in poi, di valutare il numero legale per il proseguimento del Consiglio Comunale”. Con queste parole, il consigliere Gianluca Sannino giustifica l’abbandono dell’aula, a nostro parere, un po’ troppo scarne e deboli per mantenere la considerazione, non certo degli avversari politici, ma proprio di quei cittadini che vogliono risposte, impegno ma soprattutto rispetto.